Un’intervista al presidente nazionale del Gruppo Antennisti Elettronici, eletto di recente, per conoscere il suo pensiero e il programma di lavoro elaborato per il suo mandato.

«Sono un appassionato di questo settore e posso senz’altro affermare che mi sento un radiotecnico nel sangue – dichiara Claudio Pavan, appena eletto presidente nazionale del Gruppo Antennisti Elettronici. Da ragazzo ho iniziato ad usare una vecchia radio a galena, che tutt’ora posseggo, e da lì è nato il mio interesse alla materia. Mi hanno sempre affascinato le onde elettromagnetiche. Ho iniziato a imparare da autodidatta; questo non deve però far pensare che io dia poco peso alla formazione, al contrario: sono un profondo sostenitore dello studio e non ho dubbi che la professionalità passi soprattutto dalla crescita culturale, sia tecnica sia umanistica, dettata da un aggiornamento costante e continuo. È vero, infatti, che l’artigiano, oltre a saper lavorare con le mani, deve essere capace di usare anche la testa. Io ho iniziato a lavorare come radiotecnico a Desio, presso la Magnafon che produceva radio e televisori. Lavoravo di giorno e studiavo la sera, un impegno doppio durato tre anni, fino al superamento dell’esame. L’intenzione, ovviamente, era quella di superare anche il successivo esame per diventare perito, dopo ulteriori due anni di studio; però mi sono fatto prendere dal contesto lavorativo, da una promozione ad un incarico di responsabilità con relativo aumento di stipendio, dall’amore per quella che oggi è mia moglie, e alla fine, con mio grande rammarico, ho mollato. Quelli erano anni, infatti, nei quali il mercato dei televisori viaggiava in modo spedito e chi aveva un mestiere viveva nella consapevolezza che il lavoro sarebbe durato tutta la vita. Infine, nel lontano 1979, mi sono messo in proprio. Pensandoci ora, posso dire di aver vissuto tutta l’evoluzione della televisione, dalle valvole alla tv a colori, dal satellite al digitale terrestre».


Gli inizi in Confartigianato

«Quando ho iniziato con la mia attività in proprio mi sono iscritto a Confartigianato – prosegue Claudio Pavan. Nell’associazione Provinciale di Como. Il presidente di allora, Arturo Vernizzi, era attivissimo nell’organizzare corsi e seminari per il settore antennisti. All’epoca ho avuto la fortuna di partecipare a corsi per la ricezione da satellite tenuti dall’ing. Parenti, la cui passione per il settore trasmetteva voglia di imparare e di fare. Inizialmente partecipavo alle riunioni dell’Associazione, insieme a tanti miei colleghi; dopo qualche anno durante il rinnovo delle cariche, ho offerto la mia disponibilità ad entrare nel consiglio di categoria. Devo sottolineare l’importanza che Confartigianato ha nel creare opportunità di informazione e formazione per gli artigiani. Il mio impegno in associazione è stato sempre più apprezzato fino a far propendere i colleghi nella scelta di eleggermi presidente della categoria Elettrici-Elettronici di Confartigianato Como. A seguire, sono stato eletto presidente del Gruppo Regionale Antennisti Elettronici di Confartigianato Lombardia, con un impegno forte anche nel direttivo Nazionale fino a diventare Presidente Nazionale».

Claudio Pavan

L’impegno al CEI

«Durante una fiera- ci racconta Pavan – ho conosciuto il presidente nazionale di Confartigianato Luciano Mattozzi e proprio in quella occasione, riflettendo in merito alle problematiche del settore, a cominciare dalle protezioni da scariche atmosferiche, fino agli aspetti relativi agli spazi installativi, si decise di scrivere delle osservazioni al testo della Guida CEI 100-7 che in quei giorni era in inchiesta pubblica. Le osservazioni produssero il coinvolgimento nei comitati CEI. La decisione di Confartigianato, motivata dalla consapevolezza che la partecipazione degli artigiani nella stesura di Guide che forniscano la chiave interpretativa delle Norme sia fondamentale per la categoria, fu di chiedermi di partecipare attivamente nei comitati 100, 306 e nel sottocomitato 100D che si occupa specificamente delle Norme per gli impianti d’antenna. Devo riconoscere che al CEI non ho trovato grandi difficoltà, credo di poter affermare che la filosofia degli spazi installativi per gli impianti di comunicazione sia divenuta parte integrante della cultura della regola dell’arte, una sorta di condizione fondamentale, pena il rischio di non poter assicurare la regola d’arte come definita dalle Norme Tecniche. Nell’ambito del CEI sono stato chiamato a tenere seminari e corsi, attualmente come rappresentante di Confartigianato ricopro l’incarico di segretario del SC 100D».


Un chiodo fisso

«L’impegno in Confartigianato continua- conclude il suo racconto Claudio Pavan – per arrivare ad ottenere che gli spazi installativi per gli impianti di comunicazione (TV, telefono e dati) non siano solo raccomandati nelle Guide ma anche imposti dalle leggi. Infatti dovrebbe risultare evidente che, affinché sia effettivamente attuato in pieno il diritto definito dall’articolo 21 della Costituzione Italiana, sono necessarie condizioni installative che consentano al cittadino di poter accedere – senza condizionamenti- ad ogni tipologia d’impianto per le comunicazioni. Prima ancora dell’impianto vero e proprio è importante che venga predisposta un’infrastruttura che consenta non solo la realizzazione di impianti, ma che ne agevoli la manutenzione e soprattutto che permetta di ampliare, rinnovare, integrare soluzioni tecnologiche che potrebbero in futuro veicolare servizi di comunicazione. Spazi installativi con tali caratteristiche risulterebbero vantaggiosi anche per noi installatori, infatti sono ancora troppi i casi in cui non si possono soddisfare le richieste dei clienti a causa delle condizioni installative che rendono eccessivamente onerosi se non impossibili gli interventi. Non mancherà anche l’impegno per rivalutare la figura dell’antennista che è chiamato ad occuparsi di tutte le tipologie d’impianti per la comunicazione, cioè la gestione dei segnali distribuiti su cavo coassiale, cavo a coppie e cavo in fibra ottica. Devo sottolineare che gli esiti risulteranno direttamente proporzionali all’impegno che ci metteremo io ed i colleghi del direttivo aiutati dai funzionari di Confartigianato ma, anche al sostegno che deriverà dai colleghi artigiani che, riconoscendo il valore aggiunto che deriverebbe loro, vorranno seguire da vicino l’associazione Confartigianato».


I riferimenti

Il direttivo Nazionale di Confartigianato Antennisti Elettronici è formato da cinque presidenti regionali che restano in carica per 4 anni:
– Claudio Pavan (Lombardia)
– Maurizio Leoni (Veneto)
– Emidio Osti (Trentino Alto Adige)
– Renato Dalmasso (Piemonte)
– Luciano Mattozzi (Umbria)

Per contattare la segreteria Nazionale:
Raffaele Cerminara
00184 Roma Via S. Giovanni in Laterano, 152
Tel. 06 70 374 329 – Fax 06 77 260 735

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