Nel cuore di Treviso sorge il Palazzo della Luce, uno spazio innovativo nato dalla riqualificazione di un edificio storico. Qui si può studiare, lavorare, organizzare meeting e conferenze. Tra i fiori all’occhiello del Palazzo, le proiezioni immersive della Experience room, realizzate grazie a quattro proiettori Epson in edge blending. System integrator AV: Treccani Sistemi.


A Treviso c’è un luogo che riassume perfettamente la natura sfaccettata di una città nella quale convivono storia e innovazione, vocazione artistica e vocazione commerciale, tradizione e design. Il nome di questo luogo, Palazzo della Luce, ha un duplice significato: da un lato si riferisce alla luce vera e propria, che inonda le stanze dell’edificio entrando da sessanta finestre e integrandosi con un sistema domotico di regolazione dell’illuminazione, della temperatura e della qualità dell’aria di ogni ambiente; dall’altro usa la luce come metafora delle idee, dell’innovazione, dell’apertura mentale. Le stanze del Palazzo della Luce, infatti, sono a disposizione di privati e aziende per organizzare momenti di formazione, sessioni di coworking, presentazione di prodotti, convention, meeting: insomma, ogni tipo di evento dedicato alla nascita, alla condivisione e alla crescita di progetti innovativi

Il cuore del palazzo – e l’argomento di questo Case Study – è la Experience room: una sala polifunzionale che può ospitare circa ottanta persone e che, grazie a quattro proiettori Epson (tre EB-L1490U e un EB-L1500UH), permette di integrare le classiche presentazioni basate su slide con vere e proprie proiezioni immersive in edge blending. Il tutto con un impatto minimo sulla struttura storica dell’edificio, poiché, grazie all’ottica ELPLX02 a collo di cigno, i quattro proiettori risultano quasi invisibili. Ne parliamo con Patrizio Bof, Presidente e Fondatore del Palazzo della Luce e di Infinite Area (vedi il box dedicato) e con Daniele Treccani, Direttore Tecnico di Treccani Sistemi, che ha curato il progetto e l’installazione della soluzione Audio Video. 



La Experience room è una sala polifunzionale che, grazie a quattro proiettori Epson (tre EB-L1490U e un EBL1500UH), permette di integrare le classiche presentazioni basate su slide con vere e proprie proiezioni immersive in edge blending.

Lo spazio in cui un evento si svolge può contribuire in modo determinante alla sua riuscita e all’efficacia del messaggio che si vuole trasmettere, aggiungendo un elemento emozionale – Patrizio Bof


La sfida: creare un ambiente ad alto impatto emozionale, integrando storia e innovazione 

Per introdurre questa Case Study è corretto parlare non di una, ma di due sfide. La prima, di cui parliamo subito, riguarda la riqualificazione dell’intero edificio, che doveva mantenersi in perfetto equilibrio tra storia e innovazione; la seconda – di cui ci occupiamo nel dettaglio nella parte successiva di quest’articolo – riguarda l’Experience room. 

«La nostra concezione del recupero edilizio – spiega Bof – coniuga il rispetto del territorio e dell’ambiente con l’innovazione tecnologica: quello che facciamo è cercare spazi che necessitano di essere riqualificati e trasformarli in incubatori di idee, proiettati nel futuro, pur nel rispetto della loro vocazione storica. Così abbiamo fatto nel 2015 quando abbiamo creato Infinite Area, e così abbiamo fatto oggi con il Palazzo della Luce. Parliamo di un edificio del 1500, danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, poi rinato e utilizzato per anni come sede di formazione scolastica. Siamo intervenuti con un lavoro di restauro frutto di un dialogo tra passato e modernità, dialogo che il visitatore lo può percepire subito chiaramente. Se vi accostate al Palazzo della Luce, infatti, vedrete per prima cosa la facciata, completamente restaurata, sulla quale siamo riusciti a riportare in luce gli affreschi originali. Ma, appena varcata la soglia, vi troverete proiettati nel futuro, dentro stanze piene di luce, interamente domotizzate (dalla regolazione della luce a quella della temperatura, dalla sanificazione e profumazione dell’aria alla tutale copertura web), arredate con mobili di design e dotate delle più moderne tecnologie». 


Una visione d’insieme della Experience room nel Palazzo della Luce durante la sua inaugurazione.

Il Palazzo della Luce mantiene intatta non solo la struttura fisica dell’edificio preesistente, ma anche la sua vocazione formativa («qui hanno studiato generazioni di trevigiani» – dice Bof). La struttura del palazzo, infatti, rispecchia le tre fasi della vita intellettuale degli esseri umani: Learn (primo piano: spazi dedicati all’insegnamento e all’apprendimento), Share (secondo piano: spazi dedicati allo scambio di idee), Grow (terzo piano: spazi dedicati a far crescere i propri progetti). 

Al primo piano, con la possibilità di aprirsi sia sull’interno dell’edificio sia verso la piazza esterna, si trova la Experience room, fiore all’occhiello dell’edificio

«Si tratta – spiega Bof – di una sala rettangolare, che può ospitare circa ottanta persone e che ha una natura polifunzionale: può ospitare presentazioni di prodotti, meeting aziendali e CDA, corsi e conferenze, e permette di realizzare sia proiezioni tradizionali (le classiche slide che accompagnano una presentazione) sia una vera e propria proiezione immersiva, ad alto impatto emozionale. Il tutto senza che la tecnologia installata vada a impattare sulla struttura storica della sala». 


La facciata restaurata del Palazzo della Luce, con il recupero degli affreschi originali.

La soluzione: quattro proiettori Epson con ottica ultra short throw ELPLX02 

Lasciamo ora la parola a Daniele Treccani, Direttore Tecnico di Treccani Sistemi, che ha curato la soluzione Audio Video e la videoproiezione nella Experience room. 

«Siamo stati coinvolti in questo lavoro dalla società Essepi Impianti, che si è occupata dell’impianto elettrico di potenza e di building automation. Lavorare all’Experience room ci ha posto di fronte a diverse sfide: si trattava di realizzare un ambiente flessibile, che potesse adattarsi, con la stessa efficacia, a un aperitivo con digital signage, a una conferenza, a un CDA, arricchendoli, dal punto di vista emozionale, con una proiezione immersiva in edge blending. Il tutto doveva essere realizzato senza che la tecnologia impattasse troppo sulla struttura storica dell’edificio e senza che le ombre delle persone presenti in sala potessero disturbare la proiezione». 

La Experience room ha due porte di ingresso: una (sul lato corto) che la collega con la piazza su cui affaccia il Palazzo della Luce e una (su uno dei lati lunghi) che dà sull’atrio del piano terra, dove c’è la reception. La proiezione immersiva avviene sulle due pareti lunghe (una delle quali può essere utilizzata solo per metà, essendoci la grande porta di ingresso) e sulla la parete corta in fondo alla sala. Sui due lati lunghi del rettangolo la proiezione avviene direttamente sulle pareti, mentre la parete di fondo è dotata di un telo motorizzato

«Per soddisfare la richiesta del committente – ci spiega Daniele Treccani – abbiamo scelto tre proiettori Epson EB-L1490U da 9 mila lumen e un Epson EB-L1500UH da 12 mila lumen. I tre EB-L1490U proiettano sulle pareti lunghe, uno sulla parete con la porta e due su quella di fronte, mentre l’EB-L1500UH proietta sul telo della parete di fondo. I proiettori possono lavorare sia in modo indipendente, sia in sincrono, in edge blending, per un effetto immersivo di grande impatto. Tutti e quattro i proiettori sono dotati inoltre di ottica ultra short throw ELPLX02 a collo di cigno, con zero offset e rapporto di tiro 0,35:1». 

Treccani sottolinea l’importanza dell’ottica ELPLX02, montata su tutte e quattro le macchine. «L’ottica a collo di cigno ci ha permesso di incassare completamente il corpo dei proiettori nel soffitto, così che essi non impattino affatto sull’ambiente. Inoltre, il rapporto di tiro della ELPLX02 è impressionante e ci ha permesso di coprire con la proiezione tutta la parete, nonostante i proiettori siano posizionati a meno di due metri da essa. In questo modo non c’è nessun pericolo che le persone presenti in sala possano disturbare la proiezione con la propria ombra». 


Grazie all’ottica zero offset a collo di cigno, i proiettori possono rimanere soffitto a meno di due metri dalle pareti: basso impatto estetico e nessun pericolo che le ombre delle persone possano disturbare la proiezione – Daniele Treccani


Disposizione dei proiettori nella Experience room e schema a blocchi della soluzione. Nella foto il proiettore Epson EBL1490U con ottiche Ultra Short Throw ELPLX02, a collo di cigno zero offset.

Flessibilità: dalla classica presentazione fino all’immersione totale 

Una delle esigenze più importanti dell’utente finale era che la Experience room fosse un ambiente il più possibile flessibile e versatile. 

«Il nostro impegno – spiega Patrizio Bof – è far sì che gli spazi si adattino alle esigenze delle persone, e non viceversa. È la filosofia che sottende a tutto il Palazzo della Luce, e nella Experience room essa trova la sua massima espressione». 

«Il committente – aggiunge il system integrator – ci ha chiesto un sistema di proiezione che fosse semplice da gestire e soprattutto versatile, capace di supportare sia una presentazione tradizionale (con slide in powerpoint, per intenderci), sia una proiezione totalmente immersiva, con i quattro proiettori che lavorano in edge blending, sia eventualmente anche una via di mezzo tra le due soluzioni. 

Ci siamo riusciti grazie alla precisione delle ottiche Epson, alla semplicità di utilizzo dei proiettori e al software Dataton Watchout, che permette di gestire con semplicità il palinsesto. Ogni fase della proiezione, dalla scelta dei contenuti, allo switch tra una sorgente e l’altra, alla regolazione audio e video, fino all’accensione e spegnimento dei proiettori, può essere gestita da un touch screen, o anche da remoto, scaricando una app su un tablet o un cellulare». 

Chi utilizza la Experience room può scegliere tra un digital signage immersivo o una presentazione più classica basata su slide, oppure può unire le due cose, dedicando il proiettore centrale alle slide e quelli laterali alla proiezione immersiva. 


Nelle tre immagini, indicate con un ovale, si scorgono le ottiche a collo di cigno di Epson; i proiettori, invece, sono nascosti nel soffitto.

«Questo risultato – spiega Treccani – è stato ottenuto con una soluzione tecnica molto semplice: tutti e quattro i proiettori sono collegati al processore che gestisce l’immesività; il proiettore centrale è però collegato in HDMI anche ad un secondo processore, che permette ai relatori di utilizzarlo per proiettare sullo schermo il contenuto del loro computer o del loro tablet. Basta un click per fare lo switch tra i diversi tipi di proiezione. Tutti i collegamenti sono stati effettuati in HDMI e HDBaseT». 

Una sala iperconnessa, per eventi che uniscono presenza fisica e virtuale.

«La Experience room – racconta Patrizio Bof – dispone di ottanta posti, ma è predisposta per ospitare anche eventi diffusi, che mettano in connessione le persone fisicamente presenti nella sala con quelle che occupano tutti e tre i piani del Palazzo della Luce e con infinite altre, collegate in remoto dalle loro case e dai loro uffici. Il futuro sarà, infatti, sempre più caratterizzato da eventi ibridi, che uniscono la presenza fisica e quella virtuale. Per favorire l’organizzazione di questo tipo di eventi – aggiunge Bof – abbiamo creato un’applicazione dedicata, che si chiama Evvvents (www.evvvents.com) e grazie alla quale è possibile invitare i partecipanti all’evento, informarli in anticipo sul programma, gestire il check-in sia fisico sia virtuale, interagire con il relatore, condividere materiale eccetera. Siamo quindi in grado di creare eventi che hanno al centro il luogo fisico in cui si svolgono, ma che prima, durante e dopo possono essere arricchiti dall’interazione virtuale». 

La pandemia ha insegnato a tutti noi che, con le opportune tecnologie, è possibile scavalcare le distanze e creare eventi virtuali che non hanno molto da invidiare al classico meeting in presenza. Ma c’è qualcosa che un incontro totalmente virtuale non potrà mai offrire, ovvero l’emozione legata alla bellezza dello spazio fisico che lo ospita. «Lo spazio in cui un evento si svolge – sottolinea a questo proposito Patrizio Bof – può contribuire in modo determinante alla sua riuscita e all’efficacia del messaggio che si vuole trasmettere, aggiungendo un elemento emozionale. Nel caso del Palazzo della Luce, l’emozione inizia fin da quando si varca la porta di un edificio del 1500 e ci si trova proiettati nel futuro e culmina con la proiezione immersiva della Experience room». 

L’emozione, naturalmente, è tanto più forte quanto più la luminosità, il tratto e i colori delle immagini sono perfetti e a questo proposito Daniele Treccani aggiunge: «Quando proponiamo a un cliente i proiettori Epson, abbiamo la certezza di offrirgli colori fedeli, immagini ad alta definizione e una luminosità di grande impatto: i proiettori dedicati alle pareti laterali della Experience room proiettano immagini a 9mila lumen, mentre quello centrale arriva a 12mila lumen». 


Sui due lati lunghi del rettangolo la proiezione avviene direttamente sulle pareti, mentre la parete di fondo è dotata di un telo motorizzato.

La soddisfazione del cliente 

Dice Patrizio Bof: «Siamo completamente soddisfatti della resa dei proiettori Epson. Le immagini sono luminose e perfettamente definite, l’interazione tra le quattro macchine è calibrata al millimetro e la loro gestione estremamente semplice. Possiamo offrire ai fruitori della Experience room palinsesti a tema predefinito (mare, foresta, biblioteca eccetera), capaci, a seconda delle esigenze, di rilassare o emozionare il pubblico. Ma possiamo anche, in alternativa, supportare le aziende nella creazione di palinsesti ad hoc. Grazie alla competenza del team creativo di InfiniteArea, che ha già seguito e realizzato con successo la soluzione installata nella sede di Montebelluna, siamo in grado di sviluppare per i nostri clienti e i nostri ospiti contenuti su misura e ad alto impatto emozionale in modo autonomo, per garantire un servizio ‘chiavi in mano’ senza ricorrere a service esterni per la creazione dei contenuti e integrando la tecnologia Epson, come si può ben vedere dalle immagini riportate in questo articolo».


INFINITE AREA (MONTEBELLUNA) E PALAZZO DELLA LUCE (TREVISO): TRA RECUPERO STORICO E ANTICIPAZIONI DEL FUTURO 

Il recupero del Palazzo della Luce, improntato al rispetto della tradizione storico architettonica e alla sua integrazione con le tecnologie più avanzate, ha un precedente importante, curato anch’esso da Patrizio Bof: parliamo di Infinite Area, spazio dedicato al coworking e all’organizzazione di eventi nato nel 2015 dal recupero di un capannone industriale.

«Anche Infinite Area – dice Patrizio Bof – vuole stimolare la nascita, la crescita e lo scambio delle idee grazie alla potenza evocativa degli spazi: se a Treviso abbiamo la Experience room, a Montebelluna abbiamo fatto trasportare nel capannone un’autentica carlinga di aereo e l’abbiamo trasformata in spazio di lavoro, per ricordare che ogni innovazione è un viaggio da condividere».

Le sfide, per Patrizio Bof, non sono finite: il prossimo obiettivo è quello di applicare il metodo già utilizzato per Infinite Area e Palazzo della Luce (recupero edilizio in bilico tra tradizione e innovazione), al mondo dell’hospitality


Persone Intervistate

Patrizio Bof
Presidente e Fondatore
Palazzo della Luce e Infinite Area

Daniele Treccani
Direttore Tecnico, Treccani Sistemi


Link utili

palazzodellaluce.com | treccanisistemi.it | epson.it | evvvents.com