’Van Gogh, immersive art experience’ fa rivivere le opere del grande pittore attraverso un racconto audio video immersivo di eccezionale impatto emotivo. Una mostra che sta conquistando il Sud America. Videoproiettori Epson. System Integrator Troyvideo. 


Una mostra itinerante che fa rivivere le opere di Van Gogh e l’anima dell’autore attraverso un’esperienza immersiva che trasporta il visitatore dentro i quadri e le atmosfere del grande Maestro. 

Si tratta di ‘Van Gogh, immersive art experience’, e sta girando il Sud America con un grande successo di pubblico, attratto dalla straordinaria narrazione visiva di un’opera ideata e diretta da Stefano Fake, realizzata nel suo laboratorio digitale The Fake Factory, e prodotta da Lucas Capalbo. 
Sul piano tecnologico, l’immersività si realizza grazie ai proiettori a ottica corta Epson EB-L630SU, caratterizzati da un lens shift molto generoso e da una resa cromatica di grande qualità, che è stata capace di soddisfare tutte le figure coinvolte nel progetto. 

Ci raccontano meglio di cosa si tratta, oltre a Stefano Fake e a Lucas Capalbo, Mariano Zimmermann, Operatore Specializzato, Troyvideo, il system integrator che ha realizzato le installazioni. 
In un box, anche il commento di Damiano Simoncini, Responsabile comunicazione e marketing di IC Videopro, che ha fornito i proiettori. 


Un’esperienza immersiva deve far entrare il visitatore dentro un mondo, fargli perdere il senso della dimensione – S. Fake



Il filmato che viene proiettato nella sala immersiva cuore della mostra, è una narrazione audio video di 52 minuti.

La sfida: immergersi nel mondo di Van Gogh

Il filmato che viene proiettato nella sala immersiva cuore della mostra, è una narrazione audio video di 52 minuti che unisce alle immagini tratte dalle opere del Maestro – ma anche ai contesti in cui ha vissuto – sottofondi musicali e parole tratte dalle lettere che Van Gogh scriveva a familiari e amici. Questi tre ingredienti sono stati sapientemente sfruttati dall’estro di Stefano Fake per creare uno storytelling di grande impatto emotivo e fuori dai canoni con cui tradizionalmente si racconta il pittore. «Ho studiato molto Van Gogh in questi anni – dice Stefano Fake – e mentre studiavo mi si delineavano diversi tratti dell’uomo e dell’artista che volevo restituire nel mio video. Van Gogh era una figura estremamente timida e con grandi difficoltà a relazionarsi nella sua quotidianità, ma molto consapevole del proprio percorso artistico; sapeva che non sarebbe stato riconosciuto dai contemporanei ma sperava che un giorno l’avrebbero capito. Nella pittura e nella scrittura riversava quella comunicazione e quell’emotività che non era in grado di gestire nella vita. Volevo che questo ed altro fosse raccontato e rivissuto dai visitatori». Stefano Fake spiega quindi come ha deciso di impostare la sua opera multimediale: «Si tratta di uno storytelling diviso in più scene legati ai grandi capitoli della vita di Van Gogh e, di riflesso, della sua pittura. Ritroviamo il periodo in cui dipinge i contadini, quando voleva che i quadri sapessero di patate e pancetta; il periodo di Parigi in cui incontra gli impressionisti ma, sentendosi lontano dal loro stile di vita mondano, si isola per dipingere i tetti della città; e ancora l’amicizia con Paul Gauguin e i vasi di girasoli messi per allietarlo quando sarebbe stato suo ospite, anch’essi divenuti un celebre soggetto pittorico, ecc.. Vita e arte si intrecciano in una narrazione resa anche più emozionante dall’introduzione alla stessa: un minuto e mezzo in cui lentamente compare il cielo stellato, con Chopin di sottofondo, un momento in cui si ricrea un ritmo rallentato che oggi risulta lontano dalle nostre abitudini, ma che proprio per questo è un eccezionale portale d’ingresso per accedere al mondo dell’artista». 


La proiezione immersiva della mostra ‘Van Gogh, immersive art experience’ si basa sui proiettori Epson EB-L630SU; in base alle dimensioni della struttura che l’ha ospitata, sono stati utilizzati da 12 a 16 proiettori.

Stefano Fake descrive l’installazione come lo sforzo di creare davvero un’esperienza immersiva, non semplicemente intesa come lo ‘stare immersi in grandi proiezioni avvolgenti’, ma anche e soprattutto come l’«entrare dentro un mondo, perdere il senso della dimensione». Per riuscire in questa impresa ha un ruolo essenziale la drammaturgia audiovisuale, la ‘regia’ dello spettacolo, ma anche la tecnologia risulta fondamentale: «Sul piano colorimetrico non ho personalmente l’obiettivo di ricercare la fedeltà cromatica rispetto alle opere originali. – dice Stefano Fake – I colori che vediamo oggi nei quadri sono diversi da quelli che vedeva Van Gogh e più che sforzarsi in una ricerca di questo tipo, trovo importante cercare di rispettare la forza del quadro e il ‘carattere’ dell’opera. Un obiettivo che richiede comunque, proprio per soddisfare questa ricerca, proiettori di qualità, capaci di gestire il colore in modo preciso». 

Capalbo racconta quindi gli aspetti più organizzativi e spiega come, una volta acquistati i diritti dell’opera di Stefano Fake, le riflessioni siano ruotate attorno ad alcuni punti, in particolare: 

1) il primo riguarda la decisione di muoversi nelle città più piccole del Sud America, «dove un’installazione come questa sarebbe risultata molto attrattiva, rispetto a città più grandi dove esistono maggiori stimoli. La conferma di questo entusiasmo, oltre che dal buon successo della mostra, ci è arrivata dalla quantità di scolaresche che vengono portate a vederla, proprio perché spesso non esistono molte installazioni concorrenti; certo, a prescindere, resta valido che la videoproiezione è comunque un linguaggio molto amato dai piccoli per l’effetto ‘wow’ che genera». 

2) l’altra riflessione riguarda «la necessità di trovare, per riuscire a rendere il format sostenibile, degli spazi gratuiti per ospitare la mostra, e dunque la necessità di mantenersi flessibili sulle dimensioni della sala immersiva: questa doveva poter essere allestita in spazi più o meno grandi con un numero maggiore o minore di proiettori a seconda dei casi». Per riuscire a mantenere il format remunerativo si sono anche ricercate soluzioni con un ottimo rapporto qualità prezzo, ed è certamente il caso degli Epson EB-L630SU: «I proiettori – dice Zimmermann – sono riusciti a soddisfarci pienamente, offrendo una qualità dell’immagine davvero alta rispetto alla fascia di prezzo in cui si collocano». 


La proiezione immersiva si avvale anche di un elemento passivo, ossia di una superficie a specchio da 13 x 3 metri posizionata a circa 7 metri di altezza che riflette la proiezione del video effettuata dai proiettori sul pavimento.

Proiettori Epson EB-L630SU, ottica corta 0,80:1 

Entriamo ora nel vivo della soluzione. 
Come anticipato, la proiezione immersiva adottata per la mostra ‘Van Gogh, immersive art experience’ si basa sui proiettori Epson EB-L630SU; nello specifico, in base alle dimensioni della struttura che l’ha ospitata, sono stati utilizzati da 12 a 16 proiettori

«La scelta di Epson è stata dettata da due elementi – spiega Zimmermann – perché dovevamo realizzare un allestimento ad un costo complessivo compatibile con il nostro budget e, al tempo stesso, avevamo bisogno di garantire una qualità all’altezza della situazione. Abbiamo deciso di puntare sui proiettori Epson EB-L630SU, introdotti sul mercato circa un anno fa e quindi molto recenti, perché hanno un’ottica corta da 0,80:1 e un lens shift molto generoso, aspetti fondamentali per poterli posizionare molto vicini alla superficie di proiezione, e una luminosità da 6mila lumen, sufficiente tenendo presente che le location erano prive di illuminazione ambiente e che non c’erano finestre dalle quali poteva filtrare la luce del sole». 

La configurazione dell’impianto comprende anche un media server Watchout che gestisce i contenuti da inviare ai proiettori e una matrice AV in standard HDBaseT. Il cablaggio prevede l’utilizzo di cavi mini DiplayPort-HDMI per collegare in mini DP il media server alla matrice fisica 8×8 in HDMI. La matrice integra un trasmettitore HDBaseT e quindi ha le uscite in RJ-45. I cavi Cat 6 portano il segnale in HD-BaseT dalla matrice direttamente ai proiettori Epson che a loro volta integrano il ricevitore HDBaseT. 

«La matrice – commenta Zimmermann – è stata utilizzata per due motivi: per convertire in HDBaseT in segnali HDMI in ingresso e per far fronte ad eventuali emergenze che avrebbero richiesto la necessità di ridistribuire alcuni dei contenuti sulle superfici di proiezione». 


I proiettori sono riusciti a soddisfarci pienamente, offrendo una qualità dell’immagine davvero alta rispetto alla fascia di prezzo in cui si collocano” – M. Zimmermann 

La sfida è stata creare un’esperienza di arte immersiva di grande effetto ma cercando di controllare i costi di produzione,  per tenere basso il costo del biglietto e rendere democratico l’accesso alla mostra.

La disposizione dei proiettori e lo specchio riflettente a soffitto 

Come abbiamo già accennato il numero di proiettori installati alla mostra ‘Van Gogh, immersive art experience’ varia a seconda della dimensione dell’ambiente. «La location più ampia finora utilizzata, a pianta rettangolare come tutte le altre, misura 25×12 metri – prosegue Zimmermann – con una proiezione immersiva che si sviluppa su un totale di 74 metri lineari e un’altezza di circa 5 metri. La proiezione avviene in edge blending: il lato lungo della parete viene coperto da 3 proiettori; per il lato corto vengono utilizzati 2 proiettori mentre la proiezione a soffitto verso il pavimento richiede 6 proiettori». 

La proiezione immersiva, oltre che dei 16 proiettori, si avvale anche di un elemento passivo, ossia di una superficie a specchio da 13 x 3 metri posizionata a circa 7 metri di altezza che riflette la proiezione del video effettuata dai 6 proiettori sul pavimento. Questa superficie a specchio aggiunge valore alla proiezione immersiva per diverse aspetti: 

1 – Le superfici di proiezione aumentano da cinque (le quattro pareti e il pavimento) a sei; ciò determina una migliore user experience dei visitatori, elemento prioritario in proiezioni di questo tipo; 

2 – La luminosità complessiva della proiezione immersiva aumenta grazie alla superficie a specchio da quasi 40 mq, elemento che incide relativamente sul costo complessivo e quindi sul budget a disposizione; 

3 – L’unione dell’ottica corta dei proiettori Epson, che evita le ombre sulle pareti generate dai visitatori, si somma all’effetto visivo riflettente dello specchio sui visitatori stessi, creando una situazione coreografica inedita


In alto: la disposizione dei proiettori Epson EB-L6300SU utilizzati per proiettare le immagini sulle quattro pareti. 
Sotto, i sei proiettori utilizzati per la proiezione a pavimento.

Gestione della soluzione e soddisfazione per il risultato finale 

Questo impianto è stato pensato per essere gestito anche da personale non specializzato. «Vista la grande importanza che questi eventi hanno per il nostro territorio – commenta Zimmermann – ci tenevamo molto a garantire spettacoli sempre perfetti, esenti da imprevisti perché ogni giorno vengono organizzate numerose sessioni e dovevamo essere nella condizione di dimostrare una qualità del servizio assoluta. Per questo motivo abbiamo deciso di avere sempre presente un tecnico che supervisionava l’impianto, per risolvere qualsiasi problematica avesse potuto avere il media server». 

Riguardo alla soddisfazione per la qualità delle immagini proiettate dagli Epson EB-L630SU Zimmermann non ha dubbi: «Sono molto soddisfatto delle prestazioni dei proiettori Epson, la precisione cromatica delle immagini ci ha soddisfatto molto, un aspetto fondamentale da tenere in considerazione quando proietti i dipinti di questo livello. L’autore dell’opera multimediale se sceglie di essere fedele ai quadri così come li vediamo oggi, deve poterlo fare, così come se vuole renderli con un particolare accento espressivo, allo stesso modo deve poter ottenere il risultato che ha in mente». Ultimo ma non ultimo, i tempi di installazione, l’ancoraggio dei proiettori e la sezione audio. Per ancorare i proiettori alle zanche dedicate, installare il mediaserver, la matrice e per effettuare tutto il cablaggio ci sono voluti in media tre giorni; i proiettori sono stati ancorati alle americane con zanche di sostegno prodotte su misura. Infine, l’impianto audio di alta qualità necessario per dare il miglior risalto alle musiche e alla voce narrante protagonista con le immagini dello spettacolo.


La mostra, nei piccoli paesi del Sud America, è così apprezzata che le istituzioni pagano i biglietti per le scolaresche che la visitano, che dunque entrano gratuitamente.

NON SOLO UNA SALA IMMERSIVA… 
«La sala immersiva – spiega Lucas Capalbo, produttore della mostra – è valorizzata da altre attrazioni che la precedono e la seguono: prima una serie di 15 ‘quadri’ tratti dal video di Stefano Fake con del testo che spiega il periodo della vita di Van Gogh a cui si riferisce; a seguire, un’area interattiva dove è possibile simulare la pittura di un quadro dell’artista e uno spazio dedicato alla realtà virtuale in cui il visitatore si immerge in un’opera dell’artista a 360°». 


Nota bene…
Stefano Fake si è battuto per mantenere il video lungo 52 minuti, una durata non troppo commerciale, ma a suo parere fondamentale per non intaccare l’autenticità dello storytelling. Una scelta che, sia da parte dell’autore che della produzione, ha voluto premiare la qualità artistica.


LA COMPETENZA DI IC VIDEOPRO AL SERVIZIO DEL PROGETTO
«Innovazione e competenza nell’arte della videoproiezione sono i valori cardine che guidano la mission di IC Videopro – racconta Damiano Simoncini, Responsabile comunicazione e marketing dell’azienda – Dopo il contatto avuto con Lucas Capalbo abbiamo messo in atto ciò che ci contraddistingue rispetto alla concorrenza, ovvero la consulenza progettuale completa unita alla fornitura tecnica per realizzare installazioni profondamente coinvolgenti come questa. Il tutto sostenuto da un servizio di customer care dedicato e attento, in modo da non lasciare mai ‘al buio’ il nostro cliente durante tutta la durata del rapporto lavorativo. La collaborazione di lunga data con video artisti affermati come Stefano Fake ci permette poi di avere credibilità operativa e capacità di sintesi tra le esigenze artistiche e quelle tecnologiche e commerciali. Per questa installazione in particolare abbiamo dato notevole attenzione alla fase logistica, dovendo organizzare un trasporto di materiale eccezionalmente delicato dall’altra parte del mondo. Questo ha comportato una accurata scelta del corriere e della tipologia di spedizione, anche qui riuscendo a far collimare le esigenze del committente con le tempistiche e il problem solving che operazioni di questo genere spesso comportano». 


I proiettori Epson EB-L630SU, utilizzati in questa soluzione, sono dotati di un’ottica ultra-corta da 0,80:1.

VIDEOPROIETTORE EPSON EB-L630SU, OTTICA CORTA DA 6mila LUMEN
La nuova serie EB-L630SU, caratterizzata dall’ottica ultra-corta in dotazione da 0,80:1 e dal rapporto costo/prestazioni molto favorevole, risponde alle esigenze dei seguenti mercati: 
Signage. Musei, spazi di intrattenimento, centri commerciali; 
Corporate. Sale riunione di media dimensione; 
Education. Aule scolastiche di grandi dimensioni, auditori. 
La serie è composta da due modelli che differiscono solo per il colore: nero o bianco e integra le funzioni che il mercato della system integration ritiene importanti per realizzare soluzioni ‘su misura’; ad esempio: Lens Shift (H= ±20 – V= ±50); risoluzione WUXGA con la possibilità di collegare agli ingressi digitali sorgenti 4K, ricevitore HDBaseT integrato, Wi-Fi con supporto Miracast, Split screen, Formato 16:6 e Daisy chain. Il media player integrato ha la possibilità di gestire i contenuti, di realizzare palinsesti e di programmare la messa in onda. Infine, questa nuova serie viene fornita con il software Epson EPPT 1.4 (Epson Projector Professional Tool) che offre il supporto Edge Blending, la Correzione geometrica (Quick corner, Arc correction e Point Correction) per gestire soluzioni di multiproiezione e altre numerose funzioni.

Videoproiettore Epson EB-L630SU.

Persone intervistate

Stefano Fake
Direttore Creativo
The Fake Factory

Lucas Capalbo
Produttore della mostra

Mariano Zimmermann
Operatore Specializzato
Troyvideo


Link utili

The Fake Factory | Troy Video | IC VideoPro | Epson