Presso lo spazio di Ex Dogana la mostra allestita da MondoMostre Skira ha messo in risalto un’installazione multisensoriale e multimediale, costruita anche intorno a 24 videoporiettori Canon LX-MU500.

L’arte del futuro è tutta in una mostra: ArtFutura, prodotta da MondoMostre Skira e curata da Montxo Algora, direttore dell’omonimo Festival internazionale è stata una grande installazione multimediale organizzata dal 29 aprile al 10 settembre 2017, presso i nuovi spazi espositivi dell’Ex Dogana di Roma. 
L’obiettivo della mostra è stato esplorare i più interessanti progetti e le idee più innovative nel panorama internazionale dei new media, interactive design e digital animation. 
In particolare, scoprire le interazioni e le mille evoluzioni esistenti tra arte e tecnologia, per immergersi nella nuova era dell’arte digitale. Sculture cinetiche che creano olografie galleggianti, campi magnetici che generano forme dinamiche di ferrofluido, esperienze audiovisive immersive in cui sperimentare proiezioni virtuali di ultima generazione. 
Sono queste alcune delle installazioni presentate nella mostra ArtFutura. 
Per conferire vivacità e maggior coinvolgimento all’intero evento sono stati adoperati 24 videoproiettori Canon LX-MU500. Grazie all’uso di questi strumenti tecnologici e alla loro fusione – tra potenzialità scientifiche e visioni artistiche – è stato creato un nuovo codice di lettura per esplorare il futuro dell’arte: si materializza l’immaginario, si costruiscono nuove forme, si immaginano materie e superfici per dare vita a nuove opere. 
In questo processo il protagonista è sempre il visitatore, coinvolto all’interno di un’esperienza immersiva di grande coinvolgimento, nell’incessante scoperta dell’arte del futuro.




Le mostre del futuro

Il cammino tra arte e scienza prosegue senza sosta: Ex Dogana diventa una fabbrica per costruire il futuro. Paul Friedlander, Esteban Diácono, Can Buyukberber, Sachiko Kodama, Chico MacMurtrie/Amorphic Robot Works e il collettivo Universal Everything sono stati i protagonisti della mostra – insieme ad alcune opere provenienti dal festival internazionale ArtFutura – per celebrare il mondo dell’arte dell’era multimediale. 

«ArtFutura si è presentata per la prima volta a Roma con una serie di artisti che operano in quella zona di confine fra arte e scienza – ci spiega Andrea Garbetta, Responsabile della mostra per MondoMostre Skira. Tramite l’utilizzo di apparecchiature tecnologiche, gli artisti hanno avuto modo di esplorare le loro capacità scientifiche e artistiche, per creare nuovi codici di lettura e svelare dal vivo un nuovo concetto di futuro artistico: materializzare scenari immaginari, costruire nuove forme, materie e superfici per generare nuovi universi e scenari artistici. Schermi del futuro, videoproiezioni olografiche, installazioni visionarie: questi sono alcuni degli strumenti che l’arte digitale ha adoperato permettendo allo spettatore di entrare nella mente degli artisti. Stiamo parlando di un progetto per avvicinare tecnologia e arte, per spiegare come l’arte si sta trasformando. Assistiamo sempre più ad una migrazione verso il digitale: ci stiamo incamminando inconsapevolmente verso un mondo di ‘creature digitali’. L’elemento forse più affascinante che la tecnologia consente di afferrare è rendere tangibile questo continuo ed incessante mutamento. Questi artisti e scienziati aprono le porte verso un nuovo mondo digitale dove risulta palese che tutto, come le loro opere, sarà sempre più in continua evoluzione. La loro arte rappresenta al meglio l’evoluzione di un mondo dove tutto sarà diverso, i musei e gli spazi espositivi sempre più simili a luoghi dove poter usare l’immaginazione, dove poter visualizzare i nostri pensieri e i nostri sogni, per diventare parte attiva dell’allestimento, come metafora reale della nostra esistenza». 
L’ambizione dell’evento espositivo è andare a costruire una nuova declinazione di mostra, che sia prototipo delle mostre del futuro. Interpretare cioè in maniera digitale il nuovo spazio espositivo: segnare un’evoluzione decisa dal classico concetto di percorso museale a qualcosa di radicalmente innovativo. Chiaramente nulla di tutto ciò sarebbe stato neanche minimamente pensabile o immaginabile senza l’ausilio di una tecnologia in grado di trasformare le emozioni in colori, suoni, sensazioni tattili e vivide.


Tecnologia: stupire e sorprendere

Il mondo dell’arte sta cambiando vorticosamente e la tecnologia insieme a lui. Si viaggia su binari paralleli: le influenze sono reciproche e coinvolgono entrambi gli ambiti. Le mostre seguiranno sempre di più questa linea d’impostazione e la commistione sarà sempre più stretta, per riuscire a creare una simbiosi ideale tra spettatore e artista. 
In questa transizione, in questo passaggio verso il nuovo che avanza, Canon ha dimostrato di stare al passo con i tempi, fornendo in questa occasione 24 videoproiettori LX-MU500 all’interno dello spazio espositivo. 
«Questi artisti internazionali – sottolinea Massimiliano Ceravolo, Direttore Pro Imaging Group di Canon Italia – esprimono nelle creazioni i loro stati d’animo, le loro emozioni, un vissuto esperienziale. Per cercare di comunicare queste emozioni e di avvolgere letteralmente lo spettatore, viene utilizzata la videoproiezione: contribuisce a rendere chiare e brillanti le loro sensazioni visive. Le ha rese vivide e presenti sulla scena». 
Le videoproiezioni irrompono da più direzioni, creano uno spazio multisensoriale che si va ad integrarsi con le altre installazioni. 
L’impegno di Canon nel mondo dell’arte e nell’ambito museale rimane costantemente vivo, confermando un trend che nel tempo ha permesso la realizzazione di installazioni di grande pregio – ricordiamo tra tutte Caravaggio Experience, a Roma e alla Venaria Reale di Torino. La mostra è infatti un ottimo esempio di come la tecnologia Canon possa innovare la fruizione e la valorizzazione dell’opere d’arte. Per Canon l’innovazione tecnologica rappresenta un alleato prezioso per promuovere il settore dell’arte e conservare al tempo stesso il suo valore, rendendolo fruibile a un numero sempre maggiore di persone. 
In un’epoca in cui assistiamo a modalità di allestimento sempre più digitali, in cui le mostre più tradizionali lasciano il posto a eventi in cui l’imaging e il visitatore sono al centro del percorso espositivo, la tecnologia di Canon è riuscita ad enfatizzare le idee e le opere degli artisti internazionali presenti.


Edge-blending & Mapping

«Abbiamo allestito in totale sei sale, oltre a due corridoi, anch’essi coinvolti in videoproiezioni: ogni sala era dedicata ad un artista – puntualizza Edoardo Brunetti, multimedia specialist della mostra. Quasi ogni artista aveva portato con sè contenuti video dedicati alle proprie installazioni. Abbiamo così concepito l’installazione adattando il tutto in base alle loro richieste. Il nostro approccio è stato sviluppato sulla semplicità, per accedere a potenziali sinergie in caso di necessità. Quindi, abbiamo scelto 24 videoproiettori Canon dello stesso modello, LX-MU500, per avere un’uniformità di base necessaria per fare da passepartout a tutte le richieste provenienti dagli artisti di ArtFutura. I proiettori hanno sempre lavorato senza mai manifestare problematiche, la qualità di Canon è stata una garanzia. In alcuni casi abbiamo gestito la proiezione ricorrendo a videomapping e ai software dedicati Madmapper e Resolume. Tutti i collegamenti fra player e videoproiettori sono stati realizzati con cavi HDMI. Nel caso della proiezione in edge-blending di Can Buyukberber, che presentava una risoluzione da 5Kx1K, abbiamo allestito un sistema composto da cinque videoproiettori affiancati, gestiti da un Mac Pro, collegato ai proiettori con cinque cavi DVI da 10 metri e altrettanti DVI adapter di Apple. Questa configurazione rappresentava una soluzione obbligata per garantire un funzionamento ai massimi livelli, necessario per sincronizzare ogni porzione del video su ciascun videoproiettore. In questo caso specifico il mapping è stato eseguito con Madmapper». 
«In altri casi – prosegue Edoardo Brunetti – abbiamo giocato su effetti d’illusione. È successo, ad esempio, con le opere di Paul Firedlander, dove non si aveva la certezza che la presenza dei colori fosse generata dal mapping in videoproiezione oppure dai colori reali dei materiali. In questa sala avevamo ben sette videoproiettori, gestiti da un computer particolare, configurato ad hoc per l’occasione. Un’altra opera interessante, sempre di Can Buyukberber, è stata realizzata tramite una pagina HTML 5 di un sito a cui il visitatore poteva accedere con lo smartphone per ‘distruggere’ l’oggetto 3D visualizzato sullo schermo. Diciamo che queste installazioni hanno dimostrato che la videoproiezione può stupire enormemente anche quando le aspettative del pubblico diventano sempre più alte. Il messaggio più bello ma anche difficile da far pervenire al pubblico è che questa era una mostra storica sulla digital art; alcune opere erano già state presentate in altri eventi anche dieci anni fa, per cui avevano assunto la dignità di opera d’arte, fatta e compiuta. Nel mio mestiere, come artista e allestitore digitale, si assiste ad un cambio continuo delle tecnologie e la videoproiezione rappresenta uno straordinario strumento e una risorsa determinante per stupire sempre di più il pubblico che manifesta aspettative crescenti, anche per il fatto che i social media promuovono quasi in tempo reale lo spettacolo generato da mostre di questo tipo». 
Al termine della mostra è stata allestita la proiezione importante di un film di 20 minuti, in una delle sale espositive più grandi dell’Ex Dogana. Qui sono stati presentati il meglio delle nuove creature digitali dell’ultimo anno, elaborate per ArtFutura e provenienti da tutto il mondo.


La videoproiezione nell’arte

«Per rappresentare al meglio la nostra visione di futuro, abbiamo sfruttato in maniera massiccia la videoproiezione – ci racconta Andrea Garbetta. Per trasmettere le sensazioni – per esempio un’installazione vuole descrivere lo spazio e l’infinità del cosmo – abbiamo utilizzato specchi per definire la profondità e teli olografici. Insomma, una molteplicità di device per veicolare con naturalezza un messaggio complesso e articolato. In questo gioco di composizione, la videoproiezione è stata per noi un forte alleato, uno strumento per comunicare e trasmettere in maniera efficace le emozioni e i pensieri degli artisti. In concomitanza a questo aspetto emozionale e di intensa user experience abbiamo affrontato riflessioni anche su caratteri maggiormente operativi. La mostra, infatti, è stata pensata per coprire una durata di sei mesi. Per consentire un’adeguata continuità operativa all’intera configurazione, per eventi live come questo occorreva installare proiettori molto affidabili, a prova di guasto. Devo dire che in questo siamo rimasti molto soddisfatti dai videoproiettori Canon: non abbiamo mai dovuto rivolgerci all’assistenza tecnica, tutto ha funzionato alla perfezione. Ovviamente parliamo anche di specifiche tecniche che pongono in risalto l’immagine proiettata dei videoproiettori: l’adeguata luminosità consente un buon impatto, ottiche corte, contrasto e colorimetria permettono poi di far risaltare l’immagine in modo brillante e chiaro. Considerando la pausa estiva, siamo rimasti molto soddisfatti dell’afflusso di visitatori. Nel complesso è stata una buona operazione di marketing e di promozione. Ci teniamo a puntualizzare anche il modo in cui la location dell’Ex Dogana ha favorito il buon esito dell’evento. Infatti, la mostra è stata pensata per essere un evento da vivere soprattutto di notte – con aperture serali fino all’una del mattino. L’intento della mostra era anche portare vitalità e novità nel quartiere, quell’entusiasmo virale che solo una mostra pensata in questi termini sa fornire. Un insieme di attività connesse che hanno reso unico l’evento di ArtFutura 2017».


I pareri

Andrea Garbetta 
Responsabile di ArtFutura 
La videoproiezione di Canon ha consentito di esplorare fino in fondo quello che era l’intento principale della mostra: un progetto per coniugare tecnologia e arte. Indagare le nuove trasformazioni del panorama artistico 

Edoardo Brunetti 
Multimedia specialist, ArtFutura 
Nel mio mestiere si assiste ad un rinnovamento continuo delle tecnologie: la videoproiezione di Canon rappresenta uno straordinario strumento e una risorsa per emozionare sempre di più il pubblico. La sfida si gioca sui contenuti, sulla fedeltà cromatica e sull’affidabilità del sistema 


Si ringraziano per la collaborazione: 

Art Futura 
www.artfuturaroma.it 

Canon 
Canon.it/projectors