Quali sono le 7 regole da conoscere in ambito proiezione immersiva? Scopriamo insieme a Panasonic queste regole, nonchè le migliori tecnologie e prodotti per realizzare proiezioni spettacolari e coinvolgenti in ambito aziendale e museale. 


Tra i diversi campi di applicazione delle tecnologie di videoproiezione quello delle proiezioni immersive, insieme al videomapping, rappresenta senza dubbio il campo di maggiore impatto scenografico. 

Rispetto al videomapping, però, le proiezioni immersive si prestano maggiormente a installazioni fisse, in ambito museale o molto spesso corporate, offrendo uno strumento visivo unico per raccontare storie, scienza o immagini e valori di un brand.

Non esiste una definizione precisa di ‘proiezione immersiva’, ma il nome parla chiaro e indica la realizzazione di una proiezione in un locale, in una stanza o in un ambiente, dove lo spettatore possa perdersi e sentirsi immerso nelle immagini e lontano dai riferimenti reali.

A realizzare questo effetto, altamente spettacolare contribuiscono l’altezza e l’ampiezza delle immagini che partono da terra per estendersi verso l’alto di 3, 4 o più metri. Le immagini di grandi dimensioni vengono realizzate unendo le proiezioni di più proiettori attraverso la tecnologia di Edge Blending. 

Oltre a questo, ovviamente, a rivestire un ruolo fondamentale sono i contenuti ma i punti di cui ci occuperemo in questo articolo sono legati all’hardware e alle tecnologie necessarie per ottenere la massima qualità possibile.



Immagini immersive, colori profondi e contrasti elevati per un’esperienza davvero coinvolgente

Sette regole per una proiezione immersiva perfetta

Quando si realizzano proiezione singole e separate, anche con più proiettori, eventuali problematiche di uniformità o di differenza colorimetrica non risultano facilmente visibili (anche se in un auditorium con più schermi separati, ma affiancati, possono diventare evidenti). Quando, però, si realizza una proiezione in blending queste caratteristiche diventano aspetti fondamentali per un risultato di qualità. Per un risultato perfetto entrano in gioco 7 diversi aspetti:

1. Uniformità colorimetrica del singolo proiettore;

2. Corrispondenza cromatica tra i diversi proiettori;

3. Gestione dei neri nelle immagini sovrapposte;

4. Durata del risultato. Immagini di qualità, il primo giorno come dopo 20.000 ore;

5. Visibilità del pixel a distanza ravvicinata dalla superficie di proiezione;

6. Ottiche e distanze di posizionamento dei videopoiettori;

7. Software di calibrazione, per proiezioni multiple e/o superfici irregolari.


Le proiezioni immersive possono spingersi dalle pareti fino al pavimento per aumentare ancora la spettacolarità. Attenzione però ai contenuti, alta luminosità su una parete e toni scuri sull’altra rischiano di penalizzare il contrasto e il risultato finale.

REGOLA 1. Un bianco di riferimento

Una resa non uniforme dei chip che realizzano le immagini all’interno dei proiettori, può portare ad immagini che, proiettando una schermata bianca, abbiano il lato destro e sinistro dell’immagine con dominanti che tendono al verde o al rosso o con diversi livelli di luminosità, condizioni che rendono davvero complessa la realizzazione di un edge blending di qualità. In questo senso la tecnologia DLP dei proiettori laser Panasonic delle serie PT-RCQ10 e PT-RZ990 rappresenta la soluzione ottimale, poiché i chip DMD sono dei microspecchi a controllo digitale, capaci quindi di realizzare immagini perfettamente uniformi. Più in generale, la capacità di un proiettore di generare bianchi uniformi e privi di dominanti, rappresenta un chiaro indice di qualità. Anche nella tecnologia LCD, con le macchine e con i pannelli di nuova generazione, Panasonic ha raggiunto risultati di riferimento in particolare nella serie PT-MZ16, che ha integrato per la prima volta la nuova tecnologia Multi Reflection System, e nella nuovissima serie PT-MZ880. 


REGOLA 2. L’unione fa la forza

Un secondo aspetto fondamentale è che tutti i proiettori utilizzati devono avere la stessa temperatura di bianco, le stesse scale di grigi e la stessa riproduzione dei colori. Se questo non avviene il risultato può rivelare problemi che si traducono in diverse colorimetrie delle immagini generate dai diversi proiettori. Un problema tipicamente visibile più sulle tinte intermedie che sui colori molto saturi e che porta, per esempio, a vedere la neve di una montagna più azzurra su un proiettore e più rosa su un altro, piuttosto che l’acqua di un torrente o un cielo azzurro più verde su una proiezione rispetto a quella che le sta accanto. Anche in questo caso il risultato dipende dalla qualità delle macchine utilizzate e, ancora una volta, la tecnologia DLP dei proiettori Panasonic è una garanzia per ottenere il miglior risultato e la massima soddisfazione del cliente nel tempo.

Cosa fare quando è necessario effettuare delle correzioni? Solitamente è sufficiente intervenire sul bilanciamento del bianco, ritoccando di qualche punto le componenti RGB delle alte luci. In alternativa, come vedremo dopo, ci si può affidare a software e fotocamere, per ottenere in modo automatico un risultato perfetto. Ma attenzione, se non si parte dall’utilizzo di proiettori di qualità questo tipo di messa a punto rappresenta un vero e proprio incubo.


REGOLA 3. Un’immagine uniforme anche sui neri

Se la qualità dei colori e delle immagini più luminose è l’aspetto che colpisce immediatamente in una multiproiezione, uno degli aspetti a volte trascurati nella realizzazione di un progetto immersivo è la qualità delle immagini più scure, quando le immagini tendono al nero e l’ambiente di proiezione diventa più buio e avvolgente. Ma proprio quando le immagini diventano più scure possono emergere difetti e limiti della tecnologia, legati alla scarsa capacità di riproduzione del nero di alcuni videoproiettori, caratteristica che può portare a due tipi di problemi: 

Un basso livello di contrasto: i neri appaiono grigi e poco incisivi

Multiproiezione: quando viene proiettata un’immagine molto scura, nei punti di sovrapposizione delle immagini dei proiettori si formano delle bande molto più luminose che vanno a spezzare l’uniformità del nero delle proiezioni.

Ancora una volta la qualità dei proiettori rappresenta la chiave per un risultato senza compromessi e le differenze tra prodotti sono evidenti e non dipendono solo dal tipo di tecnologia utilizzata, ma dalla qualità complessiva del prodotto. Panasonic ha lavorato con estrema attenzione su questi aspetti realizzando videoproiettori in grado di offrire un nero profondo, ottenuto sfruttando al massimo la tecnologia di illuminazione Laser. La tecnologia Laser, infatti, consente di modulare istantaneamente, su ogni singolo frame, la potenza di luce da utilizzare in relazione al tipo di immagine proiettata, sincronizzando in tempo reale tutti i proiettori utilizzati. Quando i contenuti video sono molto luminosi i laser lavoreranno a piena potenza per offrire colori saturi e bianchi brillanti; quando, invece, i contenuti diventano molto scuri, il sistema di controllo del proiettore abbasserà istantaneamente la potenza del laser, per raggiungere livelli del nero tanto bassi da non rendere più visibili le barre luminose nelle zone di sovrapposizione di più proiettori.



REGOLA 4. Qualità che dura nel tempo

Un sistema di multiproiezione è un investimento importante, che coinvolge proiettori, sorgenti, installazione e contenuti. È quindi fondamentale che sia in grado di lavorare e offrire la massima qualità per il periodo più lungo possibile.  Questo non significa solo che i proiettori devono rimanere accessi e funzionanti, ma anche che l’effetto complessivo, grazie al quale si ottiene un’immagine senza soluzione di continuità, resti invariato. Da questo punto di vista i proiettori con tecnologia DLP Panasonic rappresentano una sicurezza per via delle prove a cui vengono sottoposti, con particolare attenzione alle problematiche legate alla polvere come dimostrano le foto di questo articolo. Il risultato di questa attenzione porta ad avere proiettori certificati per applicazioni 24/7 e privi di filtri da sostituire, offrendo un importante vantaggio in termini di manutenzione, soprattutto nel caso in cui i proiettori siano installati in posizioni difficili da raggiungere o nel caso in cui il setup in multiproiezione renda critico ogni intervento sul proiettore, che rischierebbe di perdere l’allineamento necessario per realizzare l’edge blending.


I test effettuati da Panasonic sui propri proiettori DLP prevedono condizioni molto gravose di polvere. Test indispensabili per certificare un utilizzo 24/7 e per lavorare 20.000 ore senza necessità di manutenzione.

REGOLA 5. Avvicinarsi ai pixel

Quanto sono capaci i nostri occhi di cogliere i dettagli e i vantaggi di un’immagine di maggiore risoluzione? In molto casi poco, soprattutto se pensiamo ad immagini utilizzate per presentazioni in eventi o convegni, che vengono guardate da molti metri di distanza. Le cose cambiano nelle installazioni immersive, pensate per essere viste da molto vicino, una condizione in cui i pixel diventano maggiormente visibili e notati anche di chi è meno avvezzo alla tecnologia. Anche in questo caso un confronto tra tecnologie è d’obbligo, con i videoproiettori DLP capaci di offrire una trama di pixel più densa rispetto alla tecnologia LCD. In aggiunta alla tecnologia DLP, la nuova funzione Smooth Pixel Drive presente sulla serie PT-RCQ10 e sui nuovissimi PT-RDQ10, è in grado di aumentare la risoluzione dell’immagine, facendo scomparire completamente i pixel e le scalettature delle linee diagonali, aumentando ulteriormente il risultato qualitativo della proiezione.


Messa a fuoco precisa e linearità in ogni punto, nonostante il rapporto ultra short.

REGOLA 6. Le dimensioni e soprattutto le distanze contano

Infine, ma non ultimo, ecco uno dei punti più importanti legati alle proiezioni immersive: l’utilizzo di ottiche corte e ultracorte. Per proiettare immagini di grandi dimensioni in spazi contenuti e ancor più per evitare che sulle pareti di proiezione vengano generate ombre al passaggio delle persone, i proiettori devono essere posizionati il più possibile vicini agli schermi o alle pareti su cui avvengono le proiezioni. Ecco allora che entrano in gioco ottiche con rapporti di tiro inferiori allo 0.8.1 o 0,6:1, fino ad arrivare all’ottica zoom più grandangolare presente sul mercato, la Panasonic ET-DLE020, dotata di un rapporto di 0.28-0.30:1 e capace di realizzare uno schermo di 6 metri di base da meno di 1,7 metri di distanza. Per quanto riguarda le lenti ‘Zero Offset’ a listino sono presenti le ottiche ET-DLE020, dedicata ai proiettori monochip DLP, e le nuove ET-ELU20 e ET-ELU100 che completano l’offerta ‘ultra short’ con i proiettori LCD delle serie PT-MZ880 e PT-MZ16. 

Cosa guardare per valutare la qualità di un’ottica di questo tipo? Messa a fuoco centrale e periferica, uniformità e linearità dell’immagine, per una proiezione senza deformazioni.


Non è necessario avere tre pareti da 20 metri di lunghezza e numerosi proiettori per realizzare una proiezione immersiva d’effetto. Anche una base di 5 o 6 metri, con un singolo proiettore e con un’altezza delle immagini di oltre 3 metri da terra al soffitto, sarà sufficiente per creare una parete di grande impatto capace di sorprendere con i giusti contenuti.

REGOLA 7. Software di calibrazione: minimo sforzo massimo risultato

I videoproiettori non rappresentano l’unica tecnologia messa a disposizione da Panasonic per realizzare una videoproiezione immersiva in edge blending. Per supportare i professionisti nella fase di calibrazione dello schermo, Panasonic offre il software ET-CUK10, una funzionalità aggiuntiva (a pagamento per alcuni modelli di proiettori e inclusa nei modelli più recenti) presente nel software gratuito Geometry Manager Pro. Grazie all’ET-CUK10, controllando i videoproiettori tramite LAN da un PC e collegando via USB una fotocamera compatibile, è possibile automatizzare quasi completamente il processo di regolazione della geometria dei proiettori e della luminosità delle aree di sovrapposizione. Il software funziona su superfici piatte o curve e consente, una volta inquadrato l’intero schermo con la fotocamera e dopo aver effettuato poche semplici regolazioni, di creare un edge blending perfetto con un semplice click. In aggiunta il software ET-CUK10 consente di uniformare la colorimetria dei diversi proiettori e di calibrare il livello del nero delle aree non sovrapposte della multiproiezione, per un risultato altamente professionale.

Pixel pronti per l’uso

Quando si realizza una multiproiezione, con il software Panasonic ET-CUK10 è possibile lasciare che sia il software a definire in automatico il numero di pixel da sovrapporre per avere la migliore qualità, oppure indicare in fase di preparazione di quanti pixel deve essere composta la porzione di immagine in edge blending. Ovviamente il numero di pixel dovrà essere uguale o inferiore al numero di pixel fisicamente sovrapposti tra i due proiettori (nel caso si scelga un valore inferiore, parte dei pixel sovrapposti non verranno utilizzati, ma semplicemente oscurati). Conoscendo il numero preciso di pixel di sovrapposizione, informazione che il software restituisce in modo puntuale, sarà possibile editare il contenuto video distribuendolo, per esempio, su due player multimediali sincronizzati tra loro, con un evidente risparmio sull’hardware dedicato al playout dei contenuti. ■


PROIEZIONI IMMERSIVE: LA GAMMA PANASONIC

PANASONIC SERIE PT-MZ880

La nuova famiglia di videoproiettori LCD ad ottiche intercambiabili può contare su 3 pannelli da 0,76” e su nuove funzionalità, geometria ed edge blending, integrate. Le ottiche intercambiabili consentono di realizzare proiezioni immersive professionali contenendo il budget, soprattutto nel caso delle ottiche ET-ELW22 (0.8÷1.0:1). 

Se necessario, la nuova ottica ET-ELU20 (0.330÷0.353:1), consente di avvicinarsi molto allo schermo annullando le ombre.

PANASONIC SERIE PT-MZ880

PANASONIC SERIE PT-RZ120 e PT-RZ990 

La storica famiglia di proiettori 1DLP (da 6.000 a 12.000 lumen) si rinnova ottimizzando la colorimetria, grazie alla tecnologia Quartet Color Harmonizer che consente la riproduzione di colori saturi e rossi estremamente profondi. Progettati per lavorare 24/7 e per 20.000 ore senza manutenzione sono pensati per applicazioni museali e retail. Le ottiche più utilizzate per le applicazioni immersive sono la ET-DLE060 (0.6÷0.8:1) e ovviamente l’ultrashort ET-DLE020 (0.28÷0.30:1).

PANASONIC SERIE PT-RZ120 e PT-RZ990 

PANASONIC SERIE PT-RCQ10

Rispetto alla serie PT-RZ990 offre qualcosa in più quando si parla di risoluzione, senza rinunciare alle performance colorimetriche. Il chip 1DLP nativo ha una risoluzione di 1920×1200 pixel, che grazie alla tecnologia Smooth Pixel Drive raggiunge un valore di 2715 x 1697 punti. Il vantaggio? Anche guardando un’immagine di grandi dimensioni da distanza ravvicinata i pixel non sono più visibili e le linee diagonali guadagnano in risoluzione. Per le ottiche valgono le stesse riflessioni fatte con i PT-RZ990.

PANASONIC SERIE PT-RCQ10

PANASONIC SERIE PT-RDQ10

La nuova serie 1DLP, affianca le serie RZ e RCQ presentando un nuovo chip 1DLP con risoluzione nativa 2176×1528. Il formato è 16:9 e con la tecnologia Smooth Pixel Drive la risoluzione sale ai 3840×2160 punti del 4K. Compatibile con le ottiche ET-DLE020 e ET-DLE060, questa serie (da 8.000, 9.000 e 10.000 lumen) monta ottiche rinnovate sul resto del range. Novità a bordo, le licenze ET-CUK10 e ET-UK20 preinstallate e la preview, via LAN, dei contenuti proiettati.

PANASONIC SERIE PT-RDQ10

PANASONIC SERIE PT-MZ16 

3  pannelli LCD da 1 pollice e una serie di brevetti, tra cui la tecnologia Pure White Generator, garantiscono a questa famiglia di proiettori un’uniformità del bianco difficilmente riscontrabile su altri proiettori LCD. Tre modelli da 10, 13 e 16mila lumen e una gamma di ottiche grandangolari (0.48÷0.55:1, 0.55÷0.69:1, 0.69÷0.95:1) a cui si aggiunge la nuova ET-EMU100 (0.330÷0,353:1), rendono questa serie perfetta per le scenografie teatrali.

PANASONIC SERIE PT-MZ16 

PANASONIC SERIE PT-RQ35

La tecnologia regina della videoproiezione, 3 pannelli DLP e tecnologia Quad Pixel Drive per offrire dettaglio e la migliore colorimetria possibile, con una precisione assoluta nella riproduzione dei toni, e con livelli di luminosità che raggiungono i 30.000 lumen (ma se serve c’è anche il PT-RQ50, 4K nativo da 50.000 lumen). Ottiche grandangolari a gomito per gestire le installazioni in spazi ridotti nonostante la mole, ovviamente importante, di questa tipologia di proiettori.

PANASONIC SERIE PT-RQ35

POTENZA SOTTO CONTROLLO: CONTRASTO DINAMICO

In tutti i proiettori Panasonic di fascia medio/alta è presente all’interno del menu IMMAGINE la funzione di CONTRASTO DINAMICO che può essere impostata su 3 modalità predefinite o personalizzata attraverso una modalità USER. 

Impostare al massimo il contrasto dinamico garantisce neri incredibilmente profondi, tanto che Panasonic dichiara un contrasto di 10.000:1 per i proiettori 1DLP delle serie PT-RZ990/PT-RCQ10 e addirittura di 3.000.000:1 per i proiettori LCD delle serie PT-MZ16 e PT-MZ880, con il contrasto dinamico attivato. La scelta del livello di contrasto dinamico da impostare dipende dal tipo di immagini proiettate, poiché i benefici di un utilizzo elevato di questa funzione si apprezzano in presenza di immagini molto scure. 

In ogni caso, il proiettore sarà sempre pronto ad offrire il massimo della potenza quando le immagini diventano luminose e per più esigenti sarà possibile intervenire, attraverso la modalità USER, andando ad agire su numerosi parametri. 


IMMAGINI SOTTO CONTROLLO: QUANTA LUCE ANCHE AL BUIO

Nella realizzazione di una proiezione immersiva di qualità i contenuti giocano un ruolo chiave per ottenere il miglior risultato. E non solo in termini di risoluzione e compressione dei contenuti che, banalmente, dovranno essere di alta qualità, ma anche in termini di brillantezza e luminosità. Anche in un ambiente perfettamente oscurato infatti, la luce riflessa dalle pareti proiettate influisce in modo significativo sul risultato finale.

Se proiettiamo un contenuto bianco brillante su una parete, la parete che le sta di fronte sarà inondata di luce riflessa e il contrasto dell’immagine ne risentirà negativamente. Se ci troviamo in un ambiente molto buio, in cui posso avere sulle pareti 5 o 10 lux, in alcuni momenti, in relazione alle immagini proiettate, mi potrò trovare valori di luce riflessa superiori a 200 o anche più lux. 

È quindi importante studiare i contenuti nel loro insieme valutando come usare immagini scure, colori saturi e scene altamente luminose a seconda della configurazione dell’ambiente e dell’effetto desiderato, cercando di avere materiale assorbente, moquette o panno nero, su tutte le superfici non interessate dalle proiezioni quali soffitti o pavimenti.


Link utili

panasonic.net/cns/projector