Qual è la sua visione sulle fiere locali AV Pro in Europa? Quale funzione hanno e come possono coesistere con le fiere worldwide come ISE?  

Sono dell’idea che le fiere worldwide facciano davvero la differenza. Sono lo strumento per raggiungere l’utente finale, a cui è sempre molto difficile arrivare. In questo, ISE sta riuscendo perfettamente nel suo intento, grazie anche alla collaborazione con integratori ed espositori.  

Va detto però che non sempre vi è la disponibilità a spostarsi, soprattutto da parte di alcune figure aziendali e di realtà più piccole che si affacciano adesso a questo mercato, meno propense a viaggiare. Ed è proprio in questi casi che gli eventi locali fanno la differenza.  

Il MIR è un ottimo esempio da questo punto di vista: al MIR partecipano i giovani che lavorano con i prodotti, i tecnici del settore e altre figure che certo, non sono i buyer, ma comunque lavorano con i prodotti e consigliano i decisori, e rivestono dunque un ruolo importante.  

Colpisce vedere quanti siano i produttori internazionali presenti in questa edizione, accanto ai soggetti italiani. Nella maggior parte dei casi, alle fiere locali partecipano unicamente gli uffici di rappresentanza nazionali, ma in questa occasione vedo anche diversi protagonisti europei. Un dato davvero incoraggiante per il MIR.  



ISE ha visto crescere nel tempo la partecipazione degli utenti finali. Come commenta questo trend e quali altre trasformazioni dobbiamo aspettarci? 

ISE è sempre stato un channel event molto importante per l’AV, dove la maggior parte delle vendite avviene attraverso un canale, attraverso gli integratori e i distributori. Per questi l’interesse primario è esserci al primo lancio sul mercato di un dato prodotto, e questo resta il motivo principale per cui scelgono di venire a Barcellona all’inizio di ogni anno; favorire questo incontro è d’altra parte il nostro ruolo fondamentale come fiera.  

Ma come già si diceva, oggi i vendor vogliono incontrare anche gli utenti finali. E su questo fronte molto abbiamo già fatto ma dobbiamo ancora lavorare e crescere. 

La presenza degli utenti finali è in linea con un altro nostro obiettivo. Vogliamo che ISE diventi sempre più l’evento leader in termini di idee. ISE, agli inizi, si limitava a riflettere gli sviluppi del settore, era lo spazio dove si poteva assistere a quel che stava succedendo nell’AV in quel momento. 

Con il tempo il suo profilo è cambiato, ed è stato orientato al futuro. Oggi, chi viene a ISE può scoprire cosa succederà in futuro e cosa sta sviluppando il settore. Ci piacerebbe oltretutto che ISE non fosse solo un luogo in cui vedere il futuro, ma l’occasione anche per discutere di esso.  

In quest’ottica diventerà preziosa la presenza di molte più figure e degli utenti finali: i produttori avranno l’occasione di ascoltare il mercato, gli influencer, gli utenti finali, la gente, e di dire ‘bene, è questa la direzione in cui si dovrebbe sviluppare il settore’.  


Quali trend determineranno lo sviluppo del nostro mercato nei prossimi 12 mesi?  

Ne voglio ricordare due, uno che riguarda il tema smart building, l’altro il mondo del digital signage.  

Grazie alla collaborazione e allo smart working, il modo in cui si sviluppano gli uffici sta cambiando. Oggi lo spazio disponibile viene sfruttato dalla metà dei dipendenti, perché non tutti [dopo il periodo della pandemia che ha accelerato il fenomeno dello smart working – ndr] sono tornati in ufficio e perché molti non sono più interessati agli spazi condivisi, che portano con sé pregi ma anche limitazioni. Questa tendenza va assecondata. Il nostro settore è nella posizione migliore per studiare le soluzioni e soddisfare la domanda.  

A proposito invece di digital signage e in particolare il retail, stiamo osservando la sua trasformazione in spazi esperienziali. Oggi è possibile acquistare tutto o quasi tutto online. Persino le automobili. Per cui la domanda che ci si pone è “Perché mai dovrei andare in negozio”? Se lo faccio, deve essere un’esperienza unica, deve essere qualcosa che mi permetta di dire non semplicemente ‘vado a fare shopping’, ma ‘sto uscendo’; il negozio deve procurare un intrattenimento, deve consolidarsi l’idea dello shopping in negozio come esperienza. E anche qui il nostro settore può dare un forte contributo. Una cosa simile si può dire per altri ambiti come hospitality o trasporti: la sfida è coinvolgere le persone e farlo attraverso il digital signage, ossia creando ambienti e atmosfere che rendano i tempi di attesa più accettabili. 


Può darci qualche anticipazione su ISE 2024? 

Al momento stiamo discutendo alcuni progetti molto interessanti. Non ho ancora la libertà di raccontarlo, perché stiamo esaminando l’intera strategia e ultimando gli aspetti legati al budget. Posso solo dirvi che ci sono in ballo molte idee interessanti che si stanno concretizzando e che spero di poter condividere a breve.  

In generale, i nostri sforzi sono anche concentrati sul recupero di tutto ciò che la pandemia aveva bloccato. Avevamo in programma di fare molte cose prima del Covid. Superata l’emergenza il nostro primo obiettivo è stato quello di riportare ISE Europe dove dovrebbe essere. Ci sono degli eventi che siamo pronti a lanciare e speriamo di poter prendere una decisione nei prossimi due mesi, ma non ne abbiamo ancora la certezza. Non mi resta che dirvi: restate sintonizzati su questo canale!  


Un breve salto nel futuro: con il metaverso quale evoluzione potranno avere le manifestazioni fieristiche?  

In qualità di organizzatore di eventi e fiere, penso sia interessante riflettere sull’uso che potremmo farne, sia noi che i nostri espositori.  

Vista dalla prospettiva degli espositori, penso sia ottimo per mostrare le proprie soluzioni e quegli ambienti che non possono essere portati nei padiglioni, esponendo di fatto i propri prodotti e le proprie soluzioni. In questa direzione credo si vedrà un crescente uso di questa tecnologia.  

Dall’altra parte mi domando come si possa usare il metaverso in veste di organizzatore. Indubbiamente ci sono usi interessanti che si potrebbero fare; per esempio, sarebbe utile per ospitare i relatori che non riescono ad essere fisicamente presenti e che potrebbero invece intervenire da un palco virtuale. Con alcuni relatori, rispetto a un intervento da videowall, una cosa di questo genere potrebbe risultare più stimolante.  

Più in generale, ci stiamo molto interrogando sull’utilizzo a ISE di avatar, immagini 3D e simili. Per esempio, stiamo dibattendo riguarda gli info point domandandoci se ricorrere ad avatar o immagini virtuali; se sfruttassimo l’intelligenza artificiale potremmo immaginare di inserire info point dappertutto. Si tratta di una strada percorribile se si considera che in una fiera quasi il 99% delle domande si ripete, e che le macchine sono ormai in grado di imparare a rispondere a quelle nuove molto rapidamente.  

Si tratta solo di un esempio. Sono tante le cose che possiamo prendere in considerazione. Non vogliamo togliere le persone dalle fiere, tutt’altro, vogliamo soltanto ricorrere ai robot per offrire qualcosa in più, impiegarli là dove possono dare un valore aggiunto.