Il 9 luglio 2021, a Montalcino, è stato inaugurato il Tempio del Brunello, percorso immersivo ed emozionale che conduce il visitatore alla scoperta del territorio dove viene prodotto uno dei vini più famosi al mondo. Nella sala Calix del Tempio, le pietre a vista delle pareti diventano lo ‘schermo’ per una proiezione immersiva ottenuta con sei proiettori Panasonic PT-RZ690, tecnologia DLP, e ottiche ultra corte ET-DLE035, scelti e installati da ETT Spa. Curatrice del percorso immersivo: Opera Laboratori.

Il rosso di Montalcino e il territorio in cui esso nasce sono legati da un rapporto profondo: il vino ha dato fama e riconoscibilità internazionale al territorio, il territorio (la terra vera e propria e l’operosità di chi la abita) ha dato al vino le sue caratteristiche organolettiche uniche.

Questo legame inscindibile è ciò che lo spazio museale L’Oro di Montalcino vuole raccontare, proponendo al visitatore un mix tra esperienze virtuali ed esperienze reali. Realtà virtuale, realtà aumentata, schermi touch e proiezioni immersive diventano infatti lo stimolo e la guida per progettare un successivo percorso di visita ai tesori di Montalcino. Una visita che i curatori museali di Opera Laboratori hanno concepito secondo il principio della macchia d’olio: per primi si visitano i tesori artistici e architettonici dell’ex complesso conventuale e monumentale di Sant’Agostino, che ospita il museo; da lì la visita si allarga alla città di Montalcino, per estendersi poi a tutto il territorio circostante, la cui terra e la cui gente sono il segreto di uno dei vini più famosi al mondo.

Dal punto di vista emozionale, il culmine della visita è la proiezione immersiva che avviene in una delle sale ipogee del Tempio del Brunello, dove il visitatore, immerso nelle profondità della terra di Montalcino, circondato da pareti con pietre a vista, volti a botte e archi a sesto acuto (che ricordano un calice, da cui il nome della sala), può ammirare i capolavori d’arte prodotti nel territorio di Montalcino e del Senese, proiettati direttamente sulle pietre e accompagnati da musiche evocative. 


Calix è l’ambiente dall’impatto emotivo maggiore.Su ciascuna di queste pareti il visitatore osserva la proiezione immersiva in videomapping dei capolavori d’arte antica del territorio di Montalcino e del senese – M. Sanfilippo

Il culmine della visita è la proiezione immersiva che avviene in una delle sale ipogee del Tempio del Brunello,la Sala Calix, dove il visitatore può ammirare i capolavori d’arte prodotti nel territorio di Montalcino e del Senese. 

Un’installazione di questo tipo presenta al System Integrator diverse complessità: l’intervento deve essere poco invasivo, trattandosi di un complesso vincolato dalle belle arti, ma soprattutto non deve intralciare il passaggio dei visitatori dentro spazi stretti e bui; inoltre occorre coprire con le immagini pareti larghe otto metri e alte tre, potendo sfruttare una distanza, tra parete e proiettore, di poco più di due metri. La soluzione è stata trovata grazie ai proiettori Panasonic PT-RZ690, tecnologia DLP, e ottiche ultra corte ET-DLE035 con retroproiezione a specchio.

Ne parliamo con Maddalena Sanfilippo, Coordinatrice del progetto per Opera Laboratori insieme al responsabile Stefano Di Bello e con il System Integrator Matteo Ventrella, CTO di ETT SpA, entrambe società leader rispettivamente nel campo della curatela museale e dell’innovazione digitale.


La sfida: trasformare un antico spazio ipogeo in un teatro immersivo

Prima di addentrarci negli spazi, stretti e affascinanti, della sala Calix, vero cuore emozionale del Tempio del Brunello e sede dell’installazione dei proiettori Panasonic, chiediamo a Maddalena Sanfilippo di Opera Laboratori di parlarci di Opera Laboratori, società leader nel settore museale. Già da quest’introduzione è infatti chiaro che la qualità era uno  dei primi requisiti che la committenza pretende dai progetti che cura, e dunque anche da questa installazione.

«Il motto di Opera Laboratori – dice Maddalena Sanfilippo – è ‘lavoriamo ad arte per l’arte’: ci occupiamo di musei e mostre permanenti e temporanee, di progettazione di allestimenti, di marketing territoriale, e in ciascuno di questi ambiti ci prefiggiamo lo scopo di rendere indimenticabile l’esperienza del visitatore, coniugando innovazione tecnologica e amore per la tradizione. Nel nostro portfolio ci sono, per fare solo alcuni esempi, gli Uffizi, il duomo di Siena, i musei di Pienza, il duomo di Arezzo. Il nostro lavoro unisce la professionalità all’amore per un territorio unico, ed è con questo spirito che ci siamo dedicati a L’Oro di Montalcino e al Tempio del Brunello. Senza dubbio volevamo un risultato di alto livello, in linea con la nostra filosofia lavorativa».


La sala Calix. 

Maddalena Sanfilippo ci offre quindi una   panoramica del percorso che il visitatore affronta quando entra nel complesso museale. In sintesi, la visita inizia entrando nell’ex complesso conventuale di Sant’Agostino, cuore millenario della città di Montalcino, incrocia due chiostri, la chiesa di Sant’Agostino, riaperta, dopo un lunghissimo restauro, un museo di arte sacra e il museo archeologico, che si trova in uno spazio sotterraneo, proprio accanto al Tempio del Brunello . Quest’ultimo, inaugurato nel luglio 2021 e ospitato negli spazi ipogei del complesso, è composto da quattro installazioni principali: il Rex, le Voci del Brunello, Quadro DiVino (approfonditi nel  box dedicato)  e il ‘nostro’ Calix.


Il chiostro coperto, ribattezzato InChiostro, è il punto di partenza della visita e offre subito al visitatore un’immagine che è emblematica di come, nel percorso immaginato da Opera Laboratori, multimedialità e realtà vadano a braccetto: qui infatti il visitatore trova sia dei visori di realtà virtuale, che gli permettono di sperimentare un volo, dall’alba al tramonto, attraverso tutto il territorio di Montalcino, sia (nella bella stagione) delle e-bike, che possono essere noleggiate per compiere davvero quel percorso attraverso il territorio. 

«Calix è l’ambiente dall’impatto emotivo maggiore– spiega Sanfilippo – Una galleria sotterranea divisa in tre sezioni da pareti con pietra a vista, ciascuna delle quali presenta al centro un arco ogivale a sesto acuto, simile a un calice rovesciato – da cui il nome della stanza, Calix – Su ciascuna di queste pareti il visitatore osserva la proiezione immersiva in videomapping dei capolavori d’arte antica del territorio di Montalcino e del senese». Tornando ai ragionamenti che hanno preceduto l’installazione, Sanfilippo commenta: «La sfida è stata trovare una soluzione per ottenere una proiezione immersiva efficace, dovendo proiettare su pietra viva e su pareti molto larghe e alte ma con poca profondità nei vani da sfruttare per posizionare i proiettori. Questa stanza doveva essere qualcosa di ‘speciale’, ed era necessario trovare gli strumenti tecnologici in grado di rendere l’impatto emotivo che ci aspettavamo da questo spazio, culmine del percorso del visitatore, nonostante le evidenti particolarità del contesto». 


La soluzione: sei proiettori Panasonic PT-RZ690 con ottiche DLE035  

«Opera Laboratori – dice Ventrella – si è affidata a noi sia per la realizzazione tecnica della proiezione immersiva (scelta dei proiettori e delle ottiche e loro sincronizzazione) sia per la creazione dei contenuti.

La sfida che ci hanno proposto non era semplice, per diversi motivi [già accennati  precedentemente -ndr]: innanzitutto, lavorando in uno spazio tutelato, si doveva minimizzare l’impatto dell’installazione; inoltre, poiché i visitatori devono muoversi entro spazi stretti, era impensabile posizionare i proiettori a terra, per evitare che essi creassero intralcio; aggiungiamo che il soffitto è costituito da volte a botte, alle quali non era possibile attaccarsi. Una prima risposta a queste criticità, lo diciamo subito, è stata pensare alla realizzazione di una struttura leggera che ci permettesse di ancorare i proiettori a soffitto». 


Ma il problema principale, ci spiega Ventrella, era di natura strettamente geometrica: le pareti che dividono lo spazio in tre nicchie, sono larghe otto metri ma profonde poco più di due.



«Abbiamo scelto di utilizzare sei proiettori Panasonic PT-RZ690, con ottiche ultra short throw ET-DLE035 con retroproiezione a specchio. Ne abbiamo utilizzati due per ciascuna sezione della sala, posizionandoli sul soffitto, ai lati dell’arco che conduce alla sezione successiva. In questo modo non è stato necessario nasconderli, dato che essi si trovano in un punto buio e posto alle spalle del visitatore, la cui attenzione è attirata dalle immagini proiettate sulla parete. Il mapping è perfetto e la tecnologia DLP raggiunge i livelli più alti proprio in situazioni come questa: le immagini sono nitide e i colori vivi, nonostante la superficie su cui si proietta sia costituita da pietre a vista. Anzi, l’effetto risulta in questo modo ancora più suggestivo. Per completare l’effetto scenico, abbiamo attinto alla nostra esperienza nei teatri, aggiungendo all’impianto sei teste rotanti Martin, che ‘bagnano’ di luce le due paretine laterali di ciascuna nicchia, creando un effetto di movimento verso il pavimento. Lo show si attiva, grazie a un sensore, non appena il visitatore entra nella sala». 


Sala Calix: la disposizione dei 6 proiettori Panasonic PT-RZ690 con ottica ET-DLE035 ultra corta, numerati da 1 a 6. In evidenza, oltre alla posizione dei proiettori anche i relativi coni di proiezione.

caratteristiche da evidenziare il sensore 1-chip DLP, la luminosità di 6mila lumen e una ruota colore sviluppata per garantire una elevata fedeltà colorimetrica, particolarmente performante nelle applicazioni museali e nelle proiezioni immersive in configurazione edge-blending e mapping perché non determina perdita di luminosità.
Di fianco, la sola ottica ET-DLE035. Con un rapporto di tiro pari a 0,38:1 a soli due metri di distanza dallo schermo è in grado di proiettare immagini da 250 pollici

Il l problema principale era di natura strettamente geometrica: le pareti che dividono lo spazio in tre nicchie, sono profonde poco più di due metri. Abbiamo risolto grazie alle ottiche ultra short throw Panasonic ET-DLE035 – M. Ventrella


Una soluzione leggera, facile da gestire e affidabile 

 «Lavoriamo con i musei dal 2010 – spiega Ventrella – e nella maggior parte dei casi ci capita di fare da System Integrator per mostre permanenti. La nostra esperienza ci ha insegnato che, in questi casi, è necessario offrire la soluzione più agile e affidabile possibile, che non richieda una manutenzione complessa. Nel caso di un museo virtuale, come è in gran parte il Tempio del Brunello, c’è poi un problema in più: se salta il sistema di proiezione, il museo, in un certo senso, scompare, sprofonda nel buio; dovevamo fare in modo di minimizzare un simile rischio.

Anche per questo motivo abbiamo scelto i proiettori Panasonic, che, oltre a una colorimetria perfetta, garantiscono grande affidabilità nel tempo. Il laser in questo senso è una garanzia ulteriore, perché esclude il rischio del surriscaldamento delle lampade e riduce al minimo gli inconvenienti legati all’umidità che, in un sotterraneo, sono sempre da mettere in conto.

Un altro accorgimento che abbiamo imparato a usare in contesti come questo è evitare di avere un’unica regia centrale (basterebbe infatti un qualsiasi guasto alla regia per azzerare del tutto lo show). I proiettori della sala Calix funzionano invece con la tecnica detta Wall, tipica del digital signage: i proiettori sono tutti in rete e ricevono tutti lo stesso segnale, che ciascuno di essi interpreta per la parte di propria competenza, sincronizzandosi con tutti gli altri. C’è un proiettore master, rispetto al quale gli altri lavorano come slave, eliminando la necessità di un’unica regia. Se mai dovesse esserci un problema legato a un singolo proiettore, lo show proseguirebbe comunque e noi saremmo in grado di intervenire da remoto su quel proiettore. Chi gestisce il Tempio del Brunello deve sostanzialmente agire su un unico interruttore, che dà e toglie corrente all’impianto: accendendolo, lo show parte in automatico, attivandosi al passaggio dei visitatori; spegnendolo, lo show si interrompe».


Il complesso che ospita l’Oro di Montalcino. 

IL TEMPIO DEL BRUNELLO: REX, LE VOCI DEL BRUNELLO, QUADRO DIVINO

Il Tempio del Brunello è composto da quattro installazioni principali: il Rex, le Voci del Brunello, Quadro DiVino e Calix. Di Calixa, abbiamo parlato nell’articolo; qui Maddalena Sanfilippo, Coordinatrice del progetto per Opera Laboratori, spiega meglio gli altri tre ambienti. 

Rex – «Il primo ambiente si chiama Rex, dal nome dello storico cinema di Montalcino, che prima si trovava in questa sala. Noi abbiamo giocato con questo nome, poiché il Brunello è anche il re del territorio e il re dei vini. In questo spazio sono celebrati i quattro pilastri che hanno fatto la grandezza del vino: il terreno, la biodiversità, il clima e il lavoro delle persone». 

Le voci del Brunello – «In fondo al Rex c’è una porta a forma di botte, chiusa da una tenda: superando la tenda si entra nel secondo ambiente, nel quale, attraverso una proiezione in videomapping eseguita direttamente sulle pietre della parete di fondo, il visitatore può guardare e ascoltare le interviste ad alcuni grandi produttori del Brunello di Montalcino, ciascuno dei quali presenta la propria esperienza unica. Abbiamo chiamato questa sala Le voci del Brunello».

Quadro di Vino – «Il terzo ambiente, Quadro DiVino, contiene un monitor touch, mediante il quale il visitatore può realizzare un disegno astratto, che utilizza la tavolozza del territorio di Montalcino (l’oro della terra, il blu del cielo, il verde delle vigne e il rosso rubino del vino) e vedere la propria opera proiettata sulla parete».


L’Oro di Montalcino: l’enoteca bistrot

I CONTENUTI 

ETT non si è occupata solo dell’installazione dei proiettori e delle soluzioni tecniche, ma ha prodotto, in stretta collaborazione con Opera Laboratori, anche i contenuti ai quali i visitatori del Tempio del Brunello assistono durante il percorso. «Nel nostro team – spiega Matteo Ventrella – abbiamo una squadra di contenutisti, che, una volta recepita l’idea portante che il cliente desidera trasmettere, la trasforma in storyboard. Dallo storyboard si parte per acquisire tutta la documentazione audio e video necessaria e, se necessario, la si produce ex novo, facendo ricerca iconografica o girando video.

È il contenuto a comandare – sottolinea Ventrella – Da esso partiamo per decidere quali soluzioni hardware e software utilizzare, e non viceversa». La collaborazione tra un System Integrator attento al contenuto e un utente finale specializzato nella narrazione dei luoghi e nel marketing territoriale è il segreto che ha reso possibile l’esperienza di grande impatto emozionale che il Tempio del Brunello offre al visitatore e che, tra le nicchie della sala Calix, raggiunge il proprio vertice. «La collaborazione con ETT – conclude Maddalena Sanfilippo – è stata costante ed efficace, da ogni punto di vista: ci hanno aiutato a tradurre i concetti che volevamo esprimere in immagini, suoni ed esperienze multimediali e hanno risposto prontamente a qualsiasi nostra richiesta di tipo tecnico.

Il risultato, dal punto di vista del visitatore, è un’esperienza indimenticabile, che inizia con la realtà virtuale di InChiostro, passa dalle proiezioni immersive del Tempio del Brunello e culmina con la degustazione dentro l’enoteca bistrot, sotto la guida di sommelier virtuali e reali: tanto – aggiunge Maddalena Sanfilippo – che adesso è difficile resistere alla tentazione di modernizzare anche le sale del museo archeologico e del museo d’arte sacra, portandole allo stesso livello». Una tentazione che potrebbe portare a nuove collaborazioni tra Opera Laboratori ed ETT.


Persone intervistate

Maddalena Sanfilippo
Coordinatrice del progetto per Opera Laboratori 

Matteo Ventrella
CTO, ETT SpA 


Link utili

 orodimontalcino.it | operalaboratori.com | ettsolutions.com | panasonic.net/cns/projector