La disciplina Feng Shui studia i fattori fondamentali necessari all’apporto di energia in un qualsiasi ambiente. Dall’interazione fra energia e ambiente hanno origine aspetti positivi e negativi.
Il
Feng Shui è una disciplina che per secoli è stata avvolta in un velo di
mistero; da qualche anno, però, inizia ad attrarre l’interesse di
architetti e arredatori e di tutti i loro clienti che condividono la
necessità di tornare a praticare una vita più naturale. Sì, perché il
Feng Shui propone una modalità alternativa a quella ampiamente diffusa
in tutto l’occidente, basata soprattutto sul sistema consumistico e poco
attenta ai principi naturali della vita.
Questa disciplina, infatti, interpreta una combinazione di
pianificazione urbana, sviluppo ambientale, architettura e decorazioni
d’interni associata ad una visione olistica dell’individuo; studia il
Qi, l’energia che ci circonda, non facile da percepire e interpretare.
Ciascuna residenza o luogo di lavoro possiede un proprio Feng Shui; per
poterlo definire bisogna effettuare tre fondamentali passi:
– studiare l’ambiente circostante esterno, le costruzioni, le strade
e osservare la natura: i monti, i fiumi, la flora e la fauna;
– nella propria abitazione oppure negli uffici idonei bisogna adottare strutture, arredi e colori interni idonei;
– si deve valutare per ogni singola persona, in base alle caratteristiche, la sua sintonia con l’ambiente.
La Terra ha una propria griglia energetica individuata da Hartmann, orientata lungo gli assi cardinali. Le maglie misurano in media circa 2 metri (asse nord-sud) per circa 2,5 metri (asse est-ovest); queste maglie possono subire ondulazioni dovute alle falde acquifere sotterranee e a particolari influenze elettromagnetiche naturali o artificiali, causate dall’uomo.
Secondo Hartmann, questa rete forma una gabbia invisibile che si estende su tutta la superficie terrestre. All’incrocio di questa griglia si formano i nodi di Hartmann o nodi radianti (circa 21 cm per 21 cm) sui quali bisogna permanere il meno possibile; quindi, è meglio non posizionarvi letti, divani, sedie o scrivanie.
Avere un letto che si trova sul punto di incrocio di una rete Hartmann, potenziata dalla presenza di acqua sotterranea crea una perturbazione che potrebbe risultare dannosa alla salute. Ad esempio, si pensa che alcuni fra i casi più conclamati di insonnia, si possano ricondurre a questo caso.
Inoltre, il dottor Hartmann ha evidenziato che nei nodi tellurici, tutti i giorni verso le ore 17, si verifica un calo naturale della radioattività terrestre. Molte persone verso quest’ora evidenziano un calo energetico e, per questo motivo, tendono ad assumere sostanze stimolanti quali, ad esempio, tè o caffè.
I nodi radianti
Le
vecchie case erano costruite con l’argilla; questo materiale riusciva
ad attrarre a sé i nodi radianti che venivano assorbiti dalle stesse
mura. Con le case di oggi, costruite in cemento armato, al contrario i
nodi ricadono all’interno delle zone calpestabili.
È curioso constatare che la griglia di Hartmann risulta essere
assente, o meglio allargata, in prossimità di alcune costruzioni come la
piramide di Cheope, la cattedrale di Chartres e molti monasteri
tibetani dove viene deviata esternamente, creando all’interno elevate
vibrazioni energetiche.
Nella propria casa, una caratteristica da tenere in considerazione
riguarda il posizionamento degli apparecchi elettrici, che non
dovrebbero mai essere posizionati su un nodo perché la loro azione
elettromagnetica viene amplificata. Così come sarebbe importante non
tenere alimenti, medicine, ecc. sui nodi per evitare possibili
alterazioni.
L’elettromagnetismo è dannoso?
Da qualche anno si parla sempre con maggior frequenza del rapporto fra fonti elettromagnetiche e salute.
Bisogna tuttavia evidenziare che, al momento, non è stato ancora
provato alcun effetto dannoso a scapito della salute degli individui. La
comunità scientifica è molto prudente quando affronta questo argomento
perché non ci sono dati statistici esaustivi per esprimere un giudizio
oggettivo. Ma anche gli interessi economici e la volontà a non creare
panico alla popolazione influenzano tale comportamento.
Una commissione tecnico scientifica internazionale ha concordato nel
definire la soglia del livello di induzione magnetica sopra la quale
c’è un reale pericolo per l’organismo umano. Questo limite è stato di
recente innalzato a 10 microtesla, l’unità di misura dell’induzione
magnetica, anche se è stato dimostrato che già a 0,2 microtesla ci
potrebbero avere problemi per la salute. Valori che si riscontrano, ad
esempio, fino ad una distanza di 30-50 metri dagli elettrodotti ad alta
tensione (la distanza varia in funzione della quantità di energia
distribuita dalla linea elettrica).
A seguito della continua evoluzione tecnologica, in casa come in
ufficio siamo circondati da apparecchiature elettroniche che generano
campi magnetici: dagli elettrodomestici ai prodotti tecnologici,
compresi quelli wireless come i telefoni cellulari e cordless oppure le
reti Wi-Fi.
L’industria è sensibile all’argomento ‘elettromagnetismo’, tenuto in
grande considerazione quando si tratta di sviluppare nuove tecnologie e
nuovi prodotti. Sono numerosi gli esempi che portano a ridurre la
potenza di un campo magnetico: il risparmio energetico, così importante
ai giorni nostri; il consumo in stand-by delle apparecchiature, sempre
più basso (inferiore a 1 W), gli interruttori piezoelettrici consentono
di periferizzare la presenza dei cablaggi all’interno di un impianto
elettrico. Le future linee di alimentazione a bassa tensione e le smart
grid in generale porteranno con sé simili benefici.
L’importante, però, è non esagerare: la presenza di campi
elettromagnetici sia negli uffici che nelle abitazioni deve essere
tenuta sotto controllo, adottando quegli accorgimenti che system
integrator e custom installer ben conoscono.
Secondo gli antichi
Gli
antichi, anche se tecnologicamente meno avanzati di noi, avrebbero
molte cose da insegnarci. In passato, prima di decidere dove abitare si
osservava il comportamento dei vegetali e degli animali per valutare la
qualità e l’idoneità del luogo. Le formiche, ad esempio, tendono a
collocarsi nelle zone patogene, tanto è vero che per tradizione gli
antichi indiani posizionavano un formicaio dove volevano costruire la
loro casa; se le formiche non si spostavano entro un certo lasso di
tempo, si cercava un’altra zona per l’edificazione. I cani evitano del
tutto i nodi geopatogeni, tanto è vero che i nomadi dell’Asia dormivano
dove i loro cani si coricavano; al contrario i gatti tendono a
posizionarsi sulle zone patogene.
Fra gli animali che fuggono dalle geopatie, troviamo: bovini, cani,
capre, cavalli, polli, rondini, cicogne. Fra le piante, invece, abbiamo:
acero, achillea, cavolo, genziana, geranio, melo, patata, pero,
pomodoro, rosa, sedano, tabacco.
Al contrario sono attratti dalle geopatie animali come api, castori,
civette, conigli, formiche, gatti, serpenti, termiti e le seguenti
piante: aglio, castagno, ciliegio, cipolla, edera, fico, ortica, pesco,
prugno, quercia, salice, sambuco, vischio.
Si ringrazia per il contributo Omar Discepoli, insegnante ufficiale
della Feng Shui Research Center, Allievo del Master Joseph Yu,
specializzato a Hong Kong con Raymnd Lo.
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info@fengshuienaturopatia.it