Nella nuova struttura di Grosseto una Control Room è dedicata al monitoraggio di reti e impianti per la gestione dell’acqua. Comprende un videowall 3×2 di Sharp, composto da 6 monitor PN-V601 da 60 pollici.

L’acqua è certamente l’elemento più semplice e prezioso che abbiamo a disposizione, di fondamentale importanza per l’essere umano. La gestione dell’acqua, quindi, rappresenta un’attività prioritaria per ogni territorio: le reti (acquedotti e fognature) e gli impianti (potabilizzatori, depuratori, dissalatori, sollevamenti fognari) devono essere monitorati 24 ore al giorno, per garantire un servizio di grande efficacia, evitando inutili sprechi. 
«L’Acquedotto del Fiora – ci spiega l’Ingegner Emiliano Facchielli – si configura come gestore del servizio idrico delle acque per le provincie di Grosseto e Siena. Coordina le reti e gli impianti al servizio del ciclo completo delle acque: dall’adduzione -sorgente, pozzo o mare- al trasporto dell’acqua alla popolazione, dalla raccolta delle acque reflue -le fognature- alla depurazione e alla restituzione all’ambiente. È un vero e proprio ciclo idrico integrato. La Sala di Controllo, dove abbiamo installato il videowall 3×2 di Sharp gestito da hardware Matrox è uno strumento che ci consente di lavorare con grande precisione e puntualità. Prima eravamo organizzati con postazioni individuali sparse sul territorio: la nostra capacità di reazione alle attività e alle problematiche, per forza di cose, era limitata. Basti pensare che il territorio delle province di Grosseto e Siena è pari a circa il 50% della Toscana, quindi si tratta di un’area molto estesa. Per contro, in quest’area, abbiamo una densità di popolazione estremamente bassa, meno di 50 abitanti per kmq, con un bacino di residenti estremamente variabile da stagione a stagione. Si passa dai 500mila dalla stagione invernale a quasi 1.000.000 nella stagione estiva».


Il progetto e la scelta

«Questo progetto è stato avviato nel 2012 – racconta Paolo Del Vita di SMAU GFI, la società che ha curato la realizzazione. All’epoca abbiamo valutato quale potesse essere il monitor adatto a comporre il videowall: abbiamo scelto Sharp per diversi motivi, il primo è la disponibilità del formato da 60”». Il mercato, infatti, offre numerosi altri monitor per videowall ma sono da 55”. Va da sé che un videowall con monitor da 60” offre una superficie di visualizzazione ben più ampia. Per ottenere la stessa superficie con monitor da 55” bisogna utilizzare più monitor; questo aspetto oltre a far lievitare i costi aumenta il numero di cornici presente all’interno del videowall stesso, disturbando la visione. 
«Dopo il completamento della struttura architettonica, avvenuta nel 2014 – prosegue Del Vita – abbiamo aggiornato il progetto tecnologico verificando che i monitor di Sharp rappresentavano ancora la miglior soluzione, competitivi nel prezzo e nelle prestazioni. Con gli Sharp PN-V601 da 60” abbiamo sfruttato nel modo migliore tutta la parete a disposizione».


L’installazione


Lo schema a blocchi della sala di controllo.

Come si vede dallo schema a blocchi la regia del videowall di Sharp è stata realizzata con la tecnologia Mura di Matrox. Ogni monitor PN-V601 che compone il videowall è collegato in DVI al Display Wall Controller MPX basato su schede Matrox Mura. Allo stesso server, con doppi cavi DVI, sono collegate le sei workstation al servizio delle sei console dedicate agli operatori che sono gestite tramite Matrox Extio F2408 per remotare fino a 4 segnali DVI Full HD, tastiera, mouse USB e audio con una sola fibra ottica; il resto dell’hardware è stato installato nella sala server: una configurazione innovativa e ancora poco diffusa, che offre una particolare semplicità di installazione. «L’installazione – commenta Del Vita – ha richiesto due giorni per il videowall e altri quattro per installare il software di gestione del videowall e le sei postazioni di controllo, formate ciascuna da 3 monitor. Al videowall è stato dato un formato 3×2 per duplicare il contenuto di uno dei tre monitor presenti in ogni postazione. Ogni operatore, comunque, può intervenire sulla regia e comporre in modalità differente il videowall, quando la situazione richiede particolari esigenze di condivisione».


La calibrazione

«Quando si lavora con i monitor Sharp, la calibrazione richiede poco tempo perché le tarature di fabbrica sono già molto precise – conclude Paolo Del Vita. Avevamo sorgenti disuniformi, per questo siamo intervenuti per riallineare i profili di colorimetria e di luminosità. La struttura che sostiene i pannelli del videowall è stata progettata per agevolare la manutenzione: basta una pressione su ciascun monitor per attivare un meccanismo che lo porta in avanti, a sbalzo rispetto agli altri moduli, per facilitare la sua rimozione con rapidità».