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Cos’è un cavo coassiale?

Uno dei termini che si incontrano più frequentemente nel mondo della distribuzione dei segnali è “coassiale”, assieme alla sua abbreviazione “coax”: ma cos’è, esattamente, un cavo coassiale e cosa significa questo termine?


Tutti abbiamo, in qualche modo, a che fare col termine “coassiale”, che riassume la caratteristica principale di un tipo di cavo che riguarda tanto il mondo audio/video professionale (SD/HD-SDI) quanto quello del broadcast (si pensi alla distribuzione del segnale televisivo e al cavo d’antenna, presente in tutte le case).


Perché coassiale?

In principio fu la piattina da 300 o 600 Ohm: due fili elettrici isolati e tenuti in posizione da un ponticello di plastica. Qualcuno pensò di avvolgere uno dei conduttori attorno all’altro per aumentarne l’efficienza e la schermatura ed inventò il cavo coassiale. I primi brevetti risalgono a fine ‘800 ma solo negli anni trenta del Novecento trovò una applicazione pratica nel campo della radio, della TV e della telefonia.

Il nome “coassiale” si riferisce al fatto che il cavo è costituito da due conduttori, disposti concentricamente sullo stesso asse e separati da un isolamento in plastica, detto dielettrico: il conduttore centrale in filo di rame e quello esterno, ad avvolgere il primo, in treccia di fili capillari di rame. A volte per aumentarne il potere schermante dai segnali esterni interferenti il conduttore esterno può essere composto da una combinazione di piú trecce con interposti dei nastrini o addirittura può essere formato da un tubo di rame o alluminio.

A completare la parte costruttiva, una guaina esterna che riveste il tutto e protegge i conduttori dall’ambiente esterno. In pratica il cavo coassiale è per i segnali elettrici l’analogo del tubo per l’acqua.



Questioni d’impedenza

Trattandosi a tutti gli effetti di un cavo elettrico che viene utilizzato come mezzo per la trasmissione di informazioni, il cavo coassiale non prescinde da una caratteristica fondamentale: l’impedenza espressa in ohm che dipende dal rapporto tra il diametro dei conduttori, interno ed esterno, e dal materiale del dielettrico.

            Il rispetto della corretta impedenza consente di ottenere il miglior trasferimento di segnale tra i dispositivi dell’impianto (antenna, televisore, amplificatore, ricetrasmettitore, ecc.).
Ne esistono fondamentalmente di due tipi:


Cavo coassiale da 50 Ohm e 75 ohm

Trattandosi a tutti gli effetti di un cavo elettrico che viene utilizzato come mezzo per la trasmissione di informazioni, il cavo coassiale non prescinde da una caratteristica fondamentale: l’impedenza espressa in ohm che dipende dal rapporto tra il diametro dei conduttori, interno ed esterno, e dal materiale del dielettrico.

Il rispetto della corretta impedenza consente di ottenere il miglior trasferimento di segnale tra i dispositivi dell’impianto (antenna, televisore, amplificatore, ricetrasmettitore, ecc.).
Ne esistono fondamentalmente di due tipi:

            Lo standard 50 Ohm è stato sviluppato durante il secondo conflitto mondiale dalla Marina USA come miglior compromesso tra perdite di attenuazione e massima potenza applicabile in trasmissione.
Con l’avvento della televisione si optò per lo standard 75 Ohm, per la sola ricezione, in quanto assicurava attenuazioni minime sui segnali.
Di entrambe i tipi esistono versioni di ogni dimensione e con prestazioni via via migliori all’aumentare del diametro.


Le principali caratteristiche di un cavo coassiale

Le principali caratteristiche di un cavo coassiale, oltre la già citata impedenza, sono:

            Negli ultimi decenni è stato introdotto, da quasi tutti i produttori, un dielettrico ad espansione di gas azoto che ha consentito di ottenere, a parità di dimensioni, cavi più performanti e resistenti nel tempo.
Nonostante l’avvento di nuove tecnologie (fibra ottica), il cavo coassiale, nel caso di tratte brevi inferiori ai 50/100 metri, è ancora il componente preferito da molti installatori professionali.

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