Riproduzione, con due grandi plastici in scala, di un’intera area della Lucania, unitamente ad un percorso di visita immersivo. Il tutto, armonizzato dai videoproiettori Canon, in modalità edge-blending, senza presenza di linee di disturbo.


L’accostamento tra natura e tecnologia, se ben realizzato, riserva sempre delle emozioni suggestive. Lo abbiamo riscontrato più volte attraverso il racconto di alcuni casi di successo sviluppati su Sistemi Integrati, descrivendo degli spaccati molto interessanti che, da nord a sud, hanno coinvolto luoghi singolari da visitare, da una parte, unitamente a prodotti innovativi e di alta tecnologia, dall’altra. E il viaggio attraverso il quale vi condurremo con questo articolo non è da meno. Siamo nel cuore della Basilicata, in provincia di Potenza, e più precisamente nel comune di San Martino d’Agri (PZ) dove, in una cornice caratteristica, è stato sviluppato un percorso di visita immersivo dalla valenza ludico-didattica, composto da pannellatura info-grafica, postazioni tecnologiche interattive, soluzioni scenografiche e ad effetto sorpresa. Un impianto evoluto, dunque, realizzato grazie al coinvolgimento di diversi videoproiettori Canon e una rete di dispositivi molto ben strutturata. Ma entriamo subito nel dettaglio di questa particolare installazione, guidati da Andrea Berti, Consulente Tecnico di ICVideopro, e Giuseppe De Vivo, Amministratore nonché Project Manager di DOC Archiviazione Documentale, la società che ha sviluppato e realizzato il progetto.



Riproduzione in scala del territorio lucano


Uno scorcio del Convento di Sant’Antonio, risalente al 1.500, dove è stato realizzato il museo.

Il progetto è stato sviluppato per realizzare il Museo MINT, Museo Interattivo Natura e Tradizioni, che oggi ha sede nel rinomato Convento di Sant’Antonio, una struttura annessa alla Chiesa di San Francesco ed edificata nel Cinquecento dai Frati Minori Riformati, nel pittoresco borgo di San Martino d’Agri (PZ). Prevede un percorso espositivo che sviluppa i temi del territorio e della cultura rurale, in modo da fornire al visitatore una visione d’insieme delle peculiarità della Val d’Agri, oltre a porsi come punto di partenza per ulteriori approfondimenti, nonché fornire gli stimoli adeguati per intraprendere una conoscenza diretta dei luoghi. «Tutto è partito da un bando pubblico per la realizzazione, nel comune di San Martino d’Agri (PZ), di un museo che esaltasse il patrimonio culturale artistico e antropologico locale – ci dice subito Giuseppe De Vivo. La nostra idea, risultata poi determinante, è stata quella di riprodurre, tramite plastici sviluppati in scala e apparecchiature multimediali, degli spaccati di questo territorio. Si parla di luoghi suggestivi della Lucania e di un’area che ospita la diga del Pertusillo. Un lago artificiale costruito a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, che vanta una capienza massima di 155 milioni di metri cubi d’acqua, circondato da distese boschive».



Cinque sale su due livelli


Per questa installazione sono stati utilizzati i proiettori Canon XEED WUX6000, da 6000 Ansi Lumen con risoluzione 1920×1200 pixel.

Per questa realizzazione sono stati predisposti diversi ambienti collocati su due livelli, due grandi sale situate al piano terra e alcune salette distribuite al primo piano del museo, per una superficie complessiva di circa 350 mq. «In ogni sala è stata allestita un’apposita sezione tematica – ci racconta Giuseppe De Vivo – ed è stato predisposto un sistema di regia per la gestione di tutte le attrezzature e la riproduzione programmata di tutti i contenuti. L’intero percorso di visita, oltre ad essere indicato da apposita segnaletica, è supportato da un’APP realizzata ad hoc che conduce l’utente con contenuti d’approfondimento e indicazioni pratiche, per una corretta fruizione dell’impianto allestitivo: vengono segnalate, infatti, le postazioni propriamente interattive e le soluzioni che richiedono l’attivazione da parte dell’utente stesso».


Diverse figure professionali coinvolte

«Sono varie le figure professionali coinvolte in questo progetto – ci confida De Vivo – a partire dal progettista e direttore dei lavori Architetto Gerardo Antonio Leon, con il quale ho lavorato a stretto contato per tutta la fase di progettazione e installazione. Le sale con i plastici sono state realizzate grazie al contributo di oltre 10 professionisti, dalla sceneggiatrice e art director Luciana Micucci, al graphic designer Enrico Greco, agli sviluppatori dei software, passando per i tecnici audio video, i web designer e il team del professore Ugo Erra del dipartimento di computer grafica dell’Università della Basilicata». Iniziamo, dunque, il percorso esplorativo attraverso gli ambienti del museo MINT, per scoprire con quali strumenti tecnologici sono state allestite le sale.


SALA A: I paesaggi dell’acqua

La prima sala è dedicata al ciclo dell’acqua, in particolare all’Invaso del Pertusillo e all’imponente diga che, realizzata negli anni ’50 ha sbarrato il corso del fiume Agri. Il lago artificiale di Pietra del Pertusillo, diventato negli anni un’oasi acquatica di rilevante interesse naturalistico, è stato interamente riprodotto, insieme al paesaggio circostante, tramite un plastico in scala 1:500 (circa m 8,00×2,50xh1,20). Non solo, questa struttura in miniatura è stata dotata di un impianto robotizzato di scarico e carico d’acqua, a ciclo chiuso. Ce lo conferma lo stesso Giuseppe De Vivo: «Abbiamo riprodotto fedelmente la diga del Pertusillo, con strade e luoghi circostanti. L’installazione è completata da un fondale animato realizzato tramite videoproiezione sulla parete retrostante il plastico».


Lo schema a blocchi dell’installazione realizzata nella sala A.

Videoproiettori in modalità edge-blending

«Nella sala dedicata ai paesaggi dell’acqua– continua Giuseppe De Vivo – abbiamo utilizzato due videoproiettori Canon XEED WUX6000 che, oltre a creare l’interno fondale, intervengono anche sul plastico stesso, evidenziandone i punti di interesse descritti da una voce narrante. Le due macchine, ciascuna da 6000 Ansi Lumen con risoluzione 1920×1200 pixel, sfruttano perfettamente l’edge-blending, caratteristica che agevola notevolmente l’uso integrato di più videoproiettori. L’ottima escursione di lente, sia in verticale che in orizzontale, ha consentito il loro posizionamento nella parte alta della parete opposta a quella di proiezione, evitando così che il raggio di proiezione potesse interferire in alcun modo con le sagome dei visitatori».


Uno dei due plastici, con fondale sul quale agiscono due proiettori Canon XEED WUX6000, riportato anche nello schema a blocchi della sala A.

L’allestimento della sala


Il plastico della sala B che ripropone un’area del territorio circostante lo stesso museo.

Il percorso al museo parte direttamente dalla sala A: una voce inattesa, attivata da un sensore di presenza, sorprende i visitatori al loro ingresso nella sala, richiamandoli al silenzio. Si tratta del personaggio guida che accompagnerà gli utenti lungo tutto il percorso espositivo: la Vecchia Quercia. Le sue parole introducono i visitatori alle tematiche proprie del percorso. 
Il personaggio della quercia si palesa visivamente tramite la proiezione della sua ombra sull’installazione Plastico/Fondale. Gli stessi videoproiettori impiegati per la realizzazione del fondale animato, consentono infatti di illuminare porzioni del plastico e di proiettarvi la silhouette della quercia, contestualmente al suo racconto. «Tutto inizia calpestando un tappeto dotato di sensori – ci conferma Giuseppe De Vivo – una sorta di passerella completa di sensori. Non appena l’utente ci poggia i piedi, tramite i sensori partono dei segnali che arrivano direttamente a due player, uno Master e uno Slave, che governano direttamente l’avvio dei contenuti tramite i videoproiettori Canon. I due player sono sincronizzati, il Master fa partire il video di destra, lo Slave quello di sinistra. Al tutto il resto pensano i videoproiettori che gestiscono in modo esemplare l’armonizzazione delle immagini restituendo loro un perfetto equilibrio cromatico». L’allestimento della sala è completato, inoltre con pannellatura info-grafica e con una teca interattiva MultiTouch Showcase HypeBox, con schermo LCD trasparente 42”. All’interno della teca è alloggiato un modello in scala di una turbina idroelettrica, del tipo impiegato nella centrale a valle dell’invaso; lo schermo consente la consultazione di contenuti 3D relativi al funzionamento della stessa turbina.


La scelta dei videoproiettori Canon

Avere a che fare con un plastico, significa non disporre di una superficie piana sulla quale proiettare le immagini, pertanto, per una resa adeguata, la proiezione ha la necessità di mantenere un’adeguata messa a fuoco. Lo sa bene Andrea Berti che evidenzia: «I video proiettori Canon utilizzati per questa installazione offrono, in una sola macchina un concentrato di funzionalità in linea con le esigenze di questa installazione. La superficie irregolare dei plastici, infatti, è armonizzata da proiettori Canon, grazie ad un’ottima messa a fuoco e una resa colorimetrica di livello. Non solo, la tecnologia Lcos permette di eliminare le righe di separazione del pixel, scongiurando così la presenza di linee di disturbo».


Lo schema a blocchi dell’installazione realizzata nella sala B.

SALA B: I paesaggi della montagna

La seconda sala, sempre al pian terreno, la cui scenografia ripropone in scala reale una fascia collinare dell’Appennino lucano meridionale, lungo il versante del Monte Raparello, compreso il paese di San Martino d’Agri e il suo territorio circostante, è stata strutturata in modo del tutto simile alla sala A. L’avvio dei dispositivi, infatti, avviene sempre tramite sensori sollecitati dal visitatore che inizia a calpestare il tappetino “sensibile” posto all’entrata.



Due momenti dei lavori in corso, dalla realizzazione al trasposto del plastico.

Due proiettori Canon, 12 metri di proiezione lineare


L’uscita del museo è accompagnata dalle proiezioni del Canon LV-WX300UST, opportunamente mimetizzato. Uno short throw compatto con risoluzione WXGA.

«La sala dedicata ai paesaggi della montagna, che conta 15 metri di larghezza e 6 di lunghezza, ospita il plastico che riproduce l’area dell’abitato di San Martino d’Agri, questa volta di larghezza pari a 12 metri e in scala 1:1000 – ci illustra Giuseppe De Vivo. La parte più alta del plastico è dotata di scala che consente l’accesso alla postazione Monte Raparello, una località realmente esistente che in natura offre una visione mozzafiato: qui, oltre ad avere una visuale sull’intera installazione, l’utente indossando un Visore 3D wireless può immergersi nella realtà virtuale, sperimentando l’emozione di un volo sulla valle con una visione a 360°. Come nella sala precedente, anche qui l’installazione è completata da un fondale animato ed illuminazione del plastico ottenuta con due videoproiettori Canon XEED WUX6000, ai quali viene applicata un’ottica più spinta. Anche in questo caso i proiettori, posizionati a 5,5m al fondale del plastico e a 6m di distanza l’uno dall’altro, agiscono in modo sincrono sfruttando in modo ottimale la funzione di edge-blending». Completano l’allestimento della sala la pannellatura info-grafica, due tavoli con monitor multitouch 42” e un sensore di presenza per l’attivazione dei contenuti relativi al personaggio guida.


SALA C: Il bottaio, la tessitrice, il mattonaio


«Il piano superiore riserva l’accesso alle altre sale del Museo – prosegue la descrizione Giuseppe De Vivo. Questa sezione, al primo piano dell’edificio, si compone di tre salette che si affacciano su un unico corridoio che restituisce, nella parete opposta, la vista di uno Skyline retroilluminato che riproduce il paese di San Martino d’Agri, sviluppato su una base di 10 metri e un’altezza di 2 metri. L’ambiente è allestito scenograficamente con arredi realistici e strumenti (originali o realizzati ad hoc) funzionanti, in modo da riprodurre l’atmosfera di botteghe artigiane: Il Bottaio, La Tessitrice, Il Mattonaio. Le indicazioni didascaliche sono fornite tramite pannellatura e soluzioni audio-video: nel corridoio, all’ingresso di ogni bottega è installato un monitor, impreziosito da cornice in legno e corredato di un pulsante per l’attivazione dei contenuti audio/video relativi alla bottega».


SALA E: Flora e Fauna

Una volta attraversato tutto il corridoio che traccia il percorso della sala c, si accede alla sala E, adornata con un tendaggio di foglie artificiali, che delimita parte della sala stessa. Qui, il visitatore può indossare il Visore 3D wireless presente e osservare la fauna del luogo, dal punto di vista di un ricercatore/naturalista, fruendo di 3 video stereoscopici. In un angolo della sala è installata la riproduzione realistica della rarissima Cicogna Nera e del suo habitat. Un tavolo con monitor multitouch 46”, invece, dotato di lettore NFC, consente di consultare contenuti relativi alla flora e alla fauna della valle, scegliendo fra varie tessere colorate l’argomento da approfondire: poggiando la tessere sul lettore, lo schermo riproduce la scheda info-grafica relativa all’argomento selezionato. 
La sala è inoltre allestita con pannellatura info-grafica ed elementi scenografici.


SALA F: Il bosco


L’effetto scenico del pavimento del corridoio, al piano superiore.

L’ultima sala di questa grande installazione, è dedicata al bosco. La sala propone un ambiente suggestivo, fatto di suoni e colori, che riproduce l’idea del bosco come luogo magico, quasi favolistico. Lungo tutta la sala sono stati installati alberi, pannelli grafici sagomati e un sistema di videoproiezione per pavimento interattivo, riproducente terriccio e fogliame. A corredo delle immagini video, un impianto audio garantisce la diffusione di un sottofondo di suoni della natura. «La sala è suddivisa in 3 sezioni tematiche – conclude Giuseppe De Vivo – così rappresentate: 
– Rumori e Suoni del bosco: un monitor touch consente all’utente di selezionare e riprodurre una specifica voce del bosco: vento, pioggia, versi di animali. L’attivazione dei contenuti audio selezionati non invalida la diffusione audio di backround nelle altre sezioni tematiche. 
– Muschi: piccole nicchie accolgono campioni di terra, cortecce e muschi, corredati da didascalie. 
– Luci e Ombre: l’uscita dalla sala coincide anche con la fine del percorso museale. Qui è installata una tenda a fili per videoproiezione, attraversabile. La Vecchia Quercia, proiettata sulla tenda tramite un videoproiettore Canon LV-WX300UST, uno short throw compatto con risoluzione WXGA, congeda i visitatori invitando gli stessi a proseguire il viaggio visitando di persona i luoghi unici dell’incantevole valle dell’Agri». 



Lo schema a blocchi dell’installazione realizzata nella sala F.



Si ringraziano per la collaborazione: 

Giuseppe De Vivo – www.doconline.it 

Andrea Berti – www.icvideopro.com 

Università della Basilicata – www.portale.unibas.it 

Canon – www.canon.it