L’offerta di Astra Connect ha raggiunto una tale convenienza da essere appetibile anche al mercato degli utenti evoluti consumer, oltre al mondo Soho e business. Con il prossimo satellite è in arrivo anche la Banda Ka.

Il mercato richiede sempre più connettività satellitare, le performance migliorano e i costi d’abbonamento sono così competitivi da essere comparabili all’ADSL terrestre o ai servizi mobili.
SES, nei piani di sviluppo dei servizi broadband ha in programma il lancio di un nuovo satellite, l’Astra 2E posizionato a 28,2° est, capace di utilizzare la banda Ka. Ne abbiamo parlato con Antonio Bove, Sales Director Italy di SES Broadband Services (SBBS).
«L’offerta broadband Astra Connect per la fine dell’anno – esordisce Antonio Bove – si rafforzerà ancora di più: è in arrivo il nuovo satellite Astra 2E che sfrutterà la banda Ka per garantire costi ancora più competitivi, migliori performance e un terminale più evoluto, prodotto da Gilat; in pratica lo stato dell’arte della tecnologia disponibile oggi sul mercato. Inoltre, la banda Ka consente di configurare reti più innovative. Offriremo diverse opzioni d’abbonamento con velocità di picco in download da 10 a 20 Mbps e in upload fino a 2 Mbps, con volumi di traffico diversi. Ovviamente i nostri abbonati, se interessati, non appena il satellite sarà operativo potranno migrare dal profilo in Banda Ku a quello della Banda Ka”. Prosegue Antonio Bove: “Le offerte satellitari per il collegamento a internet sono del tutto simili, dal punto di vista della FUP, Fair Use Policy, alle offerte ADSL terrestri. Via satellite viene garantita una velocità massima e un corrispondente volume di traffico; superato quest’ultimo la velocità viene ridotta per garantire comunque l’accesso al servizio, a prestazioni minime. La stessa cosa accade sia con l’ADSL sia con le reti 3G, si tratta di un aspetto fisico in quanto il peak speed è funzione lineare delle distanza dalla cella o dal nodo e dalla congestione della rete. Il satellite, però, rispetto all’ADSL ha un grande vantaggio: serve tutti i propri abbonati con le medesime prestazioni, senza essere condizionato dal luogo in cui si trovano. L’ADSL, invece, è subordinata dalla distanza a cui l’abbonato si trova dalla DSLAM: maggiore è questa distanza e inferiori saranno la velocità con le relative prestazioni. Sono numerosi i casi in cui questa velocità cala drasticamente. Per questo il satellite è più efficace e performante».


Digital divide e nuovi mercati

«Secondo noi – prosegue Bove – il digital divide non si potrà risolvere con le strategie oggi in atto. Le infrastrutture terrestri sono in fase di potenziamento, vi sono investimenti in atto per potenziare la rete in fibra ottica, ma tutte queste belle cose riguardano le grandi città e le aree ad alta densità di popolazione. Nelle aree rurali ed ora sub-urbane, invece, dove la popolazione presente è scarsa, non è economicamente giustificato il potenziamento delle reti. In pratica, chi poteva accedere in passato ad una buona linea sarà messo in condizione di aumentare la velocità; ma chi non veniva raggiunto dal segnale continuerà ad avere problemi. E le zone rurali saranno sempre più lasciate sole, a meno che non si utilizzi il satellite. Il vantaggio del satellite è chiaro: lo sviluppo dell’infrastruttura di rete viene demandato all’operatore satellitare. La rete satellitare è costituita da satelliti in orbita che vengono rinnovati periodicamente e garantiscono la copertura su tutta l’area del footprint. Non appena un satellite viene messo in orbita, all’istante tutta l’area del footprint viene raggiunta dai servizi. E quest’area comprende tutti: le zone urbane, suburbane e rurali».
Alla luce di questo trend si sta allargando il mercato indirizzabile dei servizi internet via satellite. «Prima il nostro principale mercato in Europa era quello delle aree rurali – ci spiega Bove. Oggi si sta allargando alle zone suburbane dove, con l’ADSL a volte si fatica a superare velocità di 2/4 Mbps: con l’offerta Astra Connect a 20 Mbps offriamo performance e prezzi comparabili con l’ADSL».

Antonio Bove, Sales Director Italy di SES Broadband Services (SBBS)
Il lancio di Astra 2E avverrà a bordo del vettore Proton; il decollo è previsto in autunno

La più grande rete per le utility

Astra Connect è stato introdotto sul mercato nel 2007. Da allora il kit è stato continuamente migliorato e oggi, l’ultima versione sviluppata da Gilat consente l’installazione facilitata per l’utente finale. Questo aspetto è importante per tre motivi: per la sicurezza, per la possibilità di eseguire l’installazione senza l’aiuto di un collaboratore e per rendere più rapide le tempistiche di lavoro. Le installazioni sono in aumento e la tecnologia deve venire in aiuto al lavoro dell’installatore. «Ad esempio – conclude Antonio Bove – SES si è aggiudicata la gara del GSE per monitorare via satellite tutte le stazioni di produzione di energia rinnovabile presenti sul territorio nazionale: dal fotovoltaico alla biomassa, dall’idroelettrico all’eolico. Stiamo realizzando una rete, la più grande in Europa: ad oggi abbiamo effettuato 2.500 installazioni ad altrettanti siti di produzione; prevediamo di arrivare a 4.500 entro il prossimo marzo. Questo progetto, per chi lavora nel segmento delle utility, viene considerato come un riferimento mondiale. Il prossimo passo è l’integrazione di questa rete nel cloud, così da poter accedere, via smartphone o tablet, a tutti i dati elaborati con terminali iOS oppure Android e monitorare in tempo reale siti e postazioni, valutare la produzione di energia e lo stato della sicurezza con sofisticati sistemi di videosorveglianza».


Il progetto Saber

SES Broadband Services partecipa al progetto Saber, finanziato dalla Commissione Europea, per abbattere il Digital Divide. Il progetto sta studiando soluzioni alternative e complementari alle reti terrestri, in quelle zone dove la densità di popolazione non giustifica gli investimenti. Fra le iniziative avviate con questo progetto, è significativa quella effettuata in Francia. In quel paese è stata condotta una sperimentazione per sostenere un modello a basso costo per l’utenza collegata a internet via satellite nelle zone dove la rete terrestre non è disponibile. In questa esperienza lo Stato ha finanziato il costo del terminale e parte dell’abbonamento, attraverso voucher dedicati. Il rientro dall’investimento è stato ottenuto accedendo in modo intelligente ai fondi europei destinati alle nuove tecnologie. Nella sostanza questa sperimentazione ha confermato un risparmio superiore al 50% sul TCO (total cost of ownership), oltre al fatto di poter raggiungere un numero molto ampio di utenti in tempo reale.
Il progetto Saber intende dimostrare che, con il satellite, si ottengono tempi rapidi di attuazione e condizioni economiche vantaggiose perché si evita il dispiego di una rete terrestre, caratterizzata da costi elevati e tempi dell’ordine di anni.