Sorge in un’area della Stazione Centrale, situata al di sotto dei binari ferroviari. Il Muro dei Nomi e la Sala delle Testimonianze sono state realizzate con i proiettori Casio a illuminazione ibrida Laser+Led.

Il Memoriale della Shoah di Milano è stato realizzato in un’area della Stazione Centrale, al di sotto dei binari ferroviari. Originariamente quest’area, situata a livello della strada, era adibita al carico e scarico dei vagoni postali. Da questo luogo, tra il 1943 e il 1945, centinaia di deportati furono caricati su vagoni merci, che venivano sollevati tramite un elevatore e trasportati così al sovrastante piano dei binari. Una volta posizionati alla banchina di partenza, venivano agganciati ai convogli diretti ai campi di concentramento e sterminio (Auschwitz-Birkenau, Bergen Belsen) o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano.?Dagli stessi binari partirono anche numerosi deportati politici, destinati al campo di concentramento di Mauthausen o ai campi italiani.


Per ricordarsi di ricordare

Il progetto del Memoriale, realizzato dallo Studio Morpurgo de Curtis Architetti Associati, si estende su una superficie di circa 7.000 mq e si sviluppa su due piani, piano terreno e piano interrato. È caratterizzato dal rispetto della morfologia originaria dell’area, per mantenere l’identità del sito di deportazione. Un sistema di spazi integrati in sequenza che disegnano un percorso tematico: dalla Sala delle Testimonianze, dedicata alle voci dei sopravvissuti, fino al cuore del Memoriale rappresentato dal Binario della Destinazione Ignota e dal Muro dei Nomi, dove vengono proiettati i nomi di tutte le persone deportate dagli spazi di manovra postale della stazione centrale.

Sul Muro dei Nomi sono proiettati i nomi di tutto coloro che furono deportati dalla Stazione Centrale di Milano alla volta dei campi di sterminio.

Particolare attenzione ai costi

I proiettori Casio installati nell’area del Muro dei Nomi sono 6, modello XJ-H1750

Per realizzare questa importante struttura, durante lo sviluppo dell’intero progetto è stata riservata una particolare attenzione ai costi complessivi di ristrutturazione, gestione e manutenzione. Riguardo alla videoproiezione sono stati scelti i videoproiettori Casio XJ-H1750, con sistema di illuminazione ibrida laser+led. I motivi di questa scelta sono numerosi: la dissipazione termica così come i consumi sono sensibilmente minori rispetto ai proiettori con lampada a incandescenza e non è più richiesto il cambio della sorgente luminosa perché il corpo illuminante Laser+Led ha una durata di 20mila ore; la manutenzione diventa così inesistente. Infine, questi videoproiettori raggiungono la massima luminosità pochi secondi dopo dall’accensione e possono essere spenti senza eseguire le operazioni di raffreddamento, eliminando i tempi di attesa di un videoproietore classico.


Il Muro dei Nomi

In quest’area sono stati installati 6 videoproiettori Casio HJ-H1750. Ciascuno di questi proietta, in modo indipendente, una parte dell’elenco di tutte le persone deportate dal Binario 21. Il risultato finale ottenuto è di grande impatto perché al visitatore appare come un’unica immagine realizzata da ben 6 videproiettori affiancati. La configurazione dell’impianto tecnologico ha privilegiato la semplicità di utilizzo, predisposta comunque ad implementazioni future: un aspetto fondamentale per un’infrastruttura museale.


La Sala delle Testimonianze

Il progetto, in fase di realizzazione, prevede una sequenza di sette ambienti nei quali è possibile assistere alle testimonanze videoregistrate dei sopravvissuti. Ciascun ambiente, virtualmente cubico della dimensione di 4×4 metri, è stato dimensionato per ospitare circa 15 visitatori e comprende un videproiettore Casio installato a soffitto che proietta le immagini verso il basso attraverso uno speciale congegno costituito da un sistema di specchi. Ciascun ambiente offre anche una visuale diretta della banchina da cui avvenivano le deportazioni.

Foto: Andrea Martiradonna