Rispetto all’edizione 2012, l’incremento è del 2,5%. Una manifestazione determinante per cogliere i trend dei mercati, sempre più orientati alle soluzioni. Centinaia le sessioni formative dedicate agli integratori.

Con 937 espositori InfoComm13 si conferma una manifestazione di riferimento per l’intero comparto AV PRO. Una manifestazione che delinea al visitatore più attento preziose indicazioni sui trend di mercato e offre momenti di aggiornamento professionale di alto spessore.
Quest’anno sono state centinaia le sessioni formative organizzate dall’associazione, due terzi delle quali sono risultate inedite. Inoltre, a corredo dell’evento, manifestazioni come il Projection Summit hanno consentito di formulare un quadro completo sull’evoluzione tecnologica del settore. A Orlando, città che ha ospitato InfoComm13, ben 237 professionisti dell’installazione hanno conseguito la certificazione CST, 25 hanno superato gli esami CST-D e in 14 hanno ottenuto le credenziali CST-I. Numeri che testimoniano un maggiore coinvolgimento di professionisti verso un mercato che, come dimostrano anche i dati globali, delinea una crescita lenta ma costante, capitanata dai paesi del BRIC che ne trainano lo sviluppo. Puntando gli occhi alla prossima edizione, InfoComm14 si terrà a Las Vegas, dal 18 al 20 giugno, con le sessioni formative e gli eventi complementari che inizieranno il 14 giugno.


Il mercato globale

Quest’anno InfoComm13 ha evidenziato il ruolo sempre più importante dei videoproiettori nel nostro mercato. La videoproiezione nel suo complesso ha catalizzato l’attenzione degli addetti ai lavori, così come lo era stato per i monitor, nel passato biennio, che avevano conquistato la scena con la crescita in dimensioni, luminosità e applicazioni.
Ecco alcuni tra i principali motivi che hanno determinato questo trend. È del 2010 il primo videoproiettore (Casio) che utilizza come corpo illuminante la sorgente Laser+Led, differente dalla classica lampada ad incandescenza. Da lì in avanti, la tecnologia si è evoluta e altri costruttori hanno sviluppato modelli ibridi, piuttosto che solo Led oppure solo Laser. Nuovi modelli sono attesi per la fine di quest’anno e potremmo vederli al prossimo ISE. In ogni caso, queste tecnologie stanno maturando per diffondersi e sostituire nel tempo le soluzioni tradizionali.

L’edizione 2013 di Projection Summit, organizzata nei due giorni precedenti l’apertura di InfoComm13. Nella foto Chris Chinnock di Insight Media

Le tecnologie alternative

A Projection Summit , la società Wavien ha presentato una soluzione basata su una pompa peristaltica per il raffreddamento dei fosfori posti all’interno di un liquido

Attualmente, le tecnologie sembrano assumere le seguenti posizioni: i videoproiettori Led sono destinati ad ambienti per lo più oscurati, ad esempio per l’Home Cinema, oppure come sorgente di luce nei proiettori di dimensioni davvero ridotte. La qualità del Gamut è rilevante, così come il rapporto di contrasto. Difettano, però, per la ridotta luminosità, nonostante negli ultimi due anni sia cresciuta.
Non viene assicurata la possibilità di una sua crescita significativa nel breve periodo: l’industria dei Led, per il momento, ha deciso di dedicare le sue risorse di ricerca e sviluppo ad altre applicazioni come l’illuminazione domestica, commerciale e automobilistica.
Per incrementare la luminosità complessiva si è scelto così di sviluppare soluzioni ibride, Laser+Led, dove il laser viene utilizzato per generare luce blu e, soprattutto, verde, la componente maggiormente responsabile della luminosità complessiva. In questo caso, ad una maggiore luminosità corrisponde una resa cromatica meno precisa, adatta ad applicazioni dove alla componente colore non è richiesta una fedeltà cromatica tipica di un’applicazione Home Cinema. Le prestazioni di questa soluzione, però, sono in continuo miglioramento: per fine anno sono attesi nuovi engine ottici (Casio, Panasonic) che, si dice, saranno significativamente più performanti. La luminosità ha raggiunto valori di circa 4mila lumen ANSI, ma anche per questo parametro è destinata a crescere in futuro.
L’ultima proposta, anche in ordine di tempo, riguarda l’illuminazione totalmente Laser. Il primo modello è un Sony, esposto all’InfoComm13, è accreditato di una luminosità colore di 4mila lumen ANSI e viene realizzato con un sensore 3LCD.


La soluzione Laser

È stato un argomento molto dibattuto durante il Projection Summit, dove è stato possibile comprendere meglio le posizioni dell’industria: dai produttori di Laser a quelli degli engine ottici; dall’aspetto normativo ai vari campi di applicazione, in funzione dei vantaggi conseguenti.
Partiamo dall’industria della componentistica: i diodi laser sono utilizzati da decenni in ambito militare, medico e per altre applicazioni professionali. La tecnologia, quindi, è ben consolidata. Però il costo e la costanza delle prestazioni appartengono ad un mondo di nicchia, dalle logiche quasi artigianali, ben diverso dalla produzione in serie alla quale sono soggetti i videoproiettori. Inoltre, gli engine ottici basati sul laser nonostante assicurino un risparmio energetico considerevole in termini energetici, hanno la necessità di poter dissipare il calore prodotto. Quindi, una cosa è raffreddare una lampada ad incandescenza e un’altra è dissipare il calore di un diodo laser. L’aspetto relativo alla sicurezza, in questo caso, è più che mai determinante.
Per questo motivo si è deciso di percorrere due strade diverse, a seconda che il videoproiettore sia dedicato all’ambito Cinema piuttosto che domestico o commerciale. Nel primo caso la soluzione che dovrebbe sostituire nel tempo i proiettori delle sale cinema risulterebbe quella del full laser, dove verrebbero impiegati tre diodi laser (RGB) come sorgente luminosa da inviare direttamente al sensore d’immagine. Le regole sul fronte della sicurezza sarebbero piuttosto stringenti, con schermature rigorose, non difficilmente praticabili in un locale di proiezione situato all’interno di un cinema. Il vantaggio che ne deriverebbe sarebbe duplice: qualità migliore, la triade laser offrirebbe una fedeltà cromatica ben più performante rispetto alla miglior lampada tradizionale e, soprattutto, il risparmio energetico: oggi un proiettore cinema dissipa in calore più dell’80% dell’energia consumata; con la tecnologia laser questo valore scende di molto, dal 30% in su. Una prestazione ancora più conveniente in modalità 3D.
Per i videoproiettori domestici e per quelli utilizzati in ambienti pubblici o negli uffici, invece, è in fase di sviluppo una soluzione che impedisce al raggio laser di raggiungere direttamente il sensore d’immagine. Questa soluzione prevede la presenza di una ruota di fosfori, che genera luce bianca oppure la triade RGB, capace di riflette la luce generata dal raggio laser blu, lo stesso utilizzato nei player Blu-ray. Ciò semplifica i rischi e rende più agevole affrontare il fattore sicurezza perché l’utilizzo del laser blu è regolamentato da una normativa di riferimento.


Le applicazioni più innovative

Gli scenari più avanzati disegnano ambienti dove i display, nelle loro declinazioni, occuperanno una porzione significativa se non assoluta della superficie. Le concessionarie di autoveicoli, ad esempio, saranno arredate con display che riempiranno le pareti intere, compreso il soffitto e il pavimento, quasi a simulare un ambiente virtuale dove visualizzare qualunque personalizzazione del modello presentato al potenziale cliente.
Anche per i videoproiettori si preannunciano soluzioni fortemente innovative, grazie alla funzione di video mapping che consente di ritagliare l’immagine proiettata in funzione della sagoma della superficie alla quale sono destinate. Ovviamente, non parliamo di immagini tradizionali proveniente da un tuner o da un player ma di luce ambiente, immagini statiche oppure animate, che potrebbero trasformare una stanza o un ufficio a seconda del suo utilizzo, anche nelle diverse ore della giornata. Uno strumento particolarmente caro agli interior design, dall’utilizzo universale, sia in ambienti domestici e residenziali oppure commerciali, pubblici o privati.
La luminosità dei videoproiettori sempre più efficiente, il consumo ridotto e la fedeltà dei colori in costante aumento potrebbero diventare strumenti determinanti per queste applicazioni. La risoluzione Ultra HD contribuirà efficacemente alla qualità delle soluzioni architettoniche, sempre più orientate all’utilizzo della tecnologia come valore aggiunto. Diventa così determinante adottare nei progetti in corso l’infrastruttura di distribuzione dei segnali già compatibile con profilo 4K, ancora di più oggi che la recente versione dello standard HDMI, la 2.0, ha definito le specifiche relative.


Il CLO, Color Light Output

Il percorso che la luce generata dal laser blu compie per arrivare all’obiettivo di proiezione. L’immagine si riferisce al Sony VPL-FHZ55 presentato a InfoComm13

La luminosità di un videoproiettore, soprattutto per i modelli da utilizzare in ambiti diversi dall’Home Cinema, gioca un ruolo importante. Per questo, è stata definita anche la luminosità dei colori (Color Light Output) in aggiunta alla luminosità del bianco.
Il parametro CLO rappresenta uno standard di riferimento che indica l’efficienza dei videoproiettori nella riproduzione dei colori. Durante InfoComm13 si è dibattuto come questo parametro risolti elevato nei modelli dotati di 3 elementi d’immagine, come 3LCD, LCoS e 3 chip DLP, al pari del parametro che indica la luminosità del bianco e, invece, si riduca significativamente nei modelli single chip DLP. Una prestazione importante, soprattutto in ambienti luminosi.


Space Shuttle Atlantis & Projectiondesign

All’interno del Kennedy Space Center, lo scorso 29 giugno è stata inaugurata una nuova attrazione dedicata allo Space Shuttle Atlantis, protagonista per un trentennio dell’attività spaziale americana. Su una superficie di oltre 8 mila mq. attorno alla navetta Atlantis, situata al centro della sala e posizionata a dieci metri d’altezza, è stata realizzata una presentazione multimediale allo stato dell’arte, composta da oltre 60 aree interattive con simulatori audio video, per offrire al visitatore i dettagli di tutte le 33 missioni di Atlantis, comprese quelle dedicate al telescopio Hubble.
Nell’area pre-show sono stati installati 4 videoproiettori Projectiondesign F35 che proiettano in edge blending un’immagine elaborata da 4 media server Delta (uno per ogni videoproiettore).
Nell’area centrale, invece, dove è presente anche la navetta Atlantis, sono in funzione 16 videoproiettori F32, in configurazione edge blending a gruppi di quattro, che proiettano immagini da1920x1080 pixel all’interno di ognuno dei quattro archi posti lungo il perimetro. Per ulteriori informazioni:
www.projectiondesign.com


David Labuskes: le attività di InfoComm

Ad InfoComm13 per David Labuskes è stata la sua prima volta come Executive Director e CEO. InfoComm International è stata fondata nel 1939 e conta oltre 5 mila membri, fra costruttori, system integrator, rivenditori e distributori, consulenti indipendenti, programmatori, società di rental & staging, ecc. Lo abbiamo intervistato per approfondire le attività organizzate e le prospettive future.

Quali peculiarità contraddistinguono InfoComm International?
«InfoComm International è un’associazione specializzata nella formazione tecnologica; oltre ai corsi offre ai propri associati risorse di business importanti come le ricerche di mercato e gli standard AV. Il tutto avviene online oppure in aule attrezzate, presso strutture esterne o nelle nostre sedi. Con McGraw-Hill pubblichiamo libri che divulgano la tecnologia AV e offriamo ai professionisti del settore la possibilità di conseguire individualmente la Certificazione entry level CTS, Certified Technology Specialist. Si tratta dell’unica certificazione dedicata all’audiovisivo accreditata ANSI e riconosciuta dallo standard internazionale ISO/IEC 17024».

Come è strutturato il piano formativo?
«Oltre alla CTS, vi sono due livelli avanzati di certificazione: la prima si chiama CTS-D, Certified Technology Specialist-Design per progettisti, e la seconda CST-I dedicata a system integrator e installatori. Sono proprio questi ultimi che hanno bisogno di maggiore conoscenza ed esperienza. Questa certificazione permette ai singoli professionisti di distinguersi e dimostrare che posseggono un grado superiore di formazione. Inoltre, abbiamo anche un programma di certificazione per singoli professionisti o per le aziende denominato Certified Audiovisual Solutions Provider, sviluppato su tre livelli. Inoltre, abbiamo appena completato un processo di razionalizzazione che ha ridotto a due sole categorie i membri: quella del singolo associato e quella aziendale, che comprende tutti gli impiegati della singola azienda. Gli integratori, i distributori e i produttori, i rivenditori possono iscriversi anche come azienda».

La qualità delle prestazioni offerte: cosa ne pensa al riguardo?
«InfoComm International è accreditato dall’ANSI, American National Standards Institute, per lo sviluppo degli standard. In questo ruolo stiamo lavorando alle prestazioni offerte dai professionisti del nostro settore, funzionali alla misura delle loro performance. Sono numerose le aziende che vogliono dimostrare ai propri clienti di aver fatto un buon lavoro, spesso i clienti non conoscono la loro bravura, la loro qualità. Si tratta di un processo da utilizzare per misurare la qualità: considera 162 aspetti diversi di un progetto con l’obiettivo di fornire le prove che le richieste del committente sono state soddisfatte. É stato sviluppato come un Best Pratices Process».

Veniamo alle manifestazioni: InfoComm è in crescita…
«Fra le attività che organizziamo vi sono anche le fiere. Un ulteriore contributo al mercato, per aiutarlo a crescere. Per esempio, ad InfoComm13 abbiamo definito lo slogan: connect, collaborate e comunicate. É un ambiente entusiasmante: ci si confronta e ognuno può trovare la soluzione ai propri quesiti. I visitatori hanno l’opportunità di incontrare oltre 900 diversi espositori durante i tre giorni della manifestazione. Non esiste un modo più veloce ed efficiente di questo, nemmeno utilizzando internet. Infocomm sta crescendo negli USA, i numeri dei membri anche. L’ISE di Amsterdam segue un trend medesimo: ogni hanno stabilisce il record dei visitatori».

Un modello da esportare ovunque?
«Stiamo lavorando perché tutto ciò di cui le ho parlato, ossia le attività di formazione, le certificazioni, le ricerche di mercato e così via desideriamo che diventino globali. Stiamo investendo in questa direzione: i materiali didattici devono essere realizzati nella propria madre lingua, altrimenti non servono. Si tratta di un lavoro enorme, il mondo è grande, ci sono numerosi Paesi e tante lingue. Per esempio, solo in India vengono parlate 67 lingue. Sento che questa è la nostra sfida principale».


Wim Buyen: Barco e Projectiondesign

Barco è un brand di riferimento in diversi mercati: dalle sale di controllo alla simulazione e alla realtà virtuale, dalla difesa all’industria aerospaziale e al settore sanitario, dai media all’intrattenimento e al cinema digitale. Con l’acquisizione della norvegese Projectiondesign, l’offerta si è ulteriormente consolidata. A InfoComm13, Projectiondesign si è presentata con un proprio stand, quasi a sottolineare l’importanza della sua identità, condivisa dalla stessa Barco. Abbiamo intervistato Wim Buyens, senior Vice President Entertainment Division: la sua divisione sta gestendo l’integrazione delle attività di Projectiondesign.

Come procede l’integrazione?
«Barco opera in diversi mercati, con un comune denominatore: la visualizzazione. Quando ci si trova di fronte ad un’integrazione del genere, con due realtà di questo calibro, bisogna creare una nuova visione comune che mantiene distinto il percorso delle due aziende. Non bisogna correre il rischio che una delle due società debba nutrire l’altra, oppure prenderne il sopravvento. Questo messaggio deve passare sia all’interno che all’esterno. La visione comune crea sinergie, ma ogni azienda deve segnare la propria storia, l’identità di ognuna deve mantenersi forte, con un proprio brand: ritengo che questo sia un punto importante, da tutelare e rispettare».

A breve, quali saranno le prime innovazioni?
«Durante il primo anno manterremo i due brand con i rispettivi siti web, anche se ciò rappresenta un costo. In seguito, il sito sarà unico: non vogliamo confondere i nostri clienti, ai quali dobbiamo far capire che l’organizzazione è una, così come lo sarà la forza vendita. Riguardo al brand, avremo tempo per decidere, sarà un’operazione da compiere a lungo temine. Abbiamo eseguito uno studio per essere confortati sulle decisioni da prendere sui marchi e sul posizionamento dei relativi prodotti. Quando si effettua un’acquisizione il rischio di perdere valore è reale. Sappiamo che i nostri clienti sono più sensibili alla tipologia del prodotto, alla qualità del servizio, alle prestazioni. Credo che i fattori critici siano soprattutto i prodotti e l’organizzazione del personale; i discorsi legati al brand coinvolgono maggiormente il consumatore finale».

Come sarà composta la gamma dei prodotti?
«Fra i videoproiettori credo ci sia molta complementarietà; probabilmente su una cinquantina di modelli in totale, soltanto un paio si sovrappongono. Ovviamente, se la gamma si espande avremo bisogno di una forza vendita adeguata, così come crescerà il portafoglio per i nostri partner. Insomma, aggiungendo competenza a tanta tecnologia, possiamo avviare un processo di crescita importante. Il nostro desiderio è realizzare proiettori unici per il mercato e crediamo che questo aiuterà i nostri integratori a differenziarsi maggiormente. Distinguersi per far crescere il business con prezzi e soluzioni premium: credo sia la direzione giusta. È quello che deve fare una società del calibro di Projectiondesign».

E la collaborazione con i system integrator?
«Il nostro successo è legato alla collaborazione con i nostri partner e i system integrator. Noi sviluppiamo tecnologia e portiamo valore aggiunto, loro propongono al mercato la soluzione più appropriata. Però, dobbiamo conoscere le esigenze dell’utente finale, per noi è importante capire entro quali confini si muove, anche se non vendiamo direttamente a lui. Per essere venduto il prodotto deve avere le giuste caratteristiche, e non è facile farlo».

Quale rapporto con il mercato Home Cinema?
«Si tratta di un mercato difficile e Projectiondesign può dare un importante contributo, abbiamo uno share del 45%. Rispetto a una dozzina di anni fa godiamo di una posizione migliore: è venuto il tempo di guardare all’Home Cinema in modo differente, da un’angolazione migliore, cogliendo quali emozioni la gente vuole provare durante la visione. Sarà un lavoro importante da sviluppare con i partner del mercato».