La ristrutturazione del Museo Dante di Ravenna regala ai visitatori un percorso esperienziale immersivo e interattivo all’interno della vita e delle opere di Dante. Protagonista sul piano tecnico la videoproiezione Sharp Nec. System integrator AV Touchwindow.


Il nuovo Museo Dante – recentemente ristrutturato – è stato pensato per offrire un percorso esperienziale immersivo d’eccezione all’interno della vita e delle opere di Dante, che culmina nelle sale dedicate a Inferno, Purgatorio e Paradiso, dove i visitatori ripercorrono il grande viaggio letterario del Sommo Poeta.   

Sul piano tecnico, per potere raggiungere questo obiettivo, ha assunto un ruolo centrale la progettazione AV, e in particolare la videoproiezione, in certi casi realizzata su lastre di plexiglass, ricreando una sorta di ‘effetto ologramma’. In vari punti nevralgici del percorso la scelta è ricaduta sulle soluzioni Sharp Nec, e in particolare sui proiettori UM351WG e PA653U in grado di offrire una precisa gamma colorimetrica (per rendere giustizia alle illustrazioni e ai documenti proiettati e ricreare le atmosfere a tratti eteree, a tratti brutali del mondo dell’aldilà), rispettando i budget definiti per il progetto (aspetto non banale dato che la conformazione del museo in tante piccole sale imponeva l’utilizzo di un alto numero di proiettori). Ulteriore criticità prese in considerazione – che approfondiremo nel corso dell’articolo – nella scelta dei prodotti: le travi del soffitto che in alcune sale richiedevano l’installazione verticale dei proiettori e la necessità in certi casi di avere a disposizione un lens shift importante. Un aspetto di valore da menzionare sin da subito: tutti i proiettori Sharp Nec sono Crestron Connected, e dunque facilmente integrabili al sistema di automazione del Museo; si rimanda al box dedicato l’approfondimento in merito. 


La  Sala della Commedia, Inferno. La videoproiezione è realizzata con Sharp Nec PA653U su lastre di plexiglass, ricreando una sorta di ‘effetto ologramma’.


La sfida: un percorso esperienziale per emozionare e informare

Come nasce questo nuovo Museo Dante, così ristrutturato in chiave immersiva ed esperienziale? Ci risponde il Direttore Maurizio Tarantino, partendo dalla storia del museo stesso: «Il museo dantesco è nato nel 1921 in occasione del sesto centenario della morte di Dante. Era un museo pensato per raccogliere i cimeli danteschi di cui Ravenna – città che ospita le spoglie di Dante – è decisamente ricca, cimeli derivati soprattutto da questo sesto centenario della morte del Poeta e prima ancora della sua nascita (1865).  È concepito come si concepivano i musei un secolo fa, con oggetti esposti nelle teche e testi informativi a corredo. Nel corso di questo secolo il museo si era già parzialmente evoluto diventando più didattico, tentando una musealizzazione dell’opera di Dante, ma è stato solo nel 2018 con l’avvicinarsi del settimo centenario della nascita di Dante che si è deciso per un drastico rinnovamento».  

Gli obiettivi a cui si puntava, spiega ancora il Direttore erano due:  

1) da un lato continuare a valorizzare i cimeli, lasciando nel nuovo progetto uno spazio per questi oggetti e le storie che raccontano. «La sala Sala di Montevideo – dice tarantino – è rimasta infatti, anche nel rifacimento, sostanzialmente la stessa del 1921 e resta volutamente ancorata a un’idea di museo tradizionale. Anche Casa Dante, un edificio distante 30 metri dal museo, svolge lo stesso ruolo di raccolta di oggetti preziosi e di continuità con il passato».  

2) altro obiettivo, sfruttare la tecnologia per creare, attraverso interattività e immersività, un percorso nella vita di Dante e nelle immagini della Divina Commedia. In questo caso, spiega il Direttore «il fine era incuriosire e affascinare, immergendo il visitatore nel mondo del Sommo Poeta, nelle parole e nelle immagini delle sue opere, lasciando a fine visita la voglia di rileggere Dante e approfondirlo». Se si considera il pubblico giovane del museo questo approccio è doppiamente importante: «È un pubblico che va incuriosito con linguaggi attuali, un pubblico che di Dante spesso conosce  poche cose e deve essere stimolato a volerne sapere di più». 

Sebbene quindi l’approfondimento non rappresenti di per sé la prima mission del museo, non poteva mancare la possibilità di approfondire, per soddisfare i più curiosi. Per questo troviamo  audio e contenuti multimediali disponibili durante il percorso; chiunque può fermarsi per ascoltare letture integrali dei canti, dettagli sulla vita di Dante e sul contesto storico in cui si svolgono.  

Il Direttore ricorda infine che, alla base della decisione di investire sul Museo, c’è l’importanza dello stesso per la città di Ravenna: Ravenna è sede da 8.700 anni delle spoglie mortali del poeta e da almeno 150 anni è un riferimento per gli studi danteschi. Periodo Covid a parte, la Tomba di Dante veniva visitata da 500mila visitatori all’anno. «Ci piaceva fare in modo che questi visitatori – dice Tarantino – potessero andare oltre il breve saluto alla tomba del poeta, ma trovassero anche un buon motivo per fermarsi più tempo, ed entrare nel mondo del Sommo Poeta. Crediamo di esserci riusciti con questo nuovo Museo».


Volevamo incuriosire e affascinare, immergendo il visitatore nel mondo del Sommo Poeta, nelle parole e nelle immagini delle sue opere, lasciando a fine visita la voglia di rileggere Dante – M. Tarantino


Sala della Fama, realizzata con quattro proiettori Sharp Nec PA653U. La Commedia, tradotta in un centinaio di lingue, si è diffusa attraverso migliaia di edizioni popolari illustrate, commenti e riassunti, riduzioni cinematografiche e parodie televisive, album di figurine, giochi da tavolo, storie a fumetti e cartoni animati. Li ritroviamo tutti rappresentati in questa stanza.

La soluzione 

«Il tema di questa installazione , sul piano tecnologico, era creare ambienti immersivi emozionanti per attrarre bambini e ragazzi, ovvero proporre innovazione per attivare un engagement – spiega Bianchi, che prosegue – L’allestimento fisico è stato sfidante per diversi motivi: per riuscire a creare questa immersività, adattandoci a un percorso fatto di spazi ridotti, ricavati all’interno di un edificio storico, avevamo bisogno di  un alto numero di proiettori. In certi casi abbiamo dovuto trovare modelli con ottiche ultra corte e posizionabili verticalmente per gestire il poco spazio tra le travi del soffitto. Il tutto trovando il modo di conciliare la qualità colorimetrica necessaria con i budget disponibili».  Capiamo meglio a cosa si riferisce Bianchi entrando nel merito dell’installazione e ripercorrendo alcune delle videoproiezioni realizzate. 


La funzione lens shift dei proiettori Sharp Nec ha consentito di installarli in posizioni defilate e di ottenere una resa perfetta anche sulle lastre di plexiglas- A. Bianchi


> Sala del tempo – Nella prima sala, la Sala del tempo, di fronte alla timeline che racconta le tappe chiave della vita di Dante, 4 videoproiettori Sharp Nec UM351WG proiettano, su una serie di pannelli circolari, contenuti legati appunto alle vicende della vita dantesca e al contesto storico. A livello sonoro, si tratta di una installazione interattiva che reagisce attivando l’audio all’avvicinarsi del visitatore. Per questo spazio si è optato appunto per il modello UM351WG a ottica ultracorta da 0,35:1. Si tratta di un proiettore 3LCD a lampada da 3.500 lumen,con risoluzione di 1280×800 pixel. Sono stati settati in Eco mode, e quindi  proiettano le immagini ad una luminosità di 2mila lumen; in questo modo viene estesa l’autonomia della lampada, che raggiunge le 8mila ore.  

«La scelta di questo museo di installare proiettori a lampada, qui come nel resto dell’installazione – spiega Bianchi – è legata a diversi fattori: l’alto numero di proiettori necessari, la precisione colorimetrica, la possibilità di sfruttare il vantaggio offerto dalla modalità ‘eco mode’ abbinato alla poca luminosità degli ambienti».  

Come spiega Bianchi infatti, entrando nel merito punto per punto, la scelta dei proiettori a lampada Sharp Nec UM351WG e PA653U installati in altre sale – è dovuta: 1) alla necessità trovare un modello non eccessivamente costoso, dato che il percorso complesso del museo, fatto di tante piccole stanze, e il progetto di immersività a cui si puntava, imponeva l’utilizzo di numerosi proiettori; 2) al fatto che questi proiettori a lampada consentono di ottenere un risultato colorimetrico di alto livello, molto adatto a ritrarre con fedeltà le immagini legate al mondo dantesco e a ricreare le atmosfere della Commedia; merito dell’ampio spazio colore dei proiettori Sharp Nec  che consentono di ottenere colori particolarmente brillanti e un ottimo rapporto di contrasto; 3) al fatto che la maggioranza degli ambienti è al buio: il funzionamento in ‘eco mode’ consente di prolungare sensibilmente la durata delle lampade e di ridurre significativamente la frequenza degli interventi di sostituzione, programmata ogni due anni.   


> Sala del Volto – Nella seconda sala, la Sala del Volto, di fronte alle grandi statue in gesso che riproducono il viso di Dante, due proiettori Sharp Nec UM351WG in edge blending proiettano frasi tratte dall’Opera di Boccaccio. «I lineamenti del volto dantesco sono riconoscibili e noti a tutto il mondo – racconta Tarantino – Per questo ci piaceva valorizzarli facendo dialogare le statue con la descrizione che fa Boccaccio del suo volto».  

Due aspetti vanno messi in evidenza: il primo, è che sia qui che nella Sala del Tempo, l’ottica ultracorta 0,35:1 dei proiettori Sharp Nec UM351WG ha fatto in modo che le ombre dei visitatori non andassero a sovrapporsi alle immagini proiettate sui pannelli circolari e sulla proiezione del testo di Boccaccio, così che gli utenti potessero  fruire degli exhibit e muoversi liberamente, senza alcuna interferenza.  

Un altro elemento importante, a proposito della scelta dei Sharp Nec UM351WG, è la loro compattezza: «Si tratta di proiettori compatti adatti a essere incastonati tra le travi. – dice Bianchi – Se avessimo guardato ai proiettori laser, scegliendo tra le opzioni disponibili quando abbiamo progettato l’installazione, avremmo dovuto lavorare con proiettori più grandi, che non potevano essere posizionati sul soffitto tra i travetti». 

Segue la terza sala, la Sala di Montevideo,  che come già accennato ospita i cimeli danteschi e le due Sale del Culto, dove sono esposte le testimonianze delle complesse vicende legate alla sepoltura di Dante. 



>  Sala della Fama – Nella sesta sala, la Sala della Fama, troviamo tre pareti – una lunga, due più corte – proiettate con quattro Sharp Nec PA653U, uno per le pareti corte, due per quella lunga. Vengono proiettate immagini iconografiche con movimento randomico che testimoniano la fama di Dante nel mondo. Da sottolineare che i 4 proiettori Sharp Nec PA653U sono dotati della funzione lens shift motorizzata che si spinge fino a  ±40% di correzione, sia in orizzontale che in verticale, che ha ovviato all’impossibilità di appendere i proiettori in punti baricentrici rispetto all’area di proiezione. 

La funzione edge blend integrata ha inoltre consentito di correggere gli angoli e i punti in cui le diverse proiezioni si sovrapponevano diminuendone la luminosità, così da avere una totale continuità dei contenuti su tutte le pareti.

> Sala della Commedia – Le sale 7, 8 e 9 sono le Sale della Commedia. Occupano quasi mezzo museo, e sono dedicate rispettivamente a Inferno, Purgatorio e Paradiso. «Era davvero una sfida rappresentare un poema così complesso pieno di sfumature – dice Tarantino – dove dentro c’è poesia, teologia, storia, un poema su cui migliaia e migliaia di studiosi hanno scritto pagine e pagine – La  scelta che abbiamo fatto è stata far parlare Dante: l’audio diffonde i versi piu famosi della Commedia, mentre, per chi vuole approfondire, con delle cuffie si può ascoltare la lettura integrale dei canti e altri contributi anche di carattere interpretativo. La videoproiezione su grandi schermi di plexiglass dà profondità alle immagini, un effetto visivo che richiama gli ologrammi di grande effetto, molto bello e significativo» . 

Le Sale della Commedia contano un totale di 36 schermi olografici (12 per ogni sala) dove 6 proiettori Sharp Nec PA653U (due per ogni sala) ricreano le immagini e le atmosfere dei canti.  


In alto: la disposizione dei proiettori in una delle tre sale delle Sale della Commedia; ogni pannello misura 240×110 cm. Sotto: La Sala del Tempo con le videoproiezioni circolari; il diametro dei pannelli è di 110 cm.

«Anche per questa sala – dice Bianchi – abbiamo sfruttato la funzione  lens shift – che ci ha consentito di installarli in posizioni defilate e di ottenere una resa perfetta anche sulle lastre di plexiglas –  e la possibilità di questo modello di essere installato in verticale, disponendo i proiettori tra le travi del soffitto». 

Ricordiamo anche che in generale, in più occasioni è stato sfruttato l’edge blending, che in alcune casi è stata preferito a una sola più ampia proiezione – unendone due o tre più piccole – perché le travi avrebbero fatto da ostacolo.  

Tarantino si ritiene soddisfatto del lavoro svolto: «Volevamo davvero un’installazione AV di primo livello, non semplice da ottenere soprattutto dove ottenere l’effetto finale desiderato era più complesso, per esempio dove si incrociavano digitale e fisico, ovvero videoproiezione e pannelli in plexiglass. Da questo punto di vista siamo molto soddisfatti». 


SHARP NEC CRESTRON CONNECTED, AUTOMAZIONE SEMPLIFICATA

Tutti i proiettori Sharp Nec sono Crestron Connected: ciò ha facilitato l’integrazione dei proiettori nel sistema di automazione del Museo, gestibile anche da remoto. Risultato: la possibilità tramite tablet di attivare diversi scenari in base alla presenza di utenti singoli o gruppi, scegliere la lingua, accendere e spegnere i dispositivi e supervisionarne costantemente il corretto funzionamento. «La gestione della proiezione dice Bianchi – è assicurata dal processore di Crestron che si interfaccia con il software di Sharp Nec per monitorare l’impianto, inviare alert e indicare lo stato delle lampade. Il fatto che i proiettori Sharp Nec fossero Crestron Connected ha fatto davvero la differenza; senza questa opzione tutto sarebbe stato molto più complicato. La gestione non consente solo a noi da remoto di dare supporto, ma prima ancora alle varie figure professionali che si alternano alla gestione del museo di garantire controllo e business continuity, nonché di dialogare in modo efficace con l’assistenza, quando serve, avendo sempre sott’occhio nomi e dettagli degli elementi dell’impianto». 

Bianchi spiega che Touchwindow ha realizzato un manuale d’uso semplicissimo per il personale del Museo, che entra nel merito di come funziona ciascuna funzione di controllo: la parte detta ‘Supervisione e Controllo’ (che gestisce tutti gli apparati del museo), la parte ‘Supervisione Gruppi’ e la parte ‘Gestione Lingua’. 

La business continuity a cui prima si accennava è d’altra parte un tema fondamentale: «Con il pubblico giovane che visita il museo – dice Bianchi – è essenziale che la tecnologia a cui sono così abituati e avvezzi sia efficiente; tutto deve funzionare bene perché i giovanissimi apprezzino il percorso». 


Persone intervistate

Maurizio Tarantino
Direttore, Museo Dante

 

Andrea Bianchi
Co-fondatore e CEO, Touchwindow


Link utili

vivadante.it/museo-dante | touchwindow.it | sharpnecdisplays.eu