Attraverso la videoproiezione immersiva, alimentata dalle eccezionali fotografie di National Geographic, la mostra “Capire il cambiamento climatico”, spiega ad adulti e bambini come sta cambiando la terra e cosa si può fare per invertire la rotta. A garanzia della qualità delle immagini, la tecnologia Canon.


▶ ‘Capire il cambiamento climatico – Experience exhibition’ è una mostra immersiva che punta su visual storytelling ed esperienze sensoriali (visive, sonore, olfattive) per raccontare la trasformazione del Pianeta terra dovuta al riscaldamento globale. È una mostra itinerante che dopo la tappa milanese chiusa a giugno (50mila visitatori in tre mesi) è ora a Napoli fino al 31 maggio 2020, per il secondo appuntamento presso il Museo Archeologico Nazionale. Dopodiché andrà a Verona, Roma, Torino e Bari, ospitata nei più importanti musei italiani.  

Il progetto qui di seguito descritto si riferisce nei dettagli alle installazioni di Napoli e Milano, ma gli elementi sostanziali si ripeteranno molto simili nelle prossime tappe, essendo di fatto sempre lo stesso il concept che viene proposto dalla mostra.  Il percorso espositivo, suddiviso in diverse sale, sfrutta centinaia di scatti fotografici targati National Geographic. Le videoproiezioni sono realizzate grazie a 21 proiettori Canon XEED WUX450ST/WUX500ST (28 nella tappa milanese) dotati di ottiche short throw e tecnologia LCoS, prodotti ideali per garantire un’alta qualità dell’immagine anche ‘da vicino’ e gestire la proiezione in ambienti ridotti e affollati evitando ombre di visitatori sulle pareti.  Ci raccontano meglio di cosa si tratta le realtà che hanno collaborato al progetto, e in particolare: 

Antonio Carloni, Amministratore Unico, OTM Company, Direttore della mostra – OTM Company, ideatrice del progetto, crea e realizza iniziative culturali e di comunicazione basate sul linguaggio fotografico. Sviluppa progetti fotografici e servizi per l’impresa, edita libri fotografici, organizza eventi culturali e mostre. 

Roberto Banfi, Ceo, Studeo Group – Studeo Group è un’agenzia creativa che ha per core business la creazione di spazi esperienziali ed exhibit multimediali non convenzionali. Propone soluzioni tecnologiche inedite e innovative finalizzate al coinvolgimento sensoriale ed emotivo. Per la mostra si è occupata della direzione creativa, artistica e tecnica.

Walter Farioli, CEO, Neo Tech – Neo Tech Srl opera nel settore dell’allestimento tecnico audio video per eventi, mostre d’arte, stand fieristici, set televisivi e spazi commerciali. È il system integrator che ha curato la realizzazione della mostra e ha fornito l’hardware.   

Moreno Stornelli, CEO, Media&tech – Media&tech produce dispositivi multimediali; ha installato i mediaprocessor m-frame che gestiscono  videoproiettori, luci, e sistemi di profumazione. 



La sfida: trovare i mezzi tecnologici e la chiave narrativa per coinvolgere i visitatori sul tema

L’urgenza dei fenomeni in atto rende il tema del riscaldamento globale evidentemente attuale. Come recita il testo di presentazione della mostra: «Ovunque nel mondo si registrano siccità, incendi forestali, ondate di calore, alluvioni e fusione accelerata dei ghiacciai con frequenze che ormai non rientrano più nella normale variabilità climatica del passato. […] La Terra con la sua biosfera certo non morirà. […] A scomparire, però, potrebbero essere le condizioni ottimali per la vita umana, che potrebbe anche essere spazzata via dalla sesta estinzione di massa. 

Questa mostra funziona diversamente dalle altre mostre fotografiche: è come andare al cinema, ci si ferma in un punto, si gira la testa e le immagini ci vengono incontro – Antonio Carloni 

 Viviamo in un momento cruciale della storia dell’umanità – l’Antropocene – in cui la presa di coscienza delle popolazioni, la posizione dei governi, la rivoluzione tecnologica delle energie rinnovabili e la scelta etica di consumi più moderati rappresentano l’unica possibilità di invertire la marcia». 

Il progetto nasce dalla volontà di OTM di sviluppare il tema in una mostra itinerante e dalla disponibilità di National Geographic di fornire il materiale fotografico necessario: «In questi anni – racconta Carloni – abbiamo avuto la fortuna di creare un rapporto stabile con National Geographic America. Gli abbiamo fatto la proposta di collaborare per un progetto che parlasse di cambiamento climatico. C’è voluto un po’ di tempo, alcuni viaggi e due anni di incontri ma alla fine, uniti dalla volontà di portare alla luce il progetto, National Geographic ha accettato di fornirci le immagini». 


ll percorso espositivo, suddiviso in più sale, sfrutta centinaia di  scatti fotografici targati National Geographic

Coinvolto Studeo Group in veste di partner a cui affidare la direzione artistica della mostra, si è arrivati dunque alla fase di ideazione. Come racconta Carloni, la volontà era quella di rendere la mostra un’esperienza, raccontando le bellezze del nostro pianeta e la criticità della situazione attuale, ma anche la possibilità di cambiare le cose cambiando alcune abitudini quotidiane. 

«Generalmente una mostra di fotografia si guarda andando incontro alle foto e leggendo le didascalie. Questa funziona diversamente: è come andare al cinema, ci si ferma in un punto, si gira la testa e le immagini ci vengono incontro», dice Antonio Carloni; a proposito della qualità dell’immagine che si voleva raggiungere, che ha condotto alla scelta di Canon, commenta: «Per essere efficaci le immagini dovevano essere di altissima qualità, emozionanti, di impatto, chiare. Il tutto doveva seguire uno story telling capace di immergere e impressionare il visitatore nel messaggio: ‘Non c’è tempo, stiamo finendo le risorse’».  


Per realizzare le videoproiezioni attraverso cui si sviluppa lo storytelling sono stati scelti videoproiettori Canon con ottiche short throw, modelli XEED WUX450ST e WUX500ST. Gli m-frame di Media&tech si occupano dell’edge blending, la sincronizzazione delle immagini, le luci e la profumazione

La soluzione: videoproiettori Canon XEED con ottiche short throw e tecnologia LCoS

Per realizzare le videoproiezioni attraverso cui si sviluppa lo storytelling sono stati scelti videoproiettori Canon con ottiche short throw, modelli XEED WUX450ST e XEED WUX500ST: «Una scelta necessaria – dice Farioli – per evitare le ombre generate dai visitatori. Nelle sale l’altezza del soffitto era elevata ma le americane, per problemi di costo, riducevano questa dimensione».  

I videoproiettori sono dotati di pannelli LCoS, a tecnologia riflessiva: la luce non passa attraverso il pannello (come accade ai videoproiettori LCD trasmissivi) ma viene riflessa; durante il suo percorso la luminosità subisce quindi un’attenuazione molto inferiore rispetto ai modelli LCD; non solo: la qualità cromatica è elevata e gli effetti reticolo e arcobaleno, punti deboli rispettivamente dei proiettori LCD e DLP, sono assenti. Infine, la qualità delle ottiche Canon in termini di luminosità e precisione fanno la differenza.

Per gestire l’edge blending, la sincronizzazione delle immagini, le luci e la profumazione, sono stati scelti m-frame di Media&tech (vedi box dedicato).  

Le ottiche short throw sono una scelta necessaria per evitare le ombre dei visitatori. La precisione e la luminosità delle ottiche Canon sono insuperabili  – Walter Farioli 

Nello specifico, la videoproiezione si sviluppa su tre sale principali. A Napoli è stata allestita la seguente configurazione, composta da tre modelli Canon XEED WUX450ST e WUX500ST:

Sala d’ingresso – L’emozione del mondo – È una sala rettangolare con pareti rivestite da teli di proiezione. Sette proiettori Canon XEED proiettano su quattro pareti e un parziale divisorio;

■ Seconda sala – Il pianeta colpito – Questa sala è di formato rettangolare; ci sono 8 proiettori Canon XEED che proiettano immagini sulle 4 pareti;

Terza sala – La consapevolezza e l’azione – Qui ci sono 6 proiettori Canon XEED suddivisi fra i due lati corti che utilizzano due proiettori e due lati lunghi (con quattro proiettori). La quarta sala, denominata ‘I dati scientifici’ è arredata con infografiche  stampate; non contiene videoproiezioni.

L’edizione di Milano, terminata lo scorso 7 giugno, è stata allestita con la seguente configurazione, composta da proiettori Canon XEED WUX450ST e WUX500 ST:

Sala d’ingresso – L’emozione del mondo – Sala quadrata con pareti da 9 metri rivestite da teli di proiezione in PVC bianco (come anche nella sala 2). Sono stati installati otto proiettori Canon XEED che proiettano sulle pareti e un proiettore Canon XEED che proietta sono un telo di tulle da 2 metri di base posizionato quasi al centro della sala, rivolto verso l’ingresso dei visitatori. 



■ Seconda sala – Il pianeta colpito – È la più grande, lunga 19 metri e larga 10 metri. Ci sono 10 proiettori Canon XEED dedicati alle proiezioni sulle pareti e tre proiettori Canon XEED che proiettano ciascuno su un telo di tulle da 3 metri di base. Le proiezioni sul tulle sono state pensate per dare ancora più impatto perché riempiono lo spazio. Parte di un lato corto della stanza è disposto a 45 gradi. Da questo lato si accede alle due regie attraverso porte rivestite da specchi, per dare più profondità all’ambiente.  

■ Terza sala- La consapevolezza e l’azione – Ci sono 5 proiettori Canon XEED e una serie di totem e superfici interattive che ospitano ‘giochi’ ed esercizi finalizzati a far capire ‘cosa si può fare’ e suggerire ai visitatori quei cambiamenti alle proprie abitudini in grado, sommati, di fare la differenza.

Va inoltre ricordata la presenza di un impianto audio immersivo. I diffusori attivi sono posizionali sulle americane rivolti verso il basso (ai vertici della stanza e lungo il perimetro). A Milano, nella seconda sala sono anche presenti delle lastre di plexiglas (con immagini e testi dedicati ai grandi temi del cambiamento climatico) dotate di uno spot di luce per evidenziare al visitatore il punto di visione e sensori di prossimità gestiti da BrightSign: grazie a questo sensore e a un diffusore da pavimento, il sistema percepisce la presenza del visitatore e attiva il contenuto audio.  

L’installazione si è svolta in collaborazione con Arteam di Trento, società specializzata in attività progettuali e artigianali in campo artistico e museale: «Era il partner giusto per far fronte al tempo ristretto a disposizione e gestire la precisione con la quale era necessario lavorare – dice Farioli – oltre alla sensibilità e all’esperienza necessaria per prevedere, ad esempio, anche il passaggio di cavi». 


La mostra prevede più momenti di interattività, per informare e coinvolgere il visitatore

M-Frame per controllare immagini, luci, profumazione

Per controllare l’edge blending, la sincronizzazione delle immagini, le luci e la profumazione sono stati scelti gli m-frame di Media&Tech, player di rete per contenuti multimediali in grado di gestire la riproduzione su più schermi contemporaneamente di immagini e video Full HD. Come racconta Moreno Stornelli, CEO, Media&Tech, l’intera mostra nell’edizione napoletana sfrutta 8 media processor m-frame che controllano 15 videoproiettori Canon XEED distribuiti in 2 sale.  Nell’edizione milanese, invece, sono stati impiegati 9 media processor m-frame che controllano 22 videoproiettori Canon XEED. Sempre a Milano si è scelto di usare due tipologie di prodotti: cinque m-frame con 4 uscite ciascuno per realizzare le proiezioni immersive nelle pareti perimetrali e quattro m-frame mini, da una uscita, per la proiezione su singoli schermi in tulle. 
Gli m-frame si occupano di: accensione e spegnimento del sistema; riproduzione continua di un unico show da 12 minuti; sincronismo dei proiettori con tutti gli edge-blending; controllo sistemi audio; emissione temporizzata delle essenze (di mare, erba, plastica e smog) con quattro diffusori disposti sotto quattro panche di seduta; effetti di luce temporizzati con 3 faretti bianchi su bus DMX per simulare dei fulmini. Tutti gli m-frame sono collegati in rete e sincronizzati attraverso un segnale master che coordina l’attività. La distribuzione dei segnali dagli m-frame ai singoli proiettori avviene in HD-BaseT, con cavi Cat 6 FTP e connettori RJ-45 di metallo.  


l videoproiettori sono tutti dotati di pannelli LCoS: la luce non passa attraverso il pannello ma viene riflessa; durante il suo percorso la luminosità subisce quindi un’attenuazione molto inferiore rispetto ai pannelli LCD trasmissivi

Elementi di interattività per coinvolgere il visitatore 

Studeo Group realizza spazi narrativi e di relazione capaci di far immaginare ed emozionare attraverso la sensorialità e la multimedialità. Come racconta il Ceo Roberto Banfi: «Il concept che abbiamo proposto per la mostra – prosegue – nasce dall’analisi del target a cui era rivolta la stessa (bambini e giovani adulti in prevalenza) e dalla volontà quindi di trasmettere emozioni e messaggi ad un pubblico pop e trasversale. A Milano abbiamo dato grande rilevanza alle immagini di National Geographic progettando due sale immersive, dal contenuto visuale importante, arricchito da installazioni olfattive. Obiettivo: coinvolgere emotivamente e sensorialmente i visitatori che, attraverso immagini, musica, colori, suoni e odori sono sollecitati a godere delle meraviglie della nostro pianeta (prima sala) e prendere coscienza dei danni e delle devastazioni che l’uomo sta procurando al pianeta Terra (seconda sala)». Banfi spiega quindi che la terza sala è stata dedicata alla divulgazione di dati scientifici e alla volontà di rendere consapevoli i visitatori di quanto ogni scelta o gesto quotidiano abbiano una ripercussione sul nostro ecositema. Pareti e giochi interattivi, alla portata di bambini e adulti, rendono l’esperienza il più coinvolgente possibile. 
«L’utilizzo di tecnologie d’avanguardia è stato preponderante – commenta il Ceo – ma Studeo Group ha voluto che le stesse fossero un ingrediente necessario ma non invasivo, nella convinzione che i contenuti e la sollecitazione di emozioni e sensi non dovesse essere contaminata da una tecnologia esibita e fine a sé stessa».   
Sul piano tecnologico, nella mostra sono state applicate per la prima volta alcune soluzioni sviluppate dalla R&D di Studeo Group: un software proprietario che consente l’utilizzo nell’ambito delle installazioni multimediali di sensori di origine industriale come i radar LiDAR, oggi conosciuti per essere ‘gli occhi’ dei robot e delle auto a guida autonoma: «In una delle installazioni del percorso esperienziale – spiega Banfi – un laser rende ‘touch’ una parete per la consultazione di ‘pillole di buon comportamento ambientale’».


 Il valore della partnership con Canon

«Canon è stato un partner fondamentale. Ha fatto la differenza la qualità delle tecnologie e delle ottiche, delle persone e l’ampia gamma di prodotti e servizi che offrono: oltre alla videoproiezione, sono serviti, per attività corollarie alla mostra, prodotti per la stampa, macchine fotografiche e sistemi di archiviazione. Canon ha sempre potuto supportarci»  dice Antonio Carloni. A proposito invece della qualità delle videoproiezioni, lo stesso Carloni commenta: «Il visitatore che si sposta viene ‘travolto’ dalle immagini. La resa dell’immagine, i contrasti, i colori, tutto resta eccezionale anche quando il visitatore si avvicina alla proiezione, merito della tecnologia LCoS». ■ 


Link utili

natgeoexperience.com
otmcompany.it
studeogroup.it
neotechsrl.com
mediatechweb.com
canon.it


Persone intervistate

Antonio Carloni, Amministratore Unico, OTM Company, Direttore della mostra

Walter Farioli, CEO,
Neo Tech

Roberto Banfi, Ceo, Studeo Group

Moreno Stornelli, CEO, Media&tech