I l rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, la sua valorizzazione e l’innovazione tecnologica sono la mission di Sisvel, fondata nel 1982 da Roberto Dini. Nel 2008, lo spin-off di Sisvel Technology porta alla creazione di un polo di ricerca d’eccellenza.

Sisvel – Società Italia per lo Sviluppo dell’Elettronica civile – nasce nel 1982 come consorzio a difesa delle aziende italiane nei confronti di quelle estere, che avevano già sviluppato da tempo tecnologie brevettate come il Pal per Telefunken e il il tubo catodico per RCA.
Zanussi, Indesit, Brionvega ed Europhon, ai quali si aggiunsero ben presto altri importanti partner industriali italiani, decidono così di valorizzare le innovazioni delle aziende italiane in ambito televisivo, in particolare quelli acquistati dall’ufficio brevetti e marchi di Indesit che negli anni, sotto la responsabilità dell’Ing. Roberto Dini, aveva sfornato oltre 200 idee innovative. Ci riferiamo, ad esempio, all’On Screen Display che diventerà poi uno standard di fatto, oppure alla sintesi di frequenza o al controllo delle funzioni del televisore tramite un menu da sfogliare con i tasti del telecomando. «Negli anni ’80 – ci ha spiegato l’ingegner Dini – il mercato dei televisori in Italia stava attraversando una grave crisi, dovuta anche al ritardo nell’introduzione della televisione a colori accumulato rispetto ad altri paesi europei come la Germania. Mi ero convinto che si poteva utilizzare i brevetti in un modo diverso rispetto a come si faceva in quegli anni. Fino ad allora, le aziende brevettavano le soluzioni tecnologiche per evitare che venissero copiate dai concorrenti. Con Sisvel, invece, abbiamo proposto alle aziende proprietarie dei brevetti di metterle a disposizione dei loro concorrenti, a fronte del pagamento di una royalty. L’obiettivo era finanziare attraverso il ritorno economico ottenuto dalle licenze il settore di ricerca e sviluppo e fornire linfa vitale a nuove idee».

«In pochi anni – ricorda Roberto Dini – la nostra popolarità crebbe così come il portafoglio clienti: Nokia, Philips, France Telecom ed altri big del mercato dell’elettronica di consumo e delle telecomunicazioni ci affidarono i loro brevetti per essere difesi e valorizzati».

Alla fine degli anni ’90, Sisvel venne scelta per gestire i brevetti legati al sistema di codifica MPEG Audio. Questi brevetti comprendevano anche il famoso codec MP3 che, negli anni successivi, sarebbe stato utilizzato in milioni di prodotti di elettronica di consumo, dai decoder Sat e DTT ai lettori multimediali, fino ai telefoni cellulari. Oggi Sisvel è presente nel mondo con numerose sedi per promuovere attivamente una cultura globale: il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale.


L’evoluzione strategica, nasce Sisvel Technology

Con il passare del tempo, però le aziende hanno iniziato a delocalizzare in Asia non solo la produzione di apparecchi e strumenti a basso costo ma anche la progettazione, la ricerca e il deposito dei brevetti. Sisvel, per reagire a questo trend, ha avviato uno spin-off che porta, nel 2008, alla nascita di Sisvel Technology, una realtà specifica per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie brevettabili. L’ingegner Paolo d’Amato, figura storica della Rai che ha fornito il proprio contributo per lo sviluppo di invenzioni fondamentali per la televisione e il broadcasting (è il ‘papà’ del Televideo), assume la carica di amministratore delegato e traccia le principali aree della ricerca: TV, DVB, 3D e codec ad alta efficienza per il settore dell’Home Entertainment, telefonia mobile (tecnologia LTE di 4a generazione), localizzazione indoor, sistemi di trasporto intelligente e comunicazioni tra autoveicoli, Green Technology (Smart Grid e Smart Metering). Si instaura così un circolo virtuoso, l’Inventive Loop, attraverso il quale le aziende di qualsiasi dimensione, pubbliche o private, puntano ad investire nella ricerca gli introiti derivanti dalla valorizzazione della proprietà intellettuale attuata attraverso il licensing dei brevetti.

A destra Roberto Dini, fondatore di Sisvel e, alla sua sinistra, Paolo D’Amato amministratore delegato di Sisvel Technology
Due modelli di TV color Indesit
La sala demo di 3D Tile format, dove vengono testate le compatibilità dei device

La Silicon Valley piemontese

La sede di Sisvel: la sala dove vengono realizzati brain storming mensili sui più diversi temi di tecnologia
La sala riunioni

Sisvel Technology intraprende, anche con i propri partner, percorsi e processi di trasferimento tecnologico per la valorizzazione dei risultati della ricerca e la relativa trasformazione in prodotti e servizi richiesti dal mercato. Per ampliare e ottimizzare questi processi, contribuisce alla creazione di una sorta di ‘Silicon Valley piemontese’ capace di aggregare strutture private e pubbliche, italiane e straniere, con competenze mirate, atte a fare sistema e generare innovazione. Tra queste , Vestel (azienda turca specializzata nella progettazione e produzione di televisori), il Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica (CRIT) della RAI, l’Istitut fur Rundfunktechnik (IRT) di Monaco di Baviera, il CSP (Centro Supercalcolo Piemonte) – Innovazione nelle ICT, l’Istituto Superiore Mario Boella (ISMB) ed il ToP–Ix (Turin Piedmont Internet Exchange). A questi si affiancano importanti atenei italiani ed esteri come l’Università e il Politecnico di Torino, l’Università La Sapienza di Roma e l’Università inglese del Surrey. Questa aggregazione ha anche l’intendimento di evitare la delocalizzazione della produzione di idee, dopo quella delle fabbriche, nei paesi asiatici che registrano un minor costo del lavoro. «Sisvel Technology – afferma l’ingegner d’Amato – vuole ripercorrere in parte la vita dell’azienda che l’ha generata, con lo sviluppo di brevetti propri per attrarre altre aziende interessate alla valorizzazione delle idee. Uno dei più significativi e recenti risultati ottenuti da Sisvel Technology è il 3D Tile Format, una tecnica innovativa di codifica delle immagini 3D. Garantisce due importanti vantaggi ai broadcaster: una migliore qualità dell’immagine e la retro-compatibilità che permette loro di raggiungere sia i telespettatori dotati di un televisore Full HD che quelli in possesso di un televisore stereoscopico, senza dover raddoppiare l’occupazione di banda necessaria alla trasmissione».