Proteggere un impianto di ricezione TV dai fulmini rappresenta un argomento, ancora oggi, non ben conosciuto. Ecco cosa prescrive la norma in materia di sicurezza dell’impianto.

La nuova Guida CEI 100-7 tratta la sicurezza elettrica dell’impianto nel capitolo 10.
Gli aspetti relativi alla protezione dell’impianto d’antenna contro le fulminazioni dirette e indirette, sono descritti nel paragrafo 10.2 della Guida, dove si legge: “La protezione di un impianto d’antenna non è scindibile da quella della struttura in cui è installato perché non è possibile evitare che un fulmine, che interessi la struttura, provochi danno anche all’impianto ricevente TV, se non proteggendo la struttura stessa. In definitiva l’impianto d’antenna non è che uno degli impianti interni della struttura e la protezione contro il fulmine riguarda l’intera struttura”.


Il collegamento a massa

Sinteticamente si può affermare che il palo di sostegno dell’antenna non deve mai essere collegato con un cavo in rame che scenda come una calata di parafulmine, o peggio, che entri nel sottotetto per essere collegato alla terra dell’edificio.
Un tale collegamento aumenta pericolosamente il rischio di fulminazione; pertanto, è necessaria una valutazione del rischio come indicato nella Norma CEI EN 62305-2; se necessario, bisognerà adottare e coordinare tutte le misure, sia esterne sia interne, previste nei casi di una protezione con LPS.
Si ricorda che il responsabile tecnico della ditta installatrice deve avere riconosciuti i requisiti previsti dal DM 37/08 per gli ‘impianti di protezione contro le scariche atmosferiche’.
Inoltre, è doveroso segnalare che tali impianti sono indicati tra quelli della lettera a), comma 2, art.1, del DM 37/08.
Prima dell’entrata in vigore del decreto, esisteva la Legge 46/90 che indicava gli ‘impianti di protezione da scariche atmosferiche’ tra gli impianti elencati alla lettera b), art. 1, L.46/90. Ne consegue che gli antennisti in possesso dei requisiti della sola lettera b) cioè per gli impianti “Radiotelevisivi ed elettronici in genere, le antenne e gli impianti di protezione da scariche atmosferiche” riconosciuti dalla camera di Commercio ai sensi della Legge 46/90, possono richiedere il doppio riconoscimento ai sensi del DM 37/08:
– lettera b) impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere;
– lettera a) limitatamente alla voce “impianti di protezione contro le scariche atmosferiche”.
Una volta stabilito chi potrà realizzare gli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche, sarà possibile procedere con l’ausilio delle indicazioni della Norma di riferimento.


CEI EN 62305-1/4

La protezione delle strutture contro i fulmini si attua avvalendosi della serie di Norme CEI EN 62305-1/4 (classificazione CEI 81-10/1-4). La serie si compone di quattro Parti aventi ciascuna uno specifico campo di applicazione:
CEI EN 62305-1 – Principi generali
Indica i principi generali che sono alla base della protezione contro il fulmine di strutture, impianti e persone.
CEI EN 62305-2 – Valutazione del rischio
Si riferisce alla valutazione del rischio dovuto a fulmini a terra e ha lo scopo di fornire la procedura per la determinazione di detto rischio.
CEI EN 62305-3 – Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone
Definisce i requisiti per la protezione contro i fulmini contro i danni materiali e alle persone mediante un impianto di protezione.
CEI EN 62305-4 – Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture
Fornisce elementi sul progetto, l’installazione, la manutenzione e la verifica delle misure di protezione (SPM) per gli impianti interni elettrici ed elettronici, per ridurre il rischio di danni permanenti dovuti all’impulso elettromagnetico (LEMP) associato al fulmine.
Le quattro norme della Serie, pubblicate singolarmente in inglese/ italiano, sono raccolte nella sola versione italiana, anche in un unico Volume per rendere più agevole la consultazione.


Flash 4, anche in versione semplificata

Un valido aiuto per l’applicazione delle Norme della serie 62305 (Classificazione CEI 81/10) è costituito dal software Flash 4 realizzato per il CEI dall’ing. Riccardo Tommasini, docente di Sistemi Elettrici per l’Energia al politecnico di Torino. Questo software aiuta il progettista nella valutazione del rischio dovuto al fulmine e nella scelta delle misure di protezione in conformità alle Norme pubblicate in Italia nel febbraio 2013. Per chi volesse limitarsi alla valutazione del rischio (è il primo passo necessario prima di decidere se e come realizzare un collegamento di messa a terra per il palo) il CEI ha in preparazione un software semplificato utilizzabile dagli antennisti previo l’inserimento di parametri facilmente reperibili e/o rilevabili.


Esempio di collegamento equipotenziale di antenne e terminale di testa

(edificio senza LPS e rischio di fulminazione inferiore oppure uguale al rischio tollerabile)
1 Rete elettrica (230 V)
2 Terminale di messa terra principale
3a, 3b Barre di collegamento equipotenziale
4, 4a, 4b e 4c Conduttori di messa a terra (= 2,5 mm2 Cu)
6 Elettrodo di messa a terra nelle fondamenta

NOTA 1 La barra di collegamento 3a che collega i conduttori esterni dei cavi di uscita dal terminale di testa con il conduttore equipotenziale 4a possono essere installati anche in modo temporaneo per assicurare la sicurezza durante la sostituzione delle apparecchiature.

NOTA 2 Le barre di collegamento 3a e 3b possono essere barre metalliche per fissaggio diretto e di contatto con la calza dei cavi schermati oppure un blocco di connettori F posti su due lati.

NOTA 3 Il collegamento fra le apparecchiature del terminale di testa e la barra metallica di montaggio può avvenire sia mediante la scatola metallica dell’apparecchiatura sia mediante un ulteriore conduttore di collegamento 4.

NOTA 4 I Conduttori 4, 4a, 4b e 4c hanno lo scopo di garantire l’equipotenzialità verso il potenziale di terra del sistema di distribuzione dei cavi coassiali anche nel caso di un guasto nelle apparecchiature ad essi collegati.

NOTA 5 Il conduttore 4c può non essere necessario quando il conduttore esterno (schermo) dei cavi coassiali sia in contatto con il supporto delle antenne e la loro sezione (rame) risulti = 2,5 mm2.

Nota: tratto dalla Guida CEI 100-7 ed.4