Una chiacchierata esaustiva con Nello Genovese, Amministratore Delegato di Fracarro: dall’analisi del mercato alle sue opportunità, dalle strategie aziendali ai nuovi prodotti, per tracciare un quadro sul futuro del nostro mercato.
Con
la conclusione degli switch-off il mercato dell’impiantistica
televisiva terrestre si chiede con preoccupazione quale futuro lo
aspetta nel breve periodo. Occorre interpretare da subito le opportunità
per produttori, distributori e installatori; individuare come cambiano i
valori, i ruoli e le soluzioni d’impianto. Fracarro Radioindustrie, in
proposito, ha tracciato una strategia chiara e ben articolata, specifica
per grandi opere, edifici commerciali, residenziali, senza dimenticare
gli impianti classici. Ecco il pensiero del suo Amministratore Delegato.
«Fracarro è un’azienda italiana con una storia importante – esordisce Nello Genovese. Oggi
vende i suoi prodotti in diversi paesi: dall’Australia alla Tailandia,
dalla Russia ai Paesi Arabi e all’Europa. Conosciamo le problematiche e i
bisogni dei mercati internazionali, abbiamo una visione complessiva
utile per comprendere trend e opportunità».
La presenza internazionale
L’evoluzione sui mercati internazionali è iniziata verso la fine degli anni ’90 con l’acquisizione di Philips France; fino a quel momento Fracarro si era dedicata soprattutto al mercato italiano che, per l’orografia del territorio e la presenza di centinaia di televisioni commerciali era considerato uno straordinario laboratorio. «È proprio così – prosegue Nello Genovese. Pensavamo che i prodotti sviluppati per il mercato italiano potessero andar bene, sempre, anche nel resto del mondo. All’inizio è stato così e abbiamo maturato un importante know how, consolidando la leadership in Italia. Ma con l’acquisizione di Philips France abbiamo iniziato a conoscere aspetti importanti e diversi del mercato transalpino, per certi versi simile al nostro». In Francia le società d’installazione sono più strutturate, si occupano di grandi impianti, per importanti realizzazioni pubbliche, commerciali e residenziali. Un aspetto che ha facilitato la comprensione dell’integrazione dei sistemi. «Questa esperienza l’abbiamo vissuta in diretta – commenta Nello Genovese. In Italia, invece, non sono state realizzate grandi opere, importanti costruzioni e quindi l’impiantistica del nostro settore non si è evoluta, tutto ciò è stato penalizzante. L’integrazione dei sistemi è un fenomeno che nasce dai grandi progetti edilizi, dove si richiede di far dialogare videosorveglianza, antintrusione, antincendio, audio/video, televisione, ecc. Per farle un esempio la nostra Head-End, ereditata dall’acquisizione francese, è stata aggiornata negli anni e venduta soprattutto all’estero. In Italia, invece, il mercato non era interessato, richiedeva una serie di prodotti di fascia media e medio-bassa. E quindi ci siamo impegnati a sviluppare prodotti che io definisco ‘italiano-centrici’. È naturale che sia così: un’azienda investe dove vede i mercati con maggiore chiarezza e il conseguente ritorno».
Lo swith off, i trend di mercato
«Il passaggio al digitale terrestre – ci confida Nello Genovese – ha
generato picchi di lavoro importanti in Europa, era naturale che ciò
accadesse. Però la transizione non è stata gestita al meglio: spesso il
mercato ha proposto soluzioni di tipo conservativo. Bisognava invece
intervenire meglio sull’adeguamento degli impianti. Inoltre, è stato
aumentato in modo considerevole il livello massimo del segnale in
trasmissione, senza osservare le norme in proposito, per evitare
problemi agli impianti di ricezione».
«Di una cosa siamo sicuri – aggiunge Nello Genovese – l’integrazione
dei sistemi iniziata con l’impiantistica nelle grandi opere sta
maturando anche per il mercato residenziale. Le soluzioni oggi in uso
nei mercati professionali diventeranno accessibili anche nella realtà
domestica. Stiamo trasformando i prodotti, gli approcci al mercato
italiano e ai mercati internazionali. E quindi anche la comunicazione,
la formazione a supporto della rete vendita e degli installatori.
Bisogna pensare globalmente e agire localmente. Il nostro laboratorio
R&D è impegnato nell’integrazione dei servizi all’interno della
casa: televisione, rete locale connessa a internet, telefonia e
sicurezza. I nuovi prodotti riflettono proprio questa filosofia. Non
investiamo in soluzioni wireless, anche in considerazione del problema
di inquinamento elettromagnetico. Crediamo invece nel cavo coassiale,
nella fibra ottica e nel cavo Lan, per realizzare infrastrutture di rete
per la distribuzione dei servizi». Prosegue Nello Genovese: «Certamente
il protocollo IP si svilupperà, ma ciò avverrà nel medio periodo,
quando riprenderà a crescere l’edilizia residenziale. Oggi l’IP è
presente nei grandi impianti e noi abbiamo la centrale di testa dedicata
a queste applicazioni. Nel residenziale, invece, dobbiamo pensare a
tutti gli edifici già costruiti, e sono tanti: in queste abitazioni è
presente il cavo coassiale e bisognerà integrare la rete e la fibra
ottica. L’installatore deve comprendere che è cambiato il modello di
business: la soluzione può essere gestita via internet, è
riconfigurabile, ti avvisa in caso di malfunzionamenti o quando i
parametri di riferimento raggiungono valori prossimi alla soglia. Queste
prestazioni caratterizzeranno le novità di fascia media e medio-bassa.
Noi stiamo procedendo in questa direzione: la globalizzazione rende più
simili i bisogni dei mercati locali. E crediamo di avere un vantaggio
competitivo con la visibilità globale e il fatto di possedere la
divisione sicurezza che sta sviluppando nuovi prodotti in direzione
dell’integrazione dei sistemi».
I consigli agli installatori
Prosegue Genovese: «Se avessero maturato una maggior cultura sull’impiantistica integrata, oggi gli installatori sarebbero meno preoccupati. Quello che bisogna fare è proprio questo, frequentare corsi di formazione specifici su reti ethernet e seguire le evoluzioni sui mercati esteri. Bisogna acquisire competenze sui grandi impianti come i complessi alberghieri e i centri direzionali, sensibilizzarsi sul valore del servizio, saper gestire un’installazione multidisciplinare, altrimenti il mercato dell’integrazione sarà presto orfano di installatori. E bisogna crescere in dimensioni e capitalizzazione: le società d’installazione estere sono strutturate anche per lavorare fuori dal proprio paese, questa è una minaccia concreta. Finora l’installatore è entrato nelle abitazioni per realizzare un impianto nuovo, da oggi deve iniziare a proporre prodotti e servizi di complemento, nell’ottica dell’integrazione e senza dimenticare la facilità d’uso». Conclude Genovese: «Noi faremo la nostra parte, supportando tutti gli installatori che desiderano crescere. Le confido anche lo sviluppo di un progetto ambizioso: la tecnologia della fibra plastica, ancora più sottile e maneggiabile della fibra ottica, così da utilizzare gli spazi residui dei tubi corrugati dove neanche la fibra ottica riesce a passare».