Il teatro Bellini, realtà storica di riferimento per Napoli, si è dotata di un sistema audio di alta qualità non solo nella Sala Grande dove si svolgono gli spettacoli, ma anche in tutti gli spazi, dall’ingresso al bar, per supportare eventi di ogni tipo e creare nuove suggestioni. Tecnologia installata K-array, distribuita da Exhibo. 


Per il Bellini – realtà storica di riferimento nel circuito teatrale di Napoli – il lock down è stato l’occasione per riflettere non solo sui contenuti, ma anche sul teatro come ‘contenitore’ di spettacoli ed eventi e sulle sue potenzialità. Si è quindi scelto di dotare la struttura di 49 diffusori e 5 amplificatori K-array (Exhibo) distribuiti tra Sala Grande del teatro (dove si svolgono gli spettacoli), bar, foyer, ingresso interno ed esterno; un nuovo sistema audio che consente allo spazio, come spiegheremo meglio in seguito, di essere flessibile per adattarsi a situazioni e necessità differenti, creare nuove suggestioni e rendere più ricca l’esperienza dell’‘andare a teatro. Tra le principali sfide, quella di rispettare un edificio storico e la sua estetica rendendo la tecnologia nascosta o in armonia con lo spazio in cui è stata inserita.    

Ne parliamo con Gabriele Russo, Codirettore Artistico, Teatro Bellini e Alessio Foglia, Sound Designer Residente, Teatro Bellini. 


Teatro storico napoletano, il Bellini è diventato oggi un vero e proprio hub della cultura, punto di riferimento e crocevia di un pubblico decisamente trasversale. 


La sfida: flessibilità e un’esperienza più ricca per lo spettatore

Come già accennato, il Teatro Bellini, nato nel 1878, è sempre stato una realtà di riferimento nel panorama teatrale della città, prima per il mondo dell’opera lirica, poi nel tempo anche per il teatro di prosa, fino a configurarsi dagli inizi degli anni ‘90, dopo un alternarsi di periodi più o meno fortunati, come un teatro con una proposta ricca e stimolante,  aperto al panorama internazionale e alle forme di spettacolo più innovative. Grazie al Bellini sono stati per la prima volta a Napoli e in molti casi in Italia dai Momix a Lindsay Kemp, da Freaks a Zingarò, da Woody Allen a Carmelo Bene fino a eccellenze della musica come Keith Jarret.


Volevamo poter creare attraverso le musiche atmosfere in linea con lo spettacolo in programma perché l’esperienza dello spettatore iniziasse anche prima dello spettacolo vero e proprio – G. Russo


L’attuale consiglio direttivo, di cui Gabriele Russo fa parte insieme al fratello Daniele e alla sorella Roberta, ha quindi dato ulteriore carattere al programma: «Abbiamo preso in mano la direzione 12 anni fa. Siamo i direttori più giovani del panorama italiano – spiega Gabriele Russo – e siamo anche registi e attori. Arrivavamo da esperienze all’estero ed eravamo curiosi di esplorare altri linguaggi, cercare realtà nuove. Portavamo con noi l’idea di teatro come contenitore per esplorare spettacoli ed eventi di diverse tipologie, ed è un approccio che ci ha premiato: oggi il nostro pubblico è quello con la media d’età più giovane di Italia». 

Il lock down ha interrotto questo flusso di crescita, ma è stato anche un’occasione importante per ragionare sui contenuti e sulla struttura del teatro. 

«In un mondo che diventa sempre più digitale, dove anche stando a casa diverse piattaforme offrono intrattenimento di alta qualità a prezzi competitivi rovesciando vecchie abitudini, ci siamo interrogati su come il teatro potesse alzare la qualità esperienziale offerta. L’audio amplificato è un tema spesso trascurato nei teatri, e che invece rappresenta un cambio radicale, che il pubblico percepisce oggi più che mai, poiché è già abituato in altri ambienti a soluzioni di alto livello – si pensi per esempio al cinema». Russo spiega che la sfida era duplice: 

– certamente fornire la Sala Grande del Teatro di un impianto audio di livello per supportare gli spettacoli: «Il Bellini ha un’acustica veramente perfetta, pensata per la lirica, che consente spesso alle compagnie di prosa di recitare senza alcun ausilio tecnologico. E  tuttavia in prospettiva ci aspettiamo che cambino alcune abitudini e che vada ad aumentare l’utilizzo di microfoni e diffusori; pensiamo anche a tutti quegli spettacoli ed eventi con accenti innovativi, con carattere musicale e di sperimentazione. Volevamo dunque una soluzione audio all’altezza dell’acustica naturale della sala».  

– la sfida maggiore però riguardava il progetto acustico nel suo complesso: «La nostra idea di teatro  sempre aperto, partecipato, che può essere vissuto in modo diverso in tutti i momenti anche prima e dopo gli spettacoli, ci ha fatto pensare a una soluzione che coinvolgesse tutti gli ambienti dell’edificio, a partire dall’ingresso esterno fino ai foyer e al bar: volevamo poter creare, attraverso le musiche, atmosfere in linea con lo spettacolo in programma perché l’esperienza dello spettatore iniziasse anche prima dello spettacolo vero e proprio; inoltre volevamo  avere la flessibilità di gestire l’audio in tutti gli ambienti per adattarci a eventi diversi: artistici, culturali, ma anche aziendali ecc.».  

Ovviamente, sottolinea Russo, il tutto doveva avvenire nel rispetto di un edificio storico protetto dalla sovrintendenza delle belle arti e con una forte attenzione per l’estetica della tecnologia a vista: «La nostra esigenza era un’acustica di alta qualità – sia in sala che nei vari ambienti – rimanendo il più invisibili possibili”», dice Russo. 



La soluzione: tecnologia K-array per un sistema audio che copre ogni ambiente del teatro 

Vediamo dunque con Alessio Foglia cosa è stato fatto, ripercorrendo tutti gli ambienti a partire dall’ingresso esterno del teatro, per poi passare all’ingresso interno, al foyer, al bar sino alla Sala Grande. Non parleremo in questa case study dell’altra sala teatrale del Bellini, la Sala Piccola, attualmente non ancora coinvolta nei lavori di aggiornamento, che sarà dotata di una soluzione pensata sulla falsa riga della Sala Grande che andremo a descrivere, ovviamente ridimensionata.   

L’ingresso esterno – In questo spazio affacciato sulla strada, le locandine cartacee sono state sostituite da videowall che trasmettono video e contenuti vari, offrendo ovviamente un ventaglio di possibilità di comunicazione molto più ampio. Sul piano audio l’upgrade ha previsto l’installazione sulla facciata esterna dell’edificio, sotto la balconata che sovrasta le tre porte di accesso, di tre line array Kobra KK52 e due Subwoofer Rumble KU210

«Ci ha guidati nella scelta – spiega Foglia – il fatto che queste soluzioni sono piccole, adatte a stare all’esterno, con una potenza adeguata a fare arrivare il suono in una certa area del marciapiede; infine, la possibilità di poter impostare una copertura molto direzionale, evitando dispersioni».   


La risposta in frequenza in Sala Grande ai diversi ordini di posto.

Sul piano estetico per migliorare l’impatto si è scelto di customizzare il colore dei diffusori dello stesso beige delle pareti. Anche la scelta degli Anakonda flessibili è stata fatta per rendere la tecnologia bene integrata sul piano visivo – A. Foglia


Ingresso interno, foyer e bar – In ciascuno di questi tre ambienti, gestiti sostanzialmente seguendo lo stesso concept, sono stati installati da 6 a 8 Tornado KT2 e 2 Subwoofer Truffle KTR26. «L’obiettivo era creare una sonorizzazione diffusa e costante, evitando zone con picchi o carenze di volume, e mantenere una certa attenzione all’estetica – dice Foglia – Questi K-array oltre ad avere una qualità sonora ottima, ci hanno convinto per il design semplice e poco invasivo. I Tornado hanno un bel volume, 107 dB di picco SPL e una copertura in frequenza da 150 fino 18k Hz. Sono piccoli, 80×80 mm, per 0,6 kg. Abbiamo preferito non customizzare il colore, lasciando i diffusori neri che staccano con il resto creando un gioco antico-moderno che ci piaceva, ma volendo sarebbe stato possibile farlo».  

Sala Grande – Per la sonorizzazione della sala grande sono stati installati a destra del palco, in alto, 4 Python KP52 in line array più un 1 Python KP102 ad altezza platea; la configurazione è stata ripetuta sul lato sinistro. I line array coprono i 5 ordini di palco e il loggione, mentre il Python diffonde il suono in platea. Per evitare che le prime file centrali restassero lievemente scoperte sono state aggiunte come rinforzo 2 Anakonda KAN200, una soluzione che ha la peculiarità di avere un hardware flessibile, che poteva seguire la curvatura del boccascena. Completano l’installazione 2  subwoofer Thunder KMT218 posizionati al centro, sotto il palco, e altre due casse Python KP52 posizionate alle spalle del pubblico per creare un effetto di multidiffusione in sala. «Sul piano estetico per migliorare l’impatto si è scelto di customizzare il colore dei diffusori dello stesso beige delle pareti. Anche la scelta degli Anakonda flessibili è stata fatta per rendere la tecnologia bene integrata sul piano visivo», dice Foglia, che quindi torna sulla prestazione sonora sottolineando: «Il suono degli Array appesi arriva solo in minima parte giù in platea, quindi praticamente non  interferisce con quello generato dai KP102 dedicati. Il risultato è una copertura davvero uniforme, sia in termini di volume che di frequenze in tutta la sala. Questo impianto residente è dunque a disposizione delle compagnie che possono decidere di usarlo anche parzialmente in combinazione con la propria strumentazione tecnica. Un impianto molto versatile adattabile a teatro di prosa, danza (dove sono necessari volumi sostenuti) e numerosi altri scenari». 



Amplificazione e controlli 

Per quanto riguarda gli amplificatori ci sono due Kommander KA34 che gestiscono rispettivamente uno l’ingresso esterno ed interno, l’altro il foyer e il bar. Due altri Kommander KA104 + KA14 sono dedicati alla Sala Grande in combinazione a un Thunder KMT218 per le due Anakonda. Tutti gli amplificatori sono collegati in rete dati via Dante (il teatro aveva già una sua rete in fibra ottica) e controllati dal software K-framework. Tutto può essere gestito in modo unificato con un tablet e una interfaccia intuitiva che mette anche i non-tecnici nella condizione di poter sfruttare tutte le potenzialità della soluzione governando gli ambienti separatamente o in modo unificato a seconda dell’esigenza.  



Soddisfazione del cliente finale  

«Già dalle prime esperienze fatte con questo nuovo impianto – conclude Alessio Foglia – anche negli spettacoli con una forte componente musicale è stato evidente il miglioramento della qualità dell’audio in sala; tutto si sente più chiaramente e l’audio risulta più organico all’interno della Sala Grande. Ci ha molto soddisfatto anche la gestione dell’aspetto estetico, con la customizzazione della tecnologia utilizzando lo stesso colore delle pareti. I diffusori non si vedono se non li si cercano, il pubblico sostanzialmente non ne avverte la presenza, come se il suono provenisse dalla scena. Positivo infine anche il rapporto con K-array ed Exhibo, un atteggiamento proattivo e un buon dialogo che hanno reso il lavoro efficace e fluido».  ■




Gabriele Russo, Codirettore Artistico, Teatro Bellini 
Alessio Foglia
Sound Designer Residente, Teatro Bellini 

Ha inoltre collaborato al progetto Simone Rossoni, brand manager K-array di Exhibo.


Link utili

teatrobellini.it | k-array.com | exhibo.it