Può essere considerata una vera e propria matrice passiva dei servizi: in entrata abbiamo le fibre ottiche di ciascun operatore TLC e in uscita le fibre ottiche dirette a ciascun appartamento, che terminano nella STOA.

Iniziamo dal luogo dove è presente il CSOE: deve essere un vano tecnico in grado di ospitare anche il ROE, il ripartitore ottico dell’operatore di TLC, che collega la rete esterna a quella interna all’edificio. Nello stesso vano tecnico dell’edificio, si trovano sia il CSOE che uno o più ROE, in funzione del numero di operatori presenti. 
Al CSOE, le fibre ottiche in partenza che termineranno nella STOA di ciascun appartamento, vengono collegate con bretelle ottiche alle prese ottiche del/dei ROE (operatori TLC). Quest’ultimo è una sorta di matrice che distribuisce i servizi TLC richiesti da ciascun condòmino. Per servizi TLC si intendono, oltre al tradizionale telefono, la connettività a banda ultra-larga e i servizi di OTTV. 
Infine, il CSOE può prevedere un numero di funzionalità variabili: un aspetto sul quale i costruttori edili potranno far leva per dare valore agli appartamenti, interpretando il concetto di sistema “‘a prova di futuro’.



Quante fibre ottiche

La Guida CEI 306-02 consiglia una predisposizione d’impianto dove sono presenti almeno quattro fibre ottiche, due delle quali terminate con connettori SC-APC (CEI EN 50377-4-2). 
Le ragioni sono diverse, tutte legate ad una visione di prospettiva: quando si progetta un impianto di comunicazione elettronica, per il costo marginale irrisorio conviene prevedere più fibre ottiche, per back-up e per meglio suddividere e distribuire i vari servizi. Nel caso delle quattro fibre ottiche, due verrebbero dedicate ai servizi a banda ultra-larga (provenienti dal sottosuolo) e le altre due ai servizi ricevibili dal tetto TV e Internet).

Gli splitter contenuti nella CSOA sono PLC, di tipo professionali.

Da cosa è formato

Uno CSOE è composto da più pannelli di interconnessione, dove ogni unità immobiliare avrà dedicate almeno due fibre ottiche, da attivare anche in momenti successivi alla messa in funzione dell’impianto. 
Inoltre, il CSOE dovrà garantire anche il collegamento allo spazio tecnico presente nel sottotetto dell’edificio, punto di raccolta dei servizi ricevuti via etere (provenienti dai ponti radio o da satellite). 
Nello specifico, ogni linea che dal CSOE raggiungerà l’unità abitativa dovrà essere completa di bussola numerata in sequenza, associata alla tipologia di servizio distribuito. È richiesta la compatibilità delle fibre da 250 e 900 micron. 
Un altro aspetto importante riguarda la sicurezza: la protezione meccanica di tutti gli elementi che compongono la predisposizione dell’impianto in fibra dovrà essere realizzata per evitare danni accidentali oppure la rottura dei cavi: è fondamentale evidenziare che un cavo di fibra ottica, se viene tagliato quando trasporta un segnale, può rappresentare un pericolo: guardando all’interno della fibra attiva (quella dal quale proviene il segnale trasmesso) si possono riportare danni permanenti alla retina.


Da Tenere Presente

• Le caratteristiche meccaniche del CSOE possono condizionare la funzionalità, migliorando o peggiorando le prestazioni; 
• Il cablaggio che collega il ROE allo CSOE deve essere protetto da manomissioni, danni volontari e involontari; 
• È richiesta la compatibilità delle fibre ottiche da 250 e 900 micron 
• Le fibre devono essere terminate con connettori SC-APC (CEI EN 50377-4-2).