Dotando le aule dei propri istituti di Big Pad Sharp, la Fondazione Luigi Clerici, che opera dal 1972 nel campo della formazione professionale e dell’istruzione multi-livello, offre ai propri alunni uno strumento di condivisione e apprendimento agile, performante e innovativo. La dotazione tecnologica comprende anche lo Sharp Windows Collaboration Display. 


La Fondazione Luigi Clerici opera dal 1972 nel campo della formazione professionale e dell’istruzione multi-livello, offrendo moltissimi percorsi scolastici e formativi, sia per ragazzi che per adulti, e strutturandosi su diverse sedi distribuite nelle Province di Milano, Monza e Brianza, Lecco, Lodi, Pavia e Bergamo, cui si aggiunge la sede piemontese di Torino. Dalla scuola materna alle elementari, dalle medie ai percorsi di istruzione superiore, con Licei di ambito sportivo, commerciale, odontotecnico, tecnologico e delle scienze umane, la Fondazione – come scuola paritaria – lavora con alunni che provengono dai più diversi percorsi e che necessitano di inserirsi nella scuola superiore o nella formazione professionale per trovare la propria strada e ottenere uno sbocco lavorativo. 

A Milano Niguarda, nella Academy Internazionale, una delle più innovative sedi della Fondazione, sono stati installati recentemente dei monitor multitouch Sharp Big Pad da 70” che rappresentano un decisivo passo avanti per l’attività didattica, soprattutto in questo periodo di pandemia, ma non solo, come ci ha spiegato il Direttore Generale della Fondazione Clerici, Paolo Cesana. Per Formatech, invece, la società che si è occupata di installare e mettere in funzione il sistema nella Academy Internazionale, abbiamo intervistato Tatiana Guida, Project Manager. 



In monitor Big Pad Sharp sono stati installati anche a Milano Niguarda, nella Academy Internazionale, una delle più innovative sedi della Fondazione.

 La sfida: portare la scuola alla vera inclusività, con sistemi di insegnamento immersivi e innovativi

Cesana indica fin da subito, con molta chiarezza, le linee guida della Fondazione di cui è Direttore Generale: «Il nostro obiettivo è che i ragazzi trovino ciascuno la propria strada, in modo da potersi realizzare come persone. La metodologia didattica, dunque, non può essere quella tradizionale, ma deve essere altamente inclusiva, basandosi sul principio della cura educativa. Noi operiamo, sostanzialmente, all’incrocio tra politiche del lavoro, processi educativi e inclusione sociale. La Fondazione opera non solo come scuola paritaria, ma anche nell’ambito dell’istruzione professionale, in tutti i settori: ristorazione, meccanica, elettrico, idraulico, edile, benessere, agroalimentare, con modalità molto pratiche di insegnamento. Abbiamo 2200 ragazzi che frequentano i percorsi triennali di formazione professionale, molti dei quali scelgono di proseguire con un quarto anno e persino con un quinto, a volte, per potersi iscrivere anche all’Università». 

La situazione determinata dall’emergenza sanitaria, anche se ha accelerato il processo, non è stata per la Fondazione Clerici l’unico driver dell’upgrade tecnologico. «Le necessità di didattica a distanza, ovviamente, sono aumentate – sottolinea Paolo Cesana – ma, nel nostro caso, l’utilizzo della tecnologia era già ritenuta fondamentale: nella nostra visione di una scuola altamente inclusiva, che catturi l’interesse degli alunni e li aiuti a sviluppare le loro potenzialità, essa rappresenta un supporto decisivo per l’insegnante o per il formatore. Le tecnologie non sono sostitutive alla metodologia didattica, ma sono uno strumento prezioso in ausilio agli insegnanti, da utilizzarsi con una strategia precisa, ad esempio le cosiddette ‘learning by doing’ e ‘tinkering’. Se così impiegati, gli strumenti tecnologici aiutano davvero i ragazzi a imparare, e li appassionano anche a materie dalle quali altrimenti si sentirebbero respinti».


Lo Sharp Windows Collaboration Display, 70 pollici, è dotato di un hub di sensori IoT, webcam 4K per videoconferenze e SoC Android integrato. È assicurata la totale compatibilità con gli strumenti Microsoft.

La tecnologia, nella nostra visione di una scuola altamente inclusiva, che catturi l’interesse degli alunni e li aiuti a sviluppare le loro potenzialità, rappresenta un supporto decisivo – Paolo Cesana


La soluzione: Sharp Big Pad come ‘centro nevralgico’ delle aule

Anzitutto, nel vasto universo rappresentato dalla Fondazione Clerici, inquadriamo meglio dove sono stati installati i primi monitor Big Pad: le aule della Academy Internazionale, a Niguarda, realizzata in collaborazione con Inter College (come vedremo di seguito, il progetto proseguirà con le altre sedi della Fondazione, a partire dalla sede centrale di Milano). 

L’installazione è stata realizzata da Formatech, società satellite della Fondazione stessa, che si occupa di formazione customizzata, finanziamento alle imprese e accesso alle tecnologie. «In breve, siamo un’azienda che sviluppa soluzioni hardware e software, che lavora con le scuole e dispone di un importante team di informatici – dice Tatiana Guida – Per Fondazione Clerici ci siamo occupati di installare i Big Pad presso la Academy Internazionale e di svolgere un corso formativo per gli insegnanti». Riguardo alla scelta degli apparati da proporre per l’installazione, commenta: «È stato semplice individuare e proporre Sharp, perché si tratta di strumenti molto immediati, intuitivi da configurare. Sia installarli che utilizzarli è molto facile. La messa in opera dell’impianto è avvenuta a metà settembre 2020, e si è potuto iniziare fin da subito a utilizzare i monitor multitouch, anche se gli insegnanti devono ancora familiarizzare con tutte le funzioni. Tengo molto a sottolineare che, per iniziare le attività didattiche, non è servita alcuna formazione specifica».

La dotazione, nel suo complesso, conta per ora monitor Sharp Big Pad PN-70HC1E da 70” installati nelle aule dell’Accademia Internazionale, a Niguarda e Sharp Windows Collaboration Display. Tutti i monitor sono montati a parete, con apposite staffe, anche perché, come ci spiega Paolo Cesana, «nelle nostre aule abbiamo abolito la cattedra classica, in favore di una sorta di console dell’insegnante, una postazione che focalizza l’attenzione della classe, gestita dal docente ma aperta alla fruizione anche da parte degli studenti». Il lato più interessante della proposta di Sharp è secondo lo stesso Cesana «l’aspetto collaborativo, ovvero la possibilità di collegarsi col proprio dispositivo; il che ci riporta all’inclusività: tutti possono partecipare facilmente alle lezioni, da remoto come in presenza».

Insomma, uno schermo multitouch, rispetto ad altri tipi di schermo, offre molta più ‘intensità di interazione’. Paolo Cesana chiarisce meglio il concetto: «Non volevamo dispositivi che fossero esclusivo appannaggio degli insegnanti, bensì anche degli alunni o di formatori occasionali. Si tenga presente che le aule di molte nostre sedi vengono usate per vari corsi, per ragazzi come per adulti, e vi operano insegnanti diversi. Sharp rispondeva bene a tutti i tipi di utilizzo e di necessità».


Il fulcro dell’aula è la console dell’insegnante, vera e propria ‘postazione tecnologica’ gestita dal docente ma aperta anche all’utilizzo da parte degli studenti.

«Come integratori di sistemi – spiega Salmaso – uno dei nostri compiti fondamentali è provare le soluzioni e andare a offrire prodotti che sappiamo essere affidabili. Finché non riusciamo a ‘metterci le mani sopra’, difficilmente inseriamo un prodotto in un progetto. Specialmente per soluzioni come queste – prosegue Salmaso – la fase di prova è necessaria: i monitor touch devono essere provati. Si possono dichiarare sulla carta buone prestazioni in termini di tocchi simultanei, risoluzione, luminosità eccetera, ma solo attraverso una sperimentazione diretta è possibile capire la reale reattività dello schermo, la resa dello stesso in termini di definizione e qualità dell’immagine. Solo se si prova lo schermo in prima persona, ci si rende conto dell’effettiva user experience».


La scelta di Sharp è stata legata alle esigenze di stabilità e flessibilità dello strumento. Con il multitouch e la sua connettività, il docente può davvero ripensare la didattica – Tatiana Guida


Big Pad, la chiave per una didattiva nuova

Partito dalle aule dell’Accademia Internazionale, l’upgrade tecnologico voluto dalla Fondazione Clerici con l’installazione dei monitor multitouch proseguirà anche in altre sedi e in altre scuole. 

«Stiamo progressivamente sostituendo tutte le LIM e le lavagne tradizionali della nostra sede centrale di Milano con Big Pad Sharp», conferma Paolo Cesana. «E in prospettiva – continua – faremo lo stesso in ogni nostra sede. Se si considera che ciascuna sede ha circa 20 aule, è facile immaginare la portata del lavoro che ci aspetta. Ma d’altra parte l’investimento è più che giustificato dall’efficacia formativa che queste tecnologie consentono di raggiungere». 

Cesana aggiunge una nota: «In tutte le nostre scuole offriamo peraltro un kit didattico per i ragazzi che comprende di solito un tablet e l’accesso alle nostre piattaforme, sulle quali gli allievi possono consultare e scaricare i contenuti di corsi e lezioni».

Android on board rende i Big Pad predisposti al dialogo e all’integrazione con i device personali degli utenti, smartphone e tablet, a prescindere dal sistema operativo di questi stessi device (sono supportati sia Windows che Apple). 

In una logica di didattica a distanza, resa necessaria dall’emergenza sanitaria, Big Pad è un alleato in più per i docenti, che sono facilitati nel coinvolgere anche chi si connette da remoto: il monitor multitouch diventa a tutti gli effetti il fulcro centrale tecnologico dell’aula, anche in un’epoca in cui questo termine non indica più necessariamente un luogo fisico, ma piuttosto un gruppo di persone, dislocate in maniera diversa nello spazio. 

Flessibilità e facilità di utilizzo sono dunque le parole d’ordine che hanno spinto la Fondazione Clerici a scegliere Sharp. Ce ne dà conferma Tatiana Guida: «La flessibilità di questi monitor multitouch si riflette nel fatto che chiunque è in grado di condividere contenuti, a prescindere dal device che utilizza. Inoltre, ai Big Pad è stata aggiunta una telecamera che aiuta in caso di lezioni a distanza, e consente di far fronte alle esigenze di una didattica che si trova, attualmente, ‘a metà del guado’: da una parte esistono ancora dei modelli tradizionali, ma dall’altra, complici le necessità di distanziamento sociale, le evoluzioni verso una didattica mista e da remoto si stanno facendo sempre più rapide. I Big Pad – prosegue Guida entrando nel merito di queste evoluzioni – danno la possibilità di integrare agilmente il web nelle lezioni, di invitare ospiti esterni, ad esempio un esperto che porti il suo contributo nella lezione, e soprattutto raggiungere i ragazzi anche fuori dalla scuola, portando letteralmente l’aula a casa loro, mentre gli insegnanti possono permettersi di uscire dallo schema rigido dell’orario scolastico, e lavorare anche in altri orari, in modo molto più libero e creativo.» ■


Big Pad Sharp multitouch in versione whiteboard. I Big Pad rappresentano il centro d’attenzione dell’aula, sia per chi è in presenza che per chi segue da remoto. 

PAROLA AGLI INSEGNANTI: BIG PAD, IL CONNUBIO TRA UMANESIMO E TECNOLOGIA 

La filosofia didattica della Fondazione Clerici mette da sempre al centro la tecnologia. L’implementazione dei monitor multitouch Sharp Big Pad ne è solo l’ultimo esempio. Ma come hanno accolto i professori l’arrivo dei Big Pad? 
Secondo il Professore di Scienze Naturali della Fondazione Clerici, «i nuovi schermi sono i migliori strumenti per mostrare ai ragazzi i materiali didattici, perché offrono immagini più nitide rispetto ai proiettori e i colori più vividi fanno rimanere gli argomenti più facilmente impressi». «Con gli schermi digitali possiamo far partecipare anche chi è rimasto a casa – dice il Professore di Storia. – La lezione diventa così un’esperienza aperta, una vera finestra sul mondo».
Secondo il Professore di Matematica della Fondazione Clerici, «un maxischermo in classe dona un ulteriore risalto all’azione didattica; i ragazzi sono più attenti e coinvolti». Infine, per il Professore di Italiano: «Umanesimo e tecnologia sono al servizio di una nuova frontiera dell’educazione, grazie alla comunicazione visiva. Quando il ragazzo trova continuità tra la scuola e il mondo digitale in cui vive normalmente, il dialogo didattico diventa molto più fluido».


Link utili

clerici.lombardia.it/2.0 | formatech.biz | sharp.it 


Persone intervistate

Paolo Cesana, Direttore Generale, Fondazione Luigi Clerici 

Tatiana Guida, Project Manager, Formatech