A Gazoldo degli Ippoliti, Mantova, sorge ‘Casa Marcegaglia’, il museo multimediale con proiezioni immersive e interattive che racconta l’identità del Gruppo Marcegaglia, impero dell’acciaio con 25 stabilimenti sparsi nel mondo. Un progetto dove spicca la grande attenzione per i dettagli e la professionalità degli attori coinvolti. Tecnologia Epson, system integrator ACS Data Systems. 


Per celebrare il 60° anniversario della sua fondazione, il Gruppo Marcegaglia ha realizzato, nel proprio quartier generale a Gazoldo degli Ippoliti (MN), ‘Casa Marcegaglia’, un museo multimediale ricco di proiezioni immersive e interattive che racconta ai visitatori l’identità, la storia e i valori del gruppo metalsiderurgico, leader globale nella trasformazione dell’acciaio. 

In questo Case Study raccontiamo come la videoproiezione – tecnologia firmata Epson – abbia supportato la realizzazione di un percorso esperienziale di grande impatto per il visitatore, che si concretizza in una serie di touch point con elementi di dettaglio di grande ricercatezza, sia sul piano creativo che su quello tecnico installativo. Il risultato testimonia la professionalità di tutti gli attori coinvolti: chi in Marcegaglia ha seguito internamente il progetto, il system integrator ACS Data Systems e Studio Chiesa che ha curato il progetto artistico. 

Ne parliamo meglio con Marco Grandelli, Database Administrator, Gruppo Marcegaglia ed Emanuele Rossi, Head of Operations Digital Signage, ACS Data Systems (System Integrator). 

Nei box il contributo di Emma Marcegaglia, Vicepresidente, Gruppo Marcegaglia e Rossella Roncaia Co-fondatrice di Studio Chiesa, lo studio che si è occupato del progetto artistico e dei contenuti. 



La sfida: un museo emozionale con ‘aria di casa’

«Casa Marcegaglia – racconta Grandelli – è stato un regalo che il Gruppo Marcegaglia ha voluto farsi per celebrare i propri 60 anni di attività. L’obiettivo era dar vita ad uno spazio che potesse raccontare l’azienda e la propria storia con un linguaggio comprensibile per chiunque, dal fornitore alla scolaresca. La multimedialità è stata individuata da subito come un elemento essenziale per trasferire con emozionalità temi quali la celebrazione dell’azienda e della vita del suo fondatore. Soprattutto per parlare della trasformazione dell’acciaio nella peculiarità di tutte le sue fasi, con gli elementi di fascino che sottendono questi processi lavorativi, era necessario da un lato pensare a installazioni audio video di impatto, sfruttando immersività e interattività, dall’altro coinvolgere artisti capaci di creare contenuti all’altezza della sfida». 

La committenza desiderava infatti non un museo tradizionale, ma uno spazio che trasferisse il ‘calore’ della storia di questa azienda a conduzione familiare, come testimonia il nome stesso dello spazio: «Si è deciso di chiamarla ‘casa’ piuttosto che ‘museo’ per rendere una certa idea di familiarità e di ospitalità», spiega Grandelli. 

È con questo spirito che è stato scelto da Marcegaglia lo Studio Chiesa da un lato, per la parte progettuale artistica che ha coinvolto a sua volta 15 artisti per creare i contenuti che animano gli spazi, e ACS dall’altro, che ha da subito lavorato dialogando con i partner per trovare di volta in volta le migliori soluzioni digitali e tecnologiche per concretizzare le idee creative. 


Per trasferire con emozionalità i temi legati all’azienda e alla trasformazione dell’acciaio era necessario pensare a installazioni AV di impatto, sfruttando immersività e interattività – M. Grandelli


BOX – CASA MARCEGAGLIA PER IL TERRITORIO, LE IMPRESE, L’ITALIA

È stata aperta al pubblico lo scorso sabato 6 maggio, con una giornata evento cui sono intervenuti nomi importanti dell’imprenditoria italiana, a partire dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e delle istituzioni, con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Parliamo di Casa Marcegaglia: padroni di Casa, gli stessi Antonio ed Emma che hanno inaugurato il percorso museale dedicato all’acciaio, alla famiglia, alla figura del fondatore, Steno Marcegaglia, ai valori dell’azienda e, come imprenditori, al rapporto strettissimo con il territorio di Mantova. “Siete nella nostra sede, in un piccolo paesino, Gazoldo degli Ippoliti, sperduto nella campagna mantovana. Da qui papà nel 1959 è partito dal nulla, con tanta voglia di fare, pochi soldi e grande determinazione” e ora – ha  detto aprendo l’evento, Antonio Marcegaglia – siamo un gruppo con “7.000 dipendenti, 9 miliardi di fatturato”, in crescita internazionale, ma sempre con solide radici in Italia. “Sono molto emozionata”, ha confessato Emma Marcegaglia: “È un bel momento. Avevamo pensato di fare qualcosa che rimanesse, per noi, per la nostra gente, per questo territorio, e per quello che ha fatto questa persona straordinaria che è stata nostro padre Steno”. Un percorso che oggi prosegue, “forte di queste radici, ma guardando avanti”. “Sono molto emozionato anch’io di essere qui oggi”, ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: “È vivo ancora in noi il ricordo di Steno. Era un imprenditore che tutte le volte che visitava le sue fabbriche salutava uno per uno i suoi dipendenti. E quando gli rispondevano: ‘no, Cavaliere, ho le mani sporche’… chiosava: ‘uno che lavora non ha mai le mani sporche’”. È un gruppo e una storia che “fanno capire cos’è la responsabilità sociale di impresa. Un’impresa che ha dato e sta dando tanto non solo al territorio, ma a tutta l’Italia. Noi non abbiamo tanti campioni nazionali, Marcegaglia è uno di questi. Ed è una grande responsabilità: Marcegaglia l’ha sempre esercitata con grande serietà”. L’inaugurazione, ha detto ancora il presidente Bonomi, è “un regalo al territorio, a tutte le imprese, a tutta l’Italia”. Casa Marcegaglia “è museo, è storia, è tecnologia, è arte, è storia di persone e materiali, l’espressione migliore del made in Italy”, ha sottolineato in videocollegamento il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. È un museo “che rappresenta la storia di un successo imprenditoriale, uno dei più rilevanti. Ma è anche il museo degli uomini e delle persone che hanno contribuito a creare questa realtà. Ed è un museo dei valori, di un modo di essere imprenditori, della cultura del rapporto con il territorio”, ha evidenziato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. 


Gruppo Marcegaglia in sintesi

– Fondato nel 1959 da Steno Marcegaglia; una realtà inizialmente piccola che produceva tapparelle in alluminio diventata oggi un impero dell’acciaio. 
– Quartier generale a Gazoldo degli Ippoliti (Mantova). 
– Gruppo controllato 
– 6,2 milioni di tonnellate d’acciaio lavorate ogni anno. 
– 5.500 Km di manufatti in acciaio inossidabile e al carbonio e 25 stabilimenti sparsi nel mondo. 
– 8 miliardi di euro di fatturato annuo, 6.600 dipendenti e 15.000 clienti.


La sede di Marcegaglia a Gazoldo degli Ippooliti dove ha sede anche Casa Marcegaglia.

La soluzione: immersività, interattività e sfide tecniche

Raccontiamo ora, attraverso la narrazione dello stesso Grandelli e di Emanuele Rossi, alcuni touch point particolarmente significativi sul piano della videoproiezione e non solo: 

– La forma dell’acciaio e il Teatro 

– Dentro la materia 

– La stanza di Steno 

– La Storia 

Sono solo alcuni degli ambienti che rientrano nel percorso più ampio offerto al visitatore per cui invitiamo la lettura del box dedicato.


La Forma dell’acciaio e il Teatro 

«Uno degli ambienti più significativi della Casa è La Forma dell’acciaio – spiega Rossi – Si tratta di uno spazio polifunzionale. Nella sua versione museale si attiva una proiezione a 360 gradi, che copre i 4 lati della stanza per un totale di 10×5 metri di proiezione, realizzata con 9 proiettori Epson EB-L1075U (modello usato peraltro per tutti i touch point del museo) che lavorano in edge blending. Sei proiettori hanno un’ottica normale 0.35:1, tre un’ottica ultracorta a collo di cigno ELPLX01». 

In questo spazio vengono rappresentati circa 15 passaggi della lavorazione dell’acciaio. «Quando il visitatore si sposta verso uno dei passaggi della proiezione – racconta Grandelli – un sistema di sensori lo rileva e sostituisce la proiezione con quella dedicata al passaggio della storia di interesse dell’utente, virando in nero il resto della proiezione». 

Questo ambiente, polifunzionale appunto, può diventare anche parte di una grande conference room quando si unisce allo spazio adiacente, il Teatro, facendo scorrere la parete removibile che divide i due ambienti. 

«In questo secondo caso spiega Rossi – vengono attivati, per supportare la visione di presentazioni e materiali dell’evento o della conferenza, altri due proiettori EB-L1075U (inattivi quando si è in modalità museo) che lavorano insieme ai due installati nel Teatro per garantire visibilità a tutta la platea». 

Il Teatro, quando è utilizzato separatamente in versione museale, propone un’animazione di 3 minuti e mezzo ripetuta in loop che racconta cos’è l’acciaio e offre informazioni introduttive sulla sua lavorazione. 


La Forma dell’acciaio.

Il Teatro.

BOX – TUTTE LE TAPPE DEL PERCORSO DEL VISITATORE

Il percorso del visitatore nella Casa Marcegaglia inizia con la vasta area alberata del Parco antistante la sede, con aiuole e piante di ciliegio, dove sono state realizzate tre meridiane narrative, che fanno anche da panchine, ognuna con un tema differente. 

Segue la zona detta Vela, una nuova costruzione in acciaio e vetro, dove tre totem informativi – che si contraddistinguono per l’estetica lineare, sottile e slanciata – introducono il visitatore al museo. 

Si raggiunge quindi il cuore della struttura dove troviamo gli spazi descritti nel testo principale di questo articolo: il Teatro, la Forma dell’acciaio, Dentro la Materia, Steno, la Storia

Molto interessante lo spazio successivo, la Catena dei Valori, dove su 22 monitor allineati in una lunga fila viene raccontato il ‘Made in Marcegaglia’ attraverso tutti i passaggi della lavorazione dell’acciaio, dalla fusione fino ai prodotti finiti. Un tavolo touch centrale formato da tre display consente di gestire questi contenuti legati alla lavorazione dell’acciaio, ma anche di proiettare altri filmati o immagini sui 22 monitor. Lo spazio risulta quindi adatto anche a presentazioni e gestione di eventi con contenuti personalizzati. Alcune grafiche di grande effetto vengono eseguite su tutti i monitor nelle fasi di reset dando la sensazione che un oggetto ‘passi’ rapidamente percorrendo tutti i monitor. 

Chiudono la visita Steelife (dove sono posizionati altri totem informativi), l’Academy e la Biblioteca digitale. L’Academy è il crocevia didattico di alta specializzazione per la formazione dei collaboratori del gruppo; è attrezzato con un videoproiettore Epson EB-L1075U e 3 display incassati nelle pareti e motorizzati di supporto per la platea. Anche la Biblioteca è dotata di un videoproiettore e due monitor di supporto, a cui si aggiungono tavoli touch per sfogliare contenuti digitali. 


 Dentro la materia 

Adiacente agli ambienti appena descritti, troviamo un tunnel dove sono stati installati 3 proiettori in edge blending che proiettano una superficie di 10 metri per 3. Il modello è sempre l’EB-L1075U, usato per tutta l’installazione museale. 

«Vengono riprodotte – racconta Grandelli – immagini legate alla materia fusa, alla sua trasformazione in acciaio lavorato e, successivamente, in oggetti ‘finiti’, quali le scocche di lavatrici, parti di autoveicoli o di edifici ecc.».


Il tunnel ‘Dentro la materia’.

Disposizione dei proiettori nella Forma dell’acciaio, nel Teatro e in Dentro la Materia. 
La Forma dell’acciaio è uno spazio polifunzionale. Prevede due configurazioni:
1) MUSEALE – Si attiva una proiezione a 360 gradi, realizzata con 9 proiettori Epson EB-L1075U. 
2) CONFERENCE ROOM – La stanza si unisce allo spazio adiacente, il Teatro, facendo scorrere la parete removibile che divide i due ambienti. Vengono attivati, per supportare la visione dei materiali dell’evento, fino a 4 proiettori: due della Forma dell’Acciaio e due del Teatro (anche questi EB-L1075U); nello schema sono identificati con un punto giallo. 

La disposizione dei proiettori nello spazio La Sala dell’Acciaio

Steno 

«Steno è la stanza più emozionale del percorso – dice Rossi – Gli artisti hanno ripreso un audio degli anni ‘60 di Steno Marcegaglia unito a riprese del suo ufficio, e l’hanno elaborato per ottenere un contenuto adatto a una proiezione immersiva continua su 3 pareti (ciascuna misura circa 5 metri x 3) che dà al visitatore la sensazione di essere appunto all’interno dell’ufficio con il fondatore». 

Grandelli spiega che per Steno sono stati utilizzati 3 proiettori, uno per parete, anche qui in edge blending, e tutte ottiche ultracorte ELPLX01, perché la stanza è relativamente piccola considerando la dimensione della proiezione. 

Molto interessante a proposito di questo touch point il lavoro fatto da ACS sull’ancoraggio dei proiettori: «Il palazzo – racconta Rossi – è costruito su piloni di acciaio, e l’ancoraggio dei proiettori non è banale. Abbiamo quindi usato dei pendenti piuttosto lunghi agganciati alla struttura, operando in modo tale da rendere i proiettori comunque ispezionabili. Il tutto è stato realizzato gestendo il pre-esistente – chilometri di cavi e sottoservizi ospitati nel controsoffitto – e in modo da garantire una certa solidità, poiché l’edificio è soggetto a vibrazioni dovute all’attività dell’acciaieria. Il risultato è funzionale ma anche estetico: i proiettori sporgono appena dal controsoffitto, dipinto di nero opaco come i proiettori». 


Stanza Steno.

Steno è la stanza più emozionale del percorso. Gli artisti hanno ripreso un audio degli anni ‘60 di Steno Marcegaglia unito a riprese del suo ufficio. La proiezione immersiva dà al visitatore la sensazione di essere all’interno dell’ufficio con il fondatore – E. Rossi


La Storia 

«La zona de ‘La Storia’ – che racconta le fasi evolutive dell’azienda – è molto interessante dal punto di vista della proiezione, forse il più rilevante sul piano tecnico – spiega Rossi – È stata realizzata una superficie di proiezione composta di vari riquadri che restano in rilievo rispetto alla parete di cartongesso cementizio. Le immagini, proiettate in mapping con estrema precisione grazie a una regolazione estremamente fine che il software di Epson (Epson Projector Professional Tool) consente, vengono riprodotte solo su questi riquadri e – questo il dettaglio speciale – sulle superfici laterali dei riquadri stessi, lo ‘spessore’ che resta in rilievo rispetto alla parete di fondo». 

«È davvero un ‘effetto wow’ perché a un primo sguardo sembrano esistere delle cornici fisiche, che quando cambiano colore si rivelano al visitatore come immagini proiettate». Il tutto si realizza con due proiettori, sempre del modello EB-L1075U. Nella ricetta alla base di questi Touch Point, spiega ancora Rossi, ricordiamo anche: 

– una gestione dei contenuti realizzata attraverso la piattaforma Anima di INFINITYS, brand di ACS Data Systems; 

– controllo delle tecnologie con soluzioni Extron; 

– un impianto audio Bose che restituisce grande qualità sonora a tutti gli ambienti. 


Stanza la Storia

La Storia (parete con serigrafie su lastre di alluminio, di fronte alla parete con le videoproiezioni). 

Le criticità: spazi, estetica e integrazione 

Come già risulta chiaro dal racconto di questi exhibit, l’installazione ha presentato diverse criticità ed elementi sfidanti: 

– Il collocamento delle tecnologie AVC in spazi relativamente contenuti (proiezioni ampie in ambienti spesso stretti) e in certi casi multifunzionali. 

– L’inserimento delle tecnologie in un progetto architetturale che non poteva prescindere da un’estetica pulita, dove le soluzioni dovevano inserirsi in modo seamless. Questo obiettivo era reso complesso dagli impianti pre-esistenti in cui le soluzioni AVC dovevano inserirsi. 

– Era necessario garantire la totale integrazione dei sistemi audio video installati da ACS con gli altri impianti operativi all’interno della palazzina: il condizionamento, le luci, l’automazione delle tapparelle, ecc., in modo da dare alla committenza un punto unico di gestione. 

Fondamentale è stata, per la riuscita del progetto, la forte collaborazione tra tutti gli attori coinvolti: «Riteniamo che, in questo progetto e in generale, una delle caratteristiche distintive di ACS sia proprio l’ascolto attento del cliente e la ricerca della migliore soluzione possibile, mantenendo la massima trasparenza, nonché l’apertura al dialogo con altri partner come architetti e produttori di contenuti», conclude Rossi. ■


La Catena dei Valori

BOX – L’ARTE CONTEMPORANEA PER VIVERE E RACCONTARE LA CULTURA D’IMPRESA 

L’arte contemporanea e la cultura sono parte integrante della mia quotidianità dice, Rossella Roncaia – Co-fondatrice dell’agenzia milanese Studio Chiesa communication – insieme al nostro team abbiamo lavorato ispirati dalla nostra metodologia museografica che punta a toccare le corde dell’emozione, dell’onirico con l’arte contemporanea integrandola ai dati didascalici per raccontare l’heritage di una realtà. Questo ha dato vita al nuovo concept esperienziale: “Casa Marcegaglia”, un luogo di passaggio, di sosta e di bellezza che stimoli il piacere e il desiderio del ritorno. Le tecnologie sono uno strumento prezioso per avvolgere il visitatore, ma la loro obsolescenza può disinnescare l’efficacia del racconto. Il livello contenutistico è fondamentale e l’arte ha la forza di eternizzare il messaggio al di là del mezzo utilizzato. Abbiamo consolidato una conoscenza del Gruppo Marcegaglia grazie ad una trentennale collaborazione ed è stato per noi naturale esprimere la complessità del suo operare, dei suoi valori etici e imprenditoriali, della famiglia, della sua storia e dell’eredità morale del Fondatore.


Persone intervistate

Marco Grandelli, Database Administrator, Gruppo Marcegaglia
Emanuele Rossi
Head of Operations Digital Signage, ACS Data Systems

Link utili

marcegaglia.com | epson.it | acs.it