Nasce dal progetto dell’archistar Kengo Kuma il nuovo Padova Congress, un’eccellenza per il mondo delle conferenze e degli eventi. Sul piano audio le tecnologie Bose offrono una resa di straordinaria qualità, sia per il parlato che per la musica, garantendo chiarezza e intelligibilità, ma anche potenza e coinvolgimento emotivo. System integrator AV: MosaicoGroup. 


Il Centro Congressi Fiera di Padova (Padova Congress) è tra i più rinomati centri del Nord Italia, un punto di riferimento per il mondo delle conferenze e degli eventi, sia nazionali che internazionali.  

La struttura, progettata dal noto architetto Kengo Kuma,  è in grado di ospitare complessivamente 3500 persone, e offre, sul piano AV, servizi di grande valore, all’altezza della fama del Centro. Sul piano audio – su cui ci concentriamo in questa Case Study – la soluzione è composta diffusori, processori e amplificatori Bose, e copre tutte le aree del Centro Congressi, comprese le due Sale più grandi da 1.600 e 1.000 posti, dove sono stati allestiti gli  array  RoomMatch di Bose a direttività progressiva con un bilanciamento tonale continuo, in grado di offrire una resa di eccezionale qualità sia per il parlato che per la musica, garantendo chiarezza e intelligibilità da un lato, spettacolarità e coinvolgimento dall’altro. Ogni ambiente è strutturato in room-combining per ricevere/trasmettere l’audio e il video generato dalle altre sale e sul piano dei controlli è garantita la massima flessibilità per supportare tutte le esigenze degli eventi ospitati.  

Ci raccontano meglio di cosa si tratta: Stefano De Troia, Account Manager di Derecom (progettista, incaricato dello sviluppo della parte multimediale); Enrico Martin, Direttore tecnico, Padova Hall; Stefania De Toni, Responsabile Area Congressi ed Eventi, Padova Hall; Roberto Tramarin, Senior Sales Director di MosaicoGroup.  




Padova Congress è un’eccellenza per il mondo delle conferenze e degli eventi. Gli eventi ospitati sono congressi medico-scientifici, associativi ed eventi aziendali da 200 a 1.500 partecipanti. Nella foto: sala Mantegna. 

La sfida: migliorare la competitività sul mercato e ridefinire l’identità del Centro 

La nascita del Centro Congressi è frutto prima di tutto della volontà del Centro stesso di supportare al meglio gli eventi congressuali già ospitati, e al contempo, più in generale, di definire la propria identità come spazio d’eccellenza per il mondo delle conferenze e degli eventi, sia nazionali che internazionali, in particolare legati al mondo universitario, della ricerca e dell’innovazione. Molti i congressi in ambito scientifico, tra cui De Toni ricorda WCCI e IEEE World Congress on Computational Intelligence. Anche l’anima fieristica, come vedremo, è stata rimodulata in funzione di questo obiettivo. Spiega Martin: «Già da molti anni ospitavamo eventi congressuali, allestendo spazi appositi dentro i padiglioni espositivi; soprattutto congressi medici, tutt’ora centrali nella nostra attività, in parte legati alla presenza della Facoltà di Medicina dell’Università di Padova. Un business che stava crescendo ma risultava frenato dal fatto che, per ogni congresso, oppure ogni due-tre congressi, pur cercando di ottimizzare gli allestimenti, dovevamo ogni volta smontare e rimontare tutti gli impianti, perché gli stessi padiglioni servivano anche per le fiere, che hanno evidentemente esigenze diverse. Nel 2017 – prosegue Martin – un padiglione è stato allestito in modo semi-permanente a spazio congressuale, ma questo è servito solo in parte ad ovviare al problema e anche qui, una volta all’anno, dovevamo smontare tutto. Questo faceva lievitare i costi e ci rendeva meno competitivi sul mercato». Proprio questa difficoltà nel conciliare le esigenze delle fiere – con stand e padiglioni – e dei convegni – che hanno allestimenti diversi, dove sono necessarie sale plenarie, più o meno grandi, spazi più piccoli per le sessioni parallele, ecc. – ha fatto nascere nel 2010 la consapevolezza della necessità di un rinnovamento che, dopo un percorso di gare d’appalto e iter tecnici e burocratici, si è concretizzato nella realizzazione dell’attuale Centro Congressi.  

Come verrà meglio spiegato nel seguito dell’articolo, il Centro ha due grandi sale – Sala Giotto e Sala Mantegna – utilizzabili nella loro interezza o frazionabili in 2-3 ambienti, e 10 sale di piccole dimensioni. Vediamo però prima con Martin quali erano le esigenze che hanno guidato il progetto, con particolare attenzione agli aspetti audio: 

Intellegibilità e flessibilità per i convegni medici – «Per i convegni in ambito medico, e non solo, era necessario avere tanti spazi di dimensioni varie dove ospitare la plenaria e le tante sessioni parallele – spiega De Troia – Se sul piano video i ledwall dovevano garantire definizione delle immagini e veridicità dei colori, sul piano audio era necessario un suono limpido, chiaro e un’alta intelligibilità del parlato». Non solo: si doveva anche garantire la possibilità di diffondere l’audio di una certa sala in tutte le altre sale, per creare spazi fisicamente divisi ma virtualmente uniti. Un ulteriore elemento di flessibilità utile per far fronte alla varietà delle esigenze dei clienti.  

 – Spettacolarità per le convention aziendali – «Gli eventi aziendali sono un business che è molto cresciuto dopo il progetto di rinnovamento, sia con realtà del territorio che con aziende internazionali, attratte anche dalla vicinanza con Venezia – spiega De Toni – Queste convention hanno generalmente come prima esigenza quella di creare molta spettacolarità, eventi simili a degli show. Sul piano audio questo si traduce nella necessità di creare momenti coinvolgenti, dove anche l’elemento musicale deve concorrere a toccare l’emotività dei partecipanti».    

Apertura – Era inoltre necessario un impianto aperto, che fosse cioè integrabile con eventuali service esterni per soddisfare esigenze specifiche, spesso legate al tema delle luci per gli eventi aziendali, ma eventualmente legate anche al fronte AV. 

Per quanto riguarda in generale la progettazione, il punto focale era invece quello, come abbiamo spiegato prima, di creare ambienti oltre che esteticamente belli per ospitare gli eventi aziendali, flessibili sul piano dell’organizzazione degli spazi, da cui la scelta di studiare per le due grandi sale Giotto e Mantegna ambienti frazionabili tramite pareti mobili e – come nel caso della sala Giotto – riconfigurabili per offrire spazi liberi, privi di sedie da platea, da riallestire liberamente per aperitivi, cene, spettacoli ecc.. «La Sala Giotto è davvero di forte impatto  – commenta De Troia – Uno spazio alto, imponente, che ha consentito la predisposizione di due ordini di platee, una sviluppata in piano e una che si staglia dietro il parterre come una sorta di arena. Sono platee amovibili e si può passare da un ambiente concepito come auditorium a un luogo senza platea, privo di sedute, allestibile per eventi di vario genere».

A proposito della qualità audio, Martin sottolinea che è stata da subito chiara la necessità di impianti di alto livello: «Sul piano video i grandi ledwall delle due sale rappresentano con la loro imponenza un forte elemento attrattivo; l’audio non poteva assolutamente essere da meno. Audio e video – prosegue il Direttore tecnico – devono sempre essere alla stessa altezza sul piano delle prestazioni, devono essere allineati. Quando questo non avviene, anche se il 90% di ciò che si offre è al top, la parte non all’altezza del resto sarà quella che il cliente ricorda, e che risulterà penalizzante sul piano dell’immagine e del business». Aggiunge De Troia: «Per gestire due sale di quella grandezza era necessario affidarsi a brand affidabili e che restituissero una qualità eccelsa. Sul piano audio nello specifico, per coprire i due auditorium, con o senza sedute, e generare un suono uniforme e potente, è stato fondamentale scegliere dispositivi Bose che danno soddisfazione all’utente sia in situazioni convegnistiche che di intrattenimento».


La Sala Giotto è composta da tre parti: platea, sotto balconata e balconata, separabili da una parete divisoria.  
 

Sala Giotto, array DeltaQ, front fill e diffusori in balconata 

La soluzione audio installata nelle due sale convegni del Padova Congress, Sala Giotto e Sala Mantegna, è stata realizzata con diffusori, processori e amplificatori Bose. 

«Le Sale Giotto da 1600 posti e Mantegna da 1000 posti – spiega Tramarin – sono composte da aree che possono essere utilizzate per intero, oppure suddivise con pareti mobili in ambienti più piccoli, quando l’evento lo richiede, oppure è articolato in sessioni plenarie e successivi percorsi differenziati». 

In ogni caso, come vedremo più avanti nell’articolo, ogni ambiente è strutturato in room-combining (anche quando viene ricavato utilizzando le pareti mobili) e può così ricevere/trasmettere l’audio e il video generato dalle altre sale. 

Iniziamo con la Sala Giotto, la più grande delle due. «Ai lati della parete dove è stato posizionato il tavolo dei relatori, che ospita anche un ledwall di grandi dimensioni – prosegue Tramarin – sono stati installati due line array Room Match, composti da 6 moduli con lobo orizzontale asimmetrico: tre moduli da 28°+35°, due moduli da 28°+45° e un modulo da 28°+60° gradi, con lobi verticali di 5 e 10 gradi». In cima ad ogni modulo è stato montato il subwoofer RMS218 da 2.500 W di potenza con un SPL di 130 dB. I diffusori Room Match sono dotati di tecnologia DeltaQ, sviluppata da Bose, che consente di variare la copertura su entrambe i piani, orizzontale e verticale

La Sala Giotto è composta da tre parti: platea, sotto balconata e balconata, separabili da una parete divisoria.  

«Gli array di Bose – dice Tramarin – raggiungono anche l’area della sotto balconata ma, nel caso venga separata dalla platea, è possibile disattivare i moduli superiori dei due array per evitare che il suono rimbalzi sulla parete divisoria».  

La soluzione installata nella Sala Giotto è stata pensata per gestire quattro configurazioni differenti, tutte dotate di room combining: 

– Sala intera (un solo ambiente); 

– Sala principale + sotto balconata + balconata (tre ambienti); 

– Sotto balconata (un ambiente); 

– Balconata (un ambiente). 

 Oltre a due line array che abbiamo già descritto, la soluzione Bose prevede la presenza di sette diffusori front-fil’ AMU208 utili per garantire una qualità acustica dello stesso livello anche alle prime file di sedute. 

La balconata e la sotto-balconata sono sonorizzate da diffusori dedicati: ci sono sei diffusori Bose AMU208 pilotati con il ritardo opportuno dal processore ControlSpace EX-1280 per garantire il suono in fase con i diffusori principali quando la sala viene utilizzata nella sua interezza.  Per lo stesso motivo sono stati previsti anche tre diffusori AMU208 in balconata


Sala Mantegna: array DeltaQ, front fill e diffusori per la zona posteriore 

Anche la Sala Mantegna può essere suddivisa in tre parti, ma in modo diverso rispetto alla Sala Giotto. Nello specifico, le configurazioni possibili per la Sala Mantegna sono queste: 

– Sala intera (un solo ambiente); 

– Sala principale + Sala posteriore (due ambienti); 

– Sala principale + due Sale posteriori ottenute separando longitudinalmente la parte posteriore della sala con una seconda parete mobile (tre ambienti). 

«I due line array Bose Room Match presenti nella Sala Mantegna, come nella Sala Giotto – racconta Tramarin – sono formati da 6 elementi ciascuno, dotati della tecnologia DeltaQ; nello specifico: quattro moduli da 28°+35 con lobo orizzontale asimmetrico e due moduli da 90° con lobo orizzontale simmetrico, con lobi verticali di 5, 10 e 20 gradi.  

Anche su ciascuno di questi array Room Match è presente il modulo subwoofer RMS218. Per quanto riguarda, invece, la copertura della parte posteriore della sala, il suono viene distribuito da due linee di quattro diffusori AMU208 (serie ArenaMatch Utility) per un totale di 8 diffusori». Nel caso la parte posteriore della sala venisse suddivisa in due parti, ciascuna area verrebbe sonorizzata da quattro AMU208. 

Nella Sala Mantegna sono presenti i diffusori ‘front fill’, nello specifico si tratta di sei AMU208, che raggiungono le prime file di sedute. Anche in questa configurazione, dal momento che siamo in presenza di una diffusione sonora distribuita, come avviene nella Sala Giotto, i settaggi del processore prevedono ritardi temporali per mantenere in fase il suono di tutti i diffusori.  


Nello schema: servizi previsti nella platea della Sala Giotto. Focus sugli impianti Bose.

Processori ControlSpace e amplificatori PowerMatch 

In ognuna delle sale Giotto e Mantegna è stato installato un amplificatore Bose, PowerMatch PM8500N, collegato in Dante al rispettivo processore ControlSpace EX-1280. Ricordiamo che il PM8500N è un amplificatore da 8 canali, 4 kW, completamente configurabile, mentre il processore digitale ControlSpace EX-1280 offre 12 ingressi e 8 uscite analogiche, 64 x 64 canali Dante. Da segnalare anche le otto porte BoseLink che consentono di inviare a un amplificatore Bose un segnale digitale non compresso e a bassa latenza.  

Completano la struttura Padova Congress dieci salette multimediali da 100 a 150 posti, di cui quattro polifunzionali. Tutte le sale sono possono essere unite a coppie di due grazie alla presenza di pareti mobili di separazioni; sono equipaggiate per gestire meeting interni stand alone oppure con collegamenti da remoto. L’infrastruttura di diffusione sonora è sempre di Bose: in totale i diffusori da incasso a soffitto sono 60, modello DesignMax DM3C, mentre gli amplificatori sono i PowerShare PS404D. ■


BOX – UN POLO DI RIFERIMENTO PER INNOVAZIONE E RICERCA

La nascita del nuovo Padova Congress coincide con la ridefinizione dell’identità del centro stesso che si vuole proporre come polo di riferimento per eventi legati all’ambito della ricerca e dell’innovazione. «Si è deciso di concentrarci su eventi e fiere di alto livello legate all’innovazione e alla ricerca, anche sulla spinta delle attività dell’Università – spiega Enrico Martin, Direttore tecnico, Padova Hall – Abbiamo mantenuto alcune iniziative strettamente legate al territorio, ma abbiamo rinunciato a fiere di grandi dimensioni, lontane da questi ambiti, e che andrebbero in contrasto, per motivi tematici e logistici, con la linea di sviluppo che abbiamo definito. Il tutto è alimentato anche dall’approvazione di un piano di sviluppo per questo quartiere di Padova, in linea con la ‘filosofia’ che guida il nostro Centro. Qualche esempio: una parte del quartiere espositivo ospiterà un HUB della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova; è stato realizzato un competence center sul fronte di un nostro padiglione dove sarà favorito l’incontro tra impresa e ricerca attraverso una serie di esposizioni permanenti legate a Industria 4.0; nel quartiere sarà realizzato un albergo per supportare l’ospitalità dei visitatori». 


I due line array Bose Room Match presenti nella Sala Mantegna (nella foto), come nella Sala Giotto, sono formati da 6 elementi ciascuno, dotati della tecnologia DeltaQ.

BOX – ASSISTENZA E SUPPORTO  

«Abbiamo siglato un accordo con MosaicoGroup per un contratto di assistenza e manutenzione per i primi mesi di attività, in modo di avere a disposizione competenza e personale di base esperto in grado di darci un supporto di primo livello – spiega Enrico Martin, Direttore tecnico, Padova Hall  – Si consideri che ogni evento necessita di uno o due tecnici a disposizione. Nel frattempo stiamo acquisendo una risorsa interna dedicata specificatamente alla gestione delle operation della parte congressuale, con particolare esperienza nella parte AV. Per i grandi eventi  ci avvaliamo anche dell’aiuto di due service esterni che ci forniscono supporto di pre e post produzione, interfacciandosi con il service del cliente».  


Completano la struttura Padova Congress dieci salette multimediali, di cui quattro polifunzionali. L’infrastruttura di diffusione sonora è realizzata in tutte le sale con diffusori da incasso a soffitto DesignMax DM3C.

BOX – TECNOLOGIA DELTAQ E DISPERSIONE ORIZZONTALE ASIMMETRICA

Abbiamo chiesto a Moreno Zampieri, Regional Sales Engineer, Bose Professional, quale sfida ha presentato la sonorizzazione del Padova Congress e come le soluzioni di Bose hanno garantito un’audio all’altezza della struttura, sia nella Sala Giotto che nella Sala Mantegna. Ecco cosa ci ha risposto. 

«Il progetto curato dal system integrator Mosaico è stato sviluppato sui punti di forza della tecnologia DeltaQ proprietaria di Bose che, in alcuni modelli della serie RoomMatch garantisce un lobo di emissione orizzontale asimmetrico. In pratica, la tecnologia DeltaQ consente di ottenere sul piano orizzontale un lobo di emissione, a sinistra e a destra composto da due aperture diverse, oltre al fatto di poter variare anche il lobo verticale».  Prosegue Zampieri: «Per gli array posizionati ai lati del palco, sono state scelte aperture orizzontali che sul lato interno convergono verso il centro della sala e sul lato esterno evitano al suono di intercettare la parete laterale. In questo modo abbiamo sfruttato tutta l’energia sonora generata dai diffusori che, altrimenti andrebbe parzialmente persa». 

«Infine – conclude Zampieri – vorrei ancora una volta evidenziare quanto è stato utile il supporto di Modeler, il software di Bose capace di elaborare un progetto sulla base delle caratteristiche del contesto e della posizione dei diffusori. Oltre allo studio acustico delle due sale, completo dei diagrammi dei livelli di pressione sonora, che Modeler esegue sempre molto fedelmente se comparato al risultato ottenuto ad installazione effettuata, vengono forniti nell’elaborato tutti i parametri meccanici necessari all’installazione. Ha giovato alla buona riuscita del progetto anche il fatto che durante la realizzazione della struttura non sono intervenute modifiche significative, tali da variare sostanzialmente la posizione degli array RoomMatch».


Persone intervistate

Enrico Martin, Direttore tecnico, Padova Hall
Stefano De Troia, Account Manager di Derecom
Stefania De Toni, Responsabile Area Congressi ed Eventi, Padova Hall
Roberto Tramarin, Senior Sales Director di MosaicoGroup

Link utili

padovacongress.it | mosaicogroup.com | bose.it