La si può pensare come a un laboratorio di esperienze di vita che rischiano di perdersi nello stress del quotidiano, come la connessione con se stessi, la comunicazione con l’altro e la convivenza ecologica con l’ambiente.

Negli anni Cinquanta, l’antropologo e psicologo cileno Rolando Toro Araneda ha ideato la Biodanza, un metodo di rieducazione affettiva, di comunicazione umana e autoconoscenza attraverso l’esperienza di vivere il qui e ora con intensità. 
La Biodanza è una pratica educativa che si realizza in gruppo e propone l’espressione di se stessi con esercizi, accompagnati da musica, basati sui movimenti naturali dell’essere umano. È rivolta a persone di tutte le età: bambini, adulti e anziani.




La Vivencia

Ogni esercizio di Biodanza evoca una specifica vivencia, una esperienza dell’istante vissuto qui e ora che, a seconda della intensità raggiunta, può favorire l’espressione genuina di una vasta gamma di emozioni umane. Toro, ispirato dai suoi studi sull’antropologia della danza e della musica, ha sviluppato nel tempo una metodologia che potenzia l’espressione delle abilità personali. Con questo metodo ha riscattato il significato originario della danza come movimento naturale legato al sentire e alle emozioni, quindi pieno di significato. Ha voluto creare un ambiente favorevole e le condizioni specifiche per far sorgere un processo di apprendimento affettivo a partire dall’esperienza della percezione di se stessi nel momento che si sta vivendo, degli altri e del proprio ambiente.


Origine cilena

La teoria della Biodanza nasce da ricerche realizzate con pazienti dell’ospedale psichiatrico della Scuola di Medicina presso il Centro Studi di Antropologia Medica dell’Università del Cile. Attraverso la sperimentazione in situazione di gruppo, Toro ha potuto analizzare gli effetti provocati da differenti tipi di musica sui pazienti psichiatrici. 
Agli effetti della musica si sono sommati quelli della danza in situazioni ritualizzate di esperienze vissute da ogni essere umano nella vita quotidiana, recuperando il senso che la danza ha avuto per l’essere umano 
ai primordi dell’umanità, ovvero le funzioni di rafforzamento dell’autostima e di consolidamento dei legami sociali. 

Successivamente, Toro ha applicato questa nuova metodologia, che opera attraverso la triade musica-movimento-vivencia (esperienza vissuta qui e ora con intensità), utilizzando la nozione di vivencia per sottolineare che si tratta di un metodo che rende possibile la manifestazione naturale di emozioni. Rolando Toro ha ridefinito e approfondito il concetto di vivencia, proposto dal filosofo Wilhelm Dilthey, come esperienza della propria esistenza vissuta con intensità qui e ora.


La Biodanza è nata più di sessant’anni fa dalle ricerche di Rolando M. Toro Araneda, Antropologo e Psicologo cileno.

Principio Biocentrico

A partire dallo sviluppo di queste esperienze e ricerche ha messo le basi per un nuovo paradigma, il Principio Biocentrico, secondo cui l’universo è organizzato in funzione della vita e la vita è una condizione essenziale nella genesi dell’universo. Toro ha proposto questo nuovo paradigma che conferisce centralità al rispetto per la vita come fondamento e riferimento per i valori culturali del futuro. 
Biodanza si articola in un modello teorico esperienziale (o vivencial) basato su studi che comprendono il concetto di identità in una prospettiva plurale, nelle relazioni con gli altri. 


La sessione di Biodanza produce un ambiente arricchito, ovvero ricco di stimoli che aiutano il riconoscimento di abilità personali e che favoriscono la loro espressione in un processo di rieducazione affettiva in cui l’apprendimento avviene in modo proporzionale agli stimoli forniti dall’ambiente. In questo senso una sessione di Biodanza è uno spazio creato per favorire l’espressione di abilità quali la forza vitale e dell’animo, l’assertività, il piacere, la sensibilità, la creatività, l’altruismo, il sentimento di pienezza e di connessione con tutto ciò che è vivo. 


Il metodo si propone inizialmente di rinforzare l’espressione di aspetti individuali, in modo che il partecipante senta se stesso come unico e che la relazione con l’altro lo rende uguale e diverso allo stesso tempo. Si posiziona come un’alternativa ai modelli educativi competitivi, funzionali solo a risultati di successo, valorizzando sentimenti come la gioia di vivere, il coraggio di essere se stessi, la solidarietà umana e la sensibilità ecologica. 


È attraverso la danza che si integrano il pensare, il sentire e l’agire. Con il movimento corporeo accompagnato da musiche appositamente studiate, gli allievi di Biodanza possono riconoscere le proprie abilità intrinseche e trasformare lo stile di vita, rinforzare l’autostima e la capacità di comunicare con gli altri.


Eliane Matuk è curatrice del libro: “Biodanza. Musica, movimento, comunicazione espressiva per lo sviluppo armonico della personalità” edito da Red e il Castello Edizioni.