Il Palazzo dell’Arte Antica, nel cuore dell’EUR a Roma, è stato completamente ristrutturato e trasformato in hub multimediale. Fiore all’occhiello dell’edificio è il Salone delle Colonne, divenuto oggi la più grande sala immersiva d’Italia. Progetto e integrazione a cura di Kif Italia. Videoproiettori Epson.


In piazza Guglielmo Marconi, nel cuore storico del quartiere Eur di Roma, sorge il Palazzo dell’Arte Antica. Chiuso dal 2016, è stato recentemente ristrutturato e preso in gestione dalla Kosmos srl, in collaborazione con Kif Italia, che lo ha trasformato in un vero e proprio hub della multimedialità, sede di mostre ed eventi privati e corporate e dove sta per aprire una scuola di alta specializzazione per le arti visive e immersive.

Fiore all’occhiello dell’edificio è il Salone delle Colonne: una sala circolare di 475 metri quadri trasformatasi – grazie a otto videoproiettori Epson da 13.000 lumen e a un perfetto connubio tra video, audio, illuminazione e diffusione di profumi – nella sala immersiva più grande d’Italia, capace di mettere il visitatore al centro di un’esperienza multisensoriale unica nel suo genere.

Ne parliamo con Giuliano Gasparotti, Fondatore del progetto Salone delle Colonne e con Francesco Mazzei, Fondatore di KIF Italia . 



Giochi di luce nel Salone delle Colonne. L’immagine permette di individuare l’ingegnoso sistema di posizionamento dei videoproiettori.

La sfida: trasformare un edificio storico in un hub multimediale

«La sfida – spiega Giuliano Gasparotti – è insita nel concept stesso che sta alla base del nostro progetto di recupero e gestione del Salone delle Colonne: si trattava e si tratta di coniugare la storicità del luogo e tecnologia immersiva, con tutto il fascino e tutte le difficoltà che ciò comporta».

Il Palazzo dell’Arte Antica è infatti una delle architetture progettate in vista dell’Esposizione Universale di Roma del 1942: un grande edificio, ispirato alle forme dell’architettura classica, di cui il Salone delle Colonne rappresentava il giardino d’inverno, di forma circolare, impreziosito da sedici colonne rivestite in marmo di Carrara. Un tempo aperto nella parte superiore, oggi il Salone presenta una copertura in vetro.

«L’intero edificio storico era chiuso dal 2016 – prosegue Gasparotti – Noi abbiamo presentato un progetto di recupero che non solo lo ha reso di nuovo fruibile da parte dei visitatori, ma lo ha trasformato in un luogo di produzione, esposizione e formazione dedicato al mondo dell’alta tecnologia applicata alla valorizzazione dei beni culturali. 

Oggi il Palazzo dell’Arte Antica è un hub multimediale di 1.600 metri quadri, quasi 500 dei quali costituiti dalla grande sala circolare al centro: qui realizziamo e ospitiamo eventi immersivi di ogni tipo, dalle mostre agli eventi privati a quelli corporate. Qui stiamo per inaugurare un’accademia per le arti visive e immersive».

Ma veniamo alla sfida nella sfida: trasformare il Salone delle Colonne, edificio storico in stile razionalista, nella più grande sala immersiva d’Italia e una delle più grandi d’Europa. Sala inaugurata nel gennaio 2024 dalla mostra Artika, sulla quale vale la pena soffermarsi, visto che si tratta di un’esperienza che porta il concetto di immersività a un livello superiore.


Si trattava e si tratta di coniugare la storicità del luogo con la tecnologia multisensoriale ed immersiva, con tutto il fascino e tutte le difficoltà che ciò comporta.

G. Gasparotti

Gasparotti definisce Artika senza mezzi termini «una delle esperienze immersive più complete che siano mai state realizzate: tutti e cinque i sensi del visitatore sono coinvolti, grazie a musiche, proiezioni a 360 gradi sulle pareti del Salone delle Colonne, diffusione di profumi, performance dal vivo, degustazioni di cibo.

Tema della mostra sono il ghiaccio e la neve, ovvero l’acqua nella sua forma cristallizzata. Volevamo far capire l’importanza fondamentale del ghiaccio nell’ecosistema e nella sopravvivenza del pianeta: in dieci installazioni si attraversa la storia dell’arte, dal tardo medioevo, passando per Michelangelo e Leonardo, fino ad arrivare all’arte contemporanea e a Kandinsky, mettendo in risalto la centralità del ghiaccio e della neve nelle loro opere e nei loro studi scientifici. Le installazioni non sono solo audiovisive, ma comprendono anche un viaggio di realtà virtuale in 8K e sculture». 

Se a livello tematico la mostra pone l’attenzione sul climate change e lo scioglimento dei ghiacciai, a livello di user experience l’aspetto più innovativo di Artika è invece il fatto di essere interamente costruita intorno all’utente, che ne è il vero protagonista.

Dal punto di vista tecnico, infine, l’aspetto che Gasparotti mette in evidenza è la sfida di creare un evento altamente multimediale dentro le mura di un edificio storico. Vediamo allora in che modo questa sfida è stata vinta.


La soluzione:  otto Epson EB-PU2213 da 13.000 lumen con ottica UST  

Tra tutti e cinque i sensi coinvolti nell’esperienza immersiva di Artika, concentriamoci per il momento sul senso della vista e chiediamo a Francesco Mazzei, amministratore di Kif Italia, quali difficoltà ha incontrato nel realizzare la gigantesca videoproiezione che circonda lo spettatore.

«Le difficoltà che abbiamo affrontato sono state diverse: innanzitutto si trattava di proiettare un racconto per immagini su una parete curva ed enorme (la circonferenza del salone è di circa 76 metri per 5,5 d’altezza) e, per quanto di fattura architettonica squisita, comunque meno regolare di quanto potrebbe essere uno schermo.

In secondo luogo, c’erano i limiti imposti dal fatto di operare in un edificio sottoposto alla tutela della sovrintendenza alle belle arti: un edificio nel quale non potevamo modificare nulla e nemmeno fissare delle staffe alle pareti per sorreggere i proiettori.

In terzo luogo, c’erano le famose sedici colonne, che da un lato sono il segno distintivo dello splendido Salone ma dall’altro ci imponevano vincoli molto precisi per quanto riguarda il posizionamento dei proiettori. 


La precisione colorimetrica dei proiettori Epson è proverbiale, e anche in questo caso il modello scelto non è venuto meno alle aspettative, grazie soprattutto alla tecnologia 3LCD.

F. Mazzei

La nostra soluzione ha preso le mosse dalla scelta dei videoproiettori, sulla quale non abbiamo avuto dubbi: noi di Kif Italia, infatti, abbiamo avuto modo di sperimentare in diverse occasioni la qualità dei proiettori Epson e per le condizioni particolari del Salone delle Colonne abbiamo subito pensato al modello EB-PU2213 da 13.000 lumen, dotati di ottica ultracorta a collo di cigno. Per la proiezione circolare ne abbiamo utilizzati otto, posizionati a circa 6 metri d’altezza, agganciati alla struttura di metallo che sorregge il soffitto vetrato del salone. Questi proiettori hanno un software integrato che consente di fare una mappatura della superficie su cui proiettare e questo, in combinazione con un altro software estremamente versatile come Resolume Arena, ci ha permesso sia di gestire la proiezione su una parete curva sia di ottenere un mapping perfetto nonostante i vincoli che l’immobile ci imponeva dal punto di vista del posizionamento dei videoproiettori. Fondamentali in questo senso, vista anche la poca distanza dalla parete di proiezione, le ottiche ultracorte a collo di cigno (modello ELPLX02WS): sono ottiche dotate di lens shift motorizzato, cosa che raramente capita con le ultracorte».

Tutti i proiettori sono collegati, tramite HDBaseT, a un computer dotato di due schede grafiche capaci di gestire immagini molto impegnative come quelle richieste da Artika. 


Una panoramica del salone: spicca la struttura metallica che sorregge il soffitto e che fa da sostegno sia all’impianto di illuminazione sia agli otto videoproiettori Epson.

Luminosità e colorimetria straordinarie per una user experience ottimale 

Per renderci conto della performance richiesta, ai proiettori nell’ambito della mostra Artika, torniamo a parlare con Gasparotti e ci facciamo raccontare alcuni dettagli della video opera Frozen che, proiettata nel Salone delle Colonne, costituisce il cuore della mostra.

«Si tratta – ci spiega – di un’opera in cinque atti, ciascuno dedicato a un periodo della storia dell’arte: tardo medioevo; rinascimento; tardo romanticismo e impressionismo; Van Gogh e Munch; Kandinsky. I contenuti sono stati prodotti da Kif Italia con l’intento di offrire allo spettatore una nuova prospettiva sugli artisti trattati, senza però stravolgerli. Per esempio, nella parte dedicata a Michelangelo si è deciso di non riprodurre il David a figura intera, ma di proporre un primo piano del volto, che normalmente si trova molto più in alto rispetto a chi va ad ammirare la statua originale e difficilmente può essere osservato occhi negli occhi, con un simile grado di dettaglio. Un altro esempio è il lavoro fatto sull’Annunciazione di Leonardo: qui, invece di dare protagonismo alle figure in primo piano (l’angelo e la Madonna), la scelta è stata quella di mettere in risalto la città portuale che si trova sullo sfondo del dipinto e che, pur resa rarefatta da Leonardo con la sua caratteristica tecnica pittorica, è tuttavia piena di dettagli. Su tutto l’emiciclo viene riprodotta questa città portuale, che allo spettatore appare enorme».

È chiaro da questi esempi quale grado di definizione e quale perfezione colorimetrica sia richiesta ai proiettori: chiediamo quindi a Mazzei e Gasparotti se, l’uno dal punto di vista tecnico, l’altro dal punto di vista dell’utente finale, sono soddisfatti del risultato.

«La precisione colorimetrica dei proiettori Epson – dice Mazzei – è proverbiale, e anche in questo caso il modello scelto non è venuto meno alle aspettative, grazie soprattutto alla tecnologia 3LCD, che garantisce livelli di luminosità del colore pari a quelli del bianco. Sono inoltre prodotti poco ingombranti (70% di ingombro in meno rispetto alla serie Epson precedente) e leggeri e questo non è un dettaglio da poco, considerando che, lavorando in un immobile tutelato dalle belle arti, non solo, come già accennato, non abbiamo potuto fissare le staffe a parete, dovendole invece agganciare alla griglia metallica del soffitto, ma non ci è stato permesso nemmeno di saldarle a questa griglia, il che ci ha costretto a utilizzare un ingegnoso sistema di ganci e cavi d’acciaio: la leggerezza dei videoproiettori si è rivelata quindi preziosa. Altri due valori aggiunti di questo modello sono l’efficienza energetica (30% di consumo in meno a parità di luminosità) e una manutenzione ridotta quasi a zero, grazie a una totale impermeabilità alla polvere e all’assenza di filtri dell’aria da pulire».

Gasparotti esprime la stessa soddisfazione dal punto di vista dell’utente finale: «I visitatori rimangono esterrefatti di fronte alla qualità della videoproiezione che, se da un lato è solo uno dei tanti aspetti dell’esperienza immersiva che Artika offre al visitatore (uno dei cinque sensi coinvolti, appunto), d’altra parte è innegabilmente la più impattante, trattandosi di immagini in movimento proiettate su una parete circolare di 500 metri quadri».  


Un momento dello spettacolo live che ha accompagnato l’inaugurazione di Artika.

Il successo della mostra Artika e le prospettive future

«Abbiamo avuto feedback molto positivi – spiega Gasparotti – e in particolare ci siamo resi conto che ai visitatori piace il fatto di non essere in realtà semplici spettatori, ma protagonisti dell’evento, che è pensato e costruito (letteralmente!) intorno a loro.

Mi fa particolarmente piacere l’interesse delle scuole, con oltre cinquecento studenti che già hanno visitato la mostra e che continuano a prenotarsi, perché se il periodo di apertura al pubblico si è concluso il 3 marzo 2024, la mostra resta visitabile per le scuole, le università, i privati, le aziende. Si stanno aprendo nuovi scenari, alcuni dei quali non potevamo assolutamente prevedere quando siamo partiti: per esempio il primario di una clinica ha visto la mostra ed è rimasto impressionato dalla qualità delle immagini e dalla sensazione di totale immersività; noi abbiamo deciso allora di donare alla clinica, dove si pratica arteterapia, il contenuto di realtà virtuale prodotto e stiamo pensando a future collaborazioni con loro.

Un altro contatto imprevisto, nato sempre grazie ad Artika, è quello con l’università La Sapienza di Roma, che sta conducendo uno studio per creare strumenti e tecnologie con i quali misurare scientificamente le emozioni».

Chiediamo allora a Gasparotti quali siano i prossimi progetti del Salone delle Colonne. 


Spettatori incantati dall’esperienza immersiva, cercano di portare a casa qualche frammento grazie ai loro cellulari.

Un momento particolarmente suggestivo di Artika, con la videoproiezione che tinge l’intera sala di blu.

Prospettive per il futuro del Salone delle Colonne

«Il progetto più importante che ci vedrà coinvolti nell’immediato – spiega Gasparotti – è l’apertura della scuola per le arti visive ed immersive, la Kosmos Formazione, diretta da Antonio Ciaramella, che utilizzerà il Salone delle Colonne per sperimentare le produzioni realizzate dagli studenti. La nostra ambizione è quella di riunire in un solo luogo formazione, produzione e esposizione di contenuti che uniscano impresa, arte e cultura.

Intendiamo inoltre rafforzare la collaborazione con le scuole e le università.

Abbiamo naturalmente in programma anche nuove mostre: non possiamo anticipare troppo ma possiamo dire che stiamo lavorando su temi molto differenti tra loro: dalla metafisica al surrealismo alla Costituzione italiana, offrendo esperienze culturali immersive in mondi diversissimi tra loro.

Pensiamo anche a scambi a livello internazionale: infatti non vogliamo che il Salone sia solo una vetrina per le nostre produzioni, ma lo immaginiamo anche come un luogo in cui possano trovare casa eventi espositivi, educativi e corporate prodotti esternamente. Il destino del Salone è quello di inserirsi in una rete internazionale di centri di produzione di contenuti digitali. L’obiettivo, inoltre, che stiamo realizzando, è far evolvere il settore degli eventi, specie quelli corporate, offrendo alle aziende ed alle agenzie esperienze immersive: così cambia l’idea di una presentazione di un prodotto o la realizzazione di una conferenza stampa o ancora di una cena aziendale che diventano eventi spettacolari ed unici. Già tanti brand importanti hanno compreso il valore aggiunto del Salone delle Colonne che lo differenzia da qualsiasi altro spazio sul mercato».  


Il primo piano del David di Michelangelo ci permette di apprezzare la precisione colorimetrica dei videoproiettori Epson.

Dettaglio del sistema di ancoraggio dei videoproiettori escogitato dal system integrator e reso possibile dalla leggerezza e dalle ridotte dimensioni della serie EB-PU2213 di Epson.

Immagine che mostra chiaramente quale vincolo rappresentino le colonne dal punto di vista della videoproiezione. Difficoltà superata anche grazie al software di mapping integrato nei proiettori Epson

Persone intervistate

Giuliano Gasparotti,

Fondatore del progetto Salone delle Colonne

Francesco Mazzei,

Fondatore di KIF Italia


Link utili

salonedellecolonne.it | kifitalia.com | epson.it