LUISS, Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli, adotta le tecnologie audio Bose per costruire un auditorium dalle eccellenti prestazioni acustiche, flessibile e future-proof, adattabile alle più varie esigenze attuali e future.


LUISS, Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma, ha completamente rinnovato il proprio auditorium sfruttando – sul piano acustico – le tecnologie Bose. 

Il sistema audio è strutturato per diffondere il suono in platea (configurabile in due dimensioni, secondo il numero di ospiti che partecipa all’evento) e in balconata/galleria. Nello specifico, in platea ci sono due cluster frontali ShowMatch con tecnologia DeltaQ (cinque moduli per ciascun canale L+R), due subwoofer SMS118, 6 speaker RMU208 (surround) e quattro RMU105 (underbalcony e monitor palco), amplificatori PM8500N. 

In balconata/galleria, invece, abbiamo tre RMU208 (L+C+R), due sub MB210 e tre surround RMU108, tutto configurato con il sistema ControlSpace EX e una rete Dante per garantire un alto grado di controllo. 

Il progetto si è sviluppato perseguendo l’obiettivo di un’alta flessibilità dei sistemi, quello cioè di creare un ambiente “multi-configurabile” (adatto a più usi: lezione, conferenza, proiezione cinematografica, ecc.), divisibile all’occorrenza in aree indipendenti, dotato di sistemi audio gestibili con agilità sia dai tecnici che dagli utenti stessi e future-proof, in grado cioè di supportare eventuali futuri usi ed esigenze. Si sono occupati della progettazione e dell’installazione Bellucci Electronics. Studio Gemma e studio Alvisi Kirimoto, che hanno seguito la progettazione architettonica, hanno curato il restyling degli spazi e hanno interpretato le esigenze del cliente svolgendo un ruolo di intermediazione tra LUISS e i diversi fornitori. Ci raccontano di più Alessandro Migliorini, system integrator, Bellucci Electronics e Cristiano Gemma, titolare, Studio Gemma. 


Il fronte sonoro L+R viene riprodotto da due array Bose ShowMatch, visibili in alto a destra e sinistra. Appena sotto i monitor Sotto oltre la prima fila di poltrone i due subwoofer SMS118

La sfida: autonomia da terzi, flessibilità, agilità nell’utilizzo delle soluzioni 

Come racconta Cristiano Gemma, prima della ristrutturazione l’auditorium (o più precisamente l’Aula Magna, utilizzata anche come spazio per eventi e convegni, collocata nell’edificio centrale della sede principale dell’Università, in Via Pola) iniziava a dimostrare una serie di limiti sul piano strutturale e degli impianti: «L’ultima ristrutturazione era stata fatta negli anni ‘80 – dice Cristiano Gemma – L’acustica e gli impianti risultavano ormai superati. C’era un impianto audio standard, con diffusori line array simili a quelli che si ritrovano nei luoghi di culto e un videoproiettore piuttosto invasivo soprattutto per chi sedeva in galleria, posto al centro della sala, ancorato al soffitto con una staffa abbastanza lunga, che proiettava su un telo di circa 4,5 metri di base, posto alle spalle del tavolo relatori». 

La qualità del suono e la diffusione precisa di Bose, con il trattamento acustico della sala, garantiscono un livello sbalorditivo – Cristiano Gemma 

Cristiano Gemma spiega quindi perché la configurazione risultasse inadatta a rispondere alle nuove esigenze di LUISS: «Durante gli eventi interni ed esterni si doveva necessariamente ricorrere ad un service che installasse in sala tutte le apparecchiature necessarie: microfoni, ponti radio, telecamere, cabine di traduzione, ecc., una soluzione dispendiosa sul piano dei costi e che da un punto di vista impiantistico risultava inevitabilmente poco ordinata, con cablaggi a vista e apparecchiature montate su americane temporanee». 

Questo lo scenario che ha spinto LUISS verso il progetto di ristrutturazione con l’obiettivo di realizzare una sala che fosse un vero e proprio auditorium, pensato come spazio flessibile, ovvero adatto a organizzare eventi, ma anche a supportare lezioni e proiezioni documentaristiche e cinematografiche, così come tipologie di eventi d’altra natura, per esempio musicale, che se non oggi nel futuro potrebbero entrare nell’agenda di LUISS (e in questo senso si può parlare di impianti pensati in ottica future-proof).

Non solo: lo spazio è composto da una platea e da un soppalco rialzato (una sorta di “balconata/galleria”, a sua volta divisibile in due aree distinte); questo spazio doveva essere predisposto perché le due parti potessero essere divise tramite una parete mobile e risultassero indipendenti, situazione utile per gestire più lezioni o eventi in contemporanea o per ridurre la capienza in base al numero di invitati presenti.

Per la committenza, infine, era fondamentale la possibilità di rendere gli impianti gestibili agilmente, sia dai tecnici, sia, seppure in maniera semplificata, dagli utenti non esperti (es.: i professori che devono utilizzare l’aula per le lezioni ordinarie).


L’Auditorium LUISS visto dalla balconata. La platea può essere ridotta alle prime nove file quando l’evento richiede la presenza di un numero inferiore di partecipanti

DESIGN DEL PROGETTO: CRITICITÀ ARCHITETTONICHE ED ELEMENTI VIDEO 

«Come Studio di progettazione insieme a studio Alvisi Kirimoto – racconta Cristiano Gemma, titolare Studio Gemma – abbiamo innanzitutto dato un nuovo look alla sala, scegliendo materiali moderni e riportando a vista tutte le travature di cemento armato, valorizzando la struttura architettonica degli anni ‘50». 
Per migliorare l’acustica tutte le superfici, travi a parte, sono state rivestite con pannelli dedicati al trattamento sonoro, in legno microforato

Come superficie di visualizzazione è stato scelto un ledwall da 6,3 metri di base, con pixel pitch da 1,2 mm e risoluzione 4K. «Inizialmente avevamo pensato ad un videoproiettore 4K – dice Gemma – ma dovendo accorciare la sala in profondità per limitare i posti a sedere quando gli eventi sono partecipati da 100/150 persone [capienza totale della sala 500 persone- ndr], abbiamo pensato di utilizzare una tenda che scende dal soffitto; la presenza di un proiettore non era compatibile con questo tendaggio». 

In platea, due monitor laterali da 82” visualizzano le immagini live riprese dalle telecamere, oltre alle telecamere PTZ di qualità broadcast e tre videoproiettori proiettano sulla parete a sinistra della platea contenuti di mapping

In galleria, nelle due aule, sono stati installati due videoproiettori con schermi motorizzati dedicati.
Per quanto riguarda la parete removibile, già esistente pre-ristrutturazione, è stato migliorato l’isolamento acustico per consentire lo svolgimento contemporaneo di più eventi.


La soluzione: le componenti tecnologiche chiave del sistema 

Come racconta Alessandro Migliorini, sul piano audio la soluzione è stata così concepita e realizzata (per le scelte architettoniche e in ambito video, si rimanda al box dedicato): 

1. In platea, i canali frontali (destro e sinistro) sono realizzati con due cluster ShowMatch, tecnologia DeltaQ, e due RMU105 in posizione ‘underbalcony’. Ogni cluster è composto da cinque moduli: 2xSM5 (guide da 70°/100°), 2xSM10 (guide da 70°/100°) e 1xSM20 (guida accessoria da 120°). 

«Il sistema è capace di generare una pressione acustica importante e una distribuzione del suono molto uniforme – dice Alessandro Migliorini. Il canale centrale viene generato virtualmente dai due canali stereo: non è stato possibile installare il diffusore del canale centrale perché la parete frontale è occupata interamente dal ledwall; alla prova dei fatti, però, il canale centrale viene così ben simulato che è come se ci fosse, merito della tecnologia DeltaQ capace di direzionare il suono con grande precisione».

La platea può assumere due dimensioni diverse, in base al numero di sedute necessarie all’evento: se l’affluenza è bassa, una tenda divide in due la sala per ridurre della metà i posti a sedere. Anche in questo caso la tecnologia DeltaQ rivela il suo valore aggiunto: «Avendo di fronte dei line array ShowMatch – spiega Alessandro Migliorini – è possibile disattivare al richiamo di un preset i due moduli superiori, destinati alla seconda metà della sala; è un vantaggio importante perché il sistema rimane un line array con le sue funzioni di equalizzazione, semplicemente varia la copertura verticale in base alle esigenze che si hanno in termini di profondità e di gittata del suono». 

2. Sempre sul fronte, in basso ai lati del palco, sono incastonati due subwoofer con driver da 18”; «Sono più che adeguati – commenta Migliorini – anche perché la frequenza di crossover dei due cluster è stata settata a 65Hz e quindi le basse frequenze, oltre che dai due subwoofer, vengono riprodotte anche dai cluster». 

3. I canali surround sono generati da sei diffusori RMU 208, installati fra parete e soffitto, per ottenere una soluzione estetica di alto profilo.

4. Nella zona soppalcata troviamo tre diffusori RMU 208: «In quest’area- dice Alessandro Migliorini – abbiamo avuto la possibilità di installare tre canali: sinistro, centrale e destro». 

Inoltre, vi sono altri due RMU108 come elementi surround e due subwoofer MB210. Tutto il potenziale sonoro viene generato da sei amplificatori PM8500N e un PM4500N che ricevono i segnali tramite una rete Dante da una coppia di processori ControlSpace EX-1280C. La rete è realizzata con cavi Cat 6A di alta qualità, mentre la fibra ottica è stata utilizzata per collegare il CED della LUISS agli switch principali dell’Auditorium. 

«Gli amplificatori – spiega Migliorini – sono disposti in un rack localizzato, raggiungibili via Lan da due switch locali separati, uno per la rete ControlSpace EX e l’altro per la rete Dante. Questo rack comunica con la sala regia, una sola centrale per entrambe le sale. Nella sala

regia c’è un secondo rack con i due processori ControSpace EX-1280C che acquisiscono segnali locali della regia, oltre all’amplificatore locale PM4500N che gestisce solo la parte della balconata più vicina al cablaggio». 


La piantina dell’Auditorium e la posizione dei diffusori Bose

Rete Dante e ControlSpace EX: completo controllo e scenari presettati 

Tutti i segnali audio vengono distribuiti secondo il protocollo digitale Dante. La rete Dante, abbinata a ControlSpace EX 1280C e al software ControlSpace Designer, consente di distribuire i segnali e gestirli con flessibilità a seconda delle esigenze. «La rete Dante acquisisce i segnali, sia a campo che in regia, e li distribuisce in modo semplice, dove necessario. Tutti i cablaggi della platea e nella zona palco non arrivano direttamente in analogico ai processori ma sfruttano degli end-point Dante, e vengono quindi rese disponibili ai processori ControlSpace EX e a tutto il sistema», dice Alessandro Migliorini, che prosegue: «Poiché tutti questi canali sono liberamente indirizzabili sia alla platea che alla galleria, è molto facile costruire scenari diversi suddividendoli in maniera opportuna. Gestire tutto su una rete Dante significa avere la libertà di destinare ingressi e destinazioni dove è necessario, con la possibilità ulteriore di creare scenari richiamabili rapidamente per gestire situazioni diverse, come, ad esempio: evento auditorium totale / evento auditorium ristretto / proiezione cinematografica / lezione in galleria / attivazione di ogni microfono per sessioni Q&A, ecc.»

La configurazione dell’impianto è davvero future-proof: le possibilità di upgrade sono illimitate e facilmente fruibili dall’utente finale – Alessandro Migliorini

Va anche ricordato che oltre a ControlSpace Designer – strumento ideale per i tecnici audio – tutta la struttura può essere controllata da un sistema Crestron che struttura il sistema per gestire globalmente le funzioni audio, video e controlli con pochi comandi, tipicamente utilizzabili dall’utente non esperto. Tuttavia, la gestione del ControlSpace EX, suddivisa su diversi livelli, presenta al livello base una semplicità che lo rende utilizzabile anche da persone non tecniche, semplici manutentori presenti all’interno dell’Università. «Il sistema di gestione – commenta Gemma confermando l’usabilità dell’impianto – è stato configurato con scenari abbinati a un utilizzo condiviso oppure diviso degli ambienti: platea+galleria, platea completa, platea ristretta, galleria aula 1/galleria aula 2. La scelta degli scenari è davvero semplice, non richiede personale specializzato; è basata su funzioni drag & drop».


La galleria dell’Auditorium LUISS è composta da due aree che possono essere unite o separate, in funzione delle attività programmate

Un progetto future-proof per le esigenze di domani 

Il progetto è a prova di futuro perché: 

1. ControlSpace EX lavora anche su rete Dante, può essere aggiornato e gli end-point disponibili consentono espansioni illimitate; 

2. Nella scelta degli amplificatori si è ragionato per avere riserve di potenze adeguate per ogni esigenza. La qualità del suono è paragonabile a quella delle sale cinema; 

3. Il cablaggio è modificabile e potenziabile grazie alla quantità di tubi corrugati presenti: «È stato previsto il 50% di corrugati in più rispetto a quelli necessari e il tasso di riempimento dei corrugati oggi non supera il 60% », conclude Alessandro Migliorini. 


Nella foto sotto, in alto, sono visibili i line array di Bose ShowMatch composti da moduli SM5, SM10 e SM20. 

ELEMENTI CRITICI RELATIVI ALL’INSTALLAZIONE

«L’installazione – dice Alessandro Migliorini – è stato un lavoro complesso, durato tre mesi, abbiamo lavorato senza orari, quasi h24 e maestranze diverse hanno dovuto condividere tempi e disponibilità con una data di consegna concordata, resa più stringente per la proroga con cui sono iniziati i lavori. Siamo riusciti a rispettare i tempi stabiliti grazie a un grande lavoro di squadra di tutti». 

Complessa è stata anche la fase di elaborazione del progetto legata a esigenze esplicitate da più figure di LUISS, esigenze che lo Studio Gemma e lo studio Alvisi Kirimoto si sono fatti carico di interpretare e ridurre a una sintesi: «I desiderata della committenza erano basati su riflessioni qualitative, su utilizzi specifici e su una serie di necessità funzionali esposte da interlocutori diversi: le indicazioni sono arrivate dal direttore generale, dai servizi generali (pulizia e manutenzione), dai Servizi Esterni che si occupano dell’organizzazione delle conferenze, dall’IT, dai docenti, ecc.».

Fondamentale per gestire questi elementi di complessità è stato per Gemma l’aspetto collaborativo: «Mi sono trovato particolarmente bene con i fornitori per la flessibilità dimostrata durante i lavori, oltre che per l’attenzione nel prevedere utilizzi ed esigenze future non ipotizzabili prima.


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