Radio a transistor, telegrafi, apparecchi radio Tv, fonografi, grammofoni, telefoni, ecc. Sono alcuni delle centinaia di dispositivi collezionati nel museo Voci nell’Etere di Angelo Sessa, imprenditore collezionista d’esperienza ultra trentennale.

Ripercorrere frammenti di storia attraverso un racconto suscita sempre un certo effetto, ricostruire i fasti di tempi passati fa perdere la mente, tra fantasia ed immaginazione, nel tentativo di ricostruisce a modo proprio gli eventi trascorsi. Se il racconto, poi, è accompagnato dagli oggetti di un’epoca che non c’è più, da poter vedere e toccare, allora il passato diventa più vicino ed emozionante. È quanto accaduto facendo visita ad Angelo Sessa, imprenditore che opera nel settore da lungo tempo, che ha dedicato parte degli ultimi venticinque anni a ricercare dei dispositivi oramai in disuso, che però hanno segnato la storia della comunicazione italiana. Ne è nato un museo, VOCI NELL’ETERE, che espone oltre 500 dispositivi della ben più ampia raccolta di pezzi presenti nell’archivio di Angelo Sessa, e che oggi rappresenta un luogo prezioso e suggestivo da visitare, uno spazio raro nel panorama italiano dei musei.


Oltre 25 anni di ricerca


L’ingresso del museo.

«Ho sempre nutrito un forte interesse verso questi dispositivi – esordisce nel suo racconto Angelo Sessa. Ho iniziato la mia ricerca oltre 25 anni fa e ogni volta che riuscivo a recuperare un pezzo nuovo, cresceva la voglia di ricercarne di nuovi, magari ancora più datati rispetto a quelli che avevo messo a segno fino a quel momento. Pertanto ho iniziato letteralmente a studiare per comprendere, dispositivo dopo dispositivo, quale fosse stato il percorso evolutivo fatto da questo specifico settore tecnologico. E così, ho iniziato a raccogliere apparecchi radio Tv, fonografi, grammofoni, telefoni, radio transistor, telegrafi, registratori, proiettori, ecc. Ad un certo punto, ho capito che non potevo limitare la mia ricerca solo in Italia, e ho allargato l’orizzonte oltre i confini nazionali, recuperando dispositivi di molte nazionalità: dall’Inghilterra alla Francia, dalla Germania all’Italia, dall’Olanda fino al Canada e altri paesi oltreoceano. Ho raccolto il meglio che riuscivo a reperire in quegli anni, con pezzi che risalgono fino ai primi del ’900, oltre un centenario di mezzi progettati per la comunicazione».


Il museo VOCI NELL’ETERE


Gran parte dei dispositivi è perfettamente funzionante.

Dopo anni di ricerca, Angelo Sessa sente l’esigenza di condividere con tutti quel pezzo di storia che ha segnato epoche importanti nel passato di tanti paesi del mondo. Da lì, l’idea di aprire un vero e proprio museo: VOCI NELL’ETERE – MUSEO DELLA COMUNICAZIONE. È lo stesso Sessa a raccontarci come è maturata questa decisione: «Dopo aver raccolto per 25 anni centinaia di dispositivi che custodivo gelosamente in un appartamento, un giorno mentre li riguardavo testandone il funzionamento, ho pensato che sarebbe stato bello poterli mettere a disposizione di tutti; d’altronde rappresentavano la storia della comunicazione. Sicuramente quel materiale avrebbe costituito un interesse maggiore e oggetto di cultura per studenti piuttosto che appassionati del settore. E quindi ho deciso che avrei investito le mie energie nel tentativo di realizzare un museo. Riuscire nell’impresa, però, non è stato così semplice, ho chiesto il supporto delle istituzioni pubbliche, senza ottenere nulla. Ma non ho mollato, non potevo fermarmi alla prima difficoltà, così ho deciso di farlo io, pian piano, con tanti sacrifici. Erano stati tanti i costi affrontati negli anni per recuperare tutto quel materiale; per non parlare del dispendio di tempo impiegato a girare attraverso i vari mercatini o botteghe d’Italia».


Dispositivi ancora in funzione


Uno scorcio dell’angolo dedicato agli apparecchi telefonici.

«Alla fine ce l’ho fatta – ci dice con orgoglio Angelo Sessa – l’11 settembre del 2008 abbiamo fatto l’inaugurazione del museo ad Imperia. Ci tengo a sottolineare che gran parte dei dispositivi sono perfettamente funzionanti, ne eseguo una manutenzione periodica ed è importante per me mantenerli attivi. E ogni volta che mi accosto ad ognuno di questi dispositivi, contestualizzandolo al relativo periodo storico, mi viene da ripercorrere i progressi che l’uomo ha fatto fino ai tempi d’oggi, in cui tutto è definitivamente cambiato rispetto a cento anni fa».


Un ambito riconoscimento


Maria Elettra Marconi, a sinistra, in compagnia di Angelo Sessa

Non passa inosservata la ricerca di Angelo Sessa i cui dispositivi, appena dopo un anno dall’apertura del museo, vengono coinvolti in occasione del centenario della consegna del premio Nobel a Guglielmo Marconi. «Avevo avviato il museo da poco tempo – ci racconta Sessa – e in occasione dei 100 anni del Nobel per la Fisica a Marconi, ricevuto nel lontano 1909, è stata organizzata una mostra alui dedicata, organizzata a Sanremo presso la Villa Nobel. Proprio in quella occasione ho potuto esporre oltre 60 apparecchi a marchio Marconi. È stata una mostra durata oltre 15 giorni, alla presenta tra l’altro della principessa Maria Elettra Marconi figlia del noto fisico, ed è stato un grande orgoglio mettere a disposizione di chiunque gli apparecchi che avevo raccolto per 25 anni. Ancora più emozionante è stato vedere a raccolta molti collezionisti, tra cui Renzo Arbore, altro appassionato della materia, collezionista dello stesso genere di dispositivi, e condividere con loro questa passione».


Tre volumi dedicati


I tre volumi dedicati alla collezione di Angelo Sessa

Ancor prima dell’apertura del museo, alla collezione di Angelo Sessa sono stati dedicati due volumi, ai quali se n’è aggiunto un terzo, realizzato lo scorso anno: 
– Voci nell’etere (2002) 
– Radio Fantasy (2003) 
– Marconi e la radio (2013) 
«Il primo volume prende il nome che successivamente è stato dato al museo – commenta Angelo Sessa – e racchiude tutta la mia collezione; l’anno successivo ha preso forma un secondo volume, realizzato sulle radio d’epoca progettate a marchio pubblicitario. Infine, lo scorso anno, ho deciso di realizzare un volume dedicato a Guglielmo Marconi, presentato il 25 aprile 2013 presso la Fondazione Marconi, in occasione dell’anniversario della nascita del fisico bolognese. Proprio in quella circostanza, il presidente della Fondazione, dopo una visita al mio museo, ha deciso di affiliarlo alla stessa Fondazione Marconi. Un ambito riconoscimento, non semplice da raggiungere, che testimonia il valore del materiale raccolto».


Un angolo di storia da visitare

Sono passati sei anni dall’apertura del museo VOCI NELL’ETERE, e ancora oggi è possibile prendere visione di questi cimeli, visitandone la struttura di sabato. «È sempre emozionante vedere l’interesse delle persone nel vedere questi dispositivi che hanno segnato la storia della comunicazione a livello mondiale – conclude Angelo Sessa. Tutti i dispositivi, o quasi, sono funzionanti e sono regolarmente controllati e mantenuti in un ottimo stato di conservazione. Naturalmente, dopo tanta ricerca, non posso che ritenermi soddisfatto di essere riuscito a portare a compimento quello che nel tempo è diventato un sogno da realizzare».


Guglielmo Marconi, Nobel per la fisica


Molti angoli del museo richiamano la figura di Guglielmo Marconi. Nell’immagine, a destra, riconoscibile il busto del fisico.

Noto per aver realizzato e perfezionato il primo sistema di telegrafia senza fili, nei suoi 63 anni di vita Guglielmo Marconi ha dedicato gran parte del suo tempo alla scienza. Ha vissuto a cavallo tra i due secoli, ’800 e ’900, ed è stato fisico, scienziato, inventore e addirittura uomo politico. A soli 27 anni effettuò il primo collegamento radiotelegrafico transatlantico, inviando il primo messaggio oltreoceano, dall’Inghilterra al Canada, dando vita a una vera e propria rivoluzione nel campo delle comunicazioni. Otto anni dopo, nel 1909, venne insignito del Premio Nobel per la Fisica. Plurilaureato, con ben 15 attestati ricevuti da diverse università, Guglielmo Marconi si è spento nel 1937, all’età di 63 anni. A riprova di quanto fosse lungimirante il suo pensiero, un anno e mezzo prima di morire scriveva: “Ci sono stati tre grandiosi momenti nella mia vita di inventore. Il primo, quando i segnali radio da me inviati fecero suonare un campanello dall’altro lato della stanza in cui stavo svolgendo i miei esperimenti; il secondo, quando i segnali trasmessi dalla mia stazione di Poldhu, in Cornovaglia, furono captati dal ricevitore che ascoltavo a San Giovanni di Terranova, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico a una distanza di circa 3.000 km; il terzo è ora, ogni qualvolta posso serenamente immaginare le possibilità future e sentire che l’attività e gli sforzi di tutta la mia vita hanno fornito basi solide su cui si potrà continuare a costruire”.


Cimeli unici


Molti dispositivi sono rappresentati da pezzi rarissimi se non unici al mondo.


Angelo Sessa, ricerca e passione

Come è nata la passione per questi cimeli? 
«Questo mondo mi ha sempre affascinato, ma non avevo mai messo a frutto questa voglia di recuperare dei pezzi di tecnologia del passato. Fino a quando, un giorno, ho iniziato a raccogliere i primi dispositivi e, via via, è cresciuta in me la voglia di collezionarne sempre di più fino a realizzare quanto oggi è esposto nel museo di Imperia». 

Nella sua ricerca ha dato ampio spazio alle invenzioni di Guglielmo Marconi… 
«Assolutamente sì! Prima di scoprire tutto quello che Guglielmo Marconi aveva ideato, però, ho dovuto documentarmi di tutto punto, studiando la sua storia e leggendo diversi libri. Quando ho avviato questa ricerca, infatti, non ero al corrente di quello che Marconi aveva realizzato, a tal punto da rimanerne affascinato. Da lì in avanti, ho pensato che una delle mie missioni sarebbe dovuta essere quella di andare alla scoperta di quante più apparecchiature Marconi avrei potuto trovare da collezionare. E così è stato». 

Quanto le costa mantenere funzionante gran parte di questi dispositivi? 
«Potrei dire nulla, se penso alla passione che mi ha sempre guidato ad avere un contatto diretto con questi prodotti. Certo, comporta un gran impiego di tempo, ma è inimmaginabile la sensazione che si prova nell’accendere un dispositivo e vederlo perfettamente funzionante. È come fare un tuffo nella storia». 

Museo “VOCI NELL’ETERE” 
Salita Garzini, 5 – Oliveto (Imperia) 
Tel. 0183 294988 
Visite su prenotazione il sabato dalle 10 alle 12