La distribuzione dei programmi TV in hotel e, in generale, nelle strutture hospitality pone l’installatore di fronte a problematiche legate alla banda disponibile, non sempre di dimensione adeguata. La soluzione DVB-C.


Per una struttura hospitality la disponibilità dei programmi televisivi rappresenta un argomento di grande attenzione e appeal: maggiore è il numero e migliore la varietà.

Se pensiamo che l’offerta proveniente via satellite sommata a quella terrestre e ad eventuali altre fonti video che vengono aggiunti in centrale, come DVD, hard disk/chiavette USB multimediali per video promozionali e informativi offre una scelta piuttosto importante, per contro diventa sempre più difficile per l’installatore trovare spazio nella banda televisiva per farci stare tutti quei programmi che la committenza richiede. Senza contare che la transmodulazione di un transponder sat in un mux terrestre, toglie qualità o quantità ai programmi stessi.

Questa problematica, però, ha una soluzione che si chiama DVB-C. Vediamo come.


DVB-C, ancora poco utilizzato in Italia

La quasi totalità dei decoder e televisori DVB-T dedicati alle strutture hospitality ha la possibilità di ricevere segnali in DVB-C, pertanto è possibile sfruttare i vantaggi di questo standard, vantaggi di non poco conto.

Il DVB-C è uno standard di trasmissione molto utilizzato nel centro e nord Europa per la distribuzione dei segnali televisivi digitali su cavo coassiale all’interno di reti cablate a distribuzione orizzontale, definite anche CATV.
La distribuzione del segnale in DVB-C non è ancora molto diffusa in Italia: la maggior parte degli operatori del settore la ritiene, erroneamente, applicabile solo ad altri Paesi.

Invece, la quasi totalità dei decoder e televisori DVB-T dedicati alle strutture hospitality ha la possibilità di ricevere segnali in DVB-C, pertanto è possibile sfruttare i vantaggi di questo standard, vantaggi di non poco conto.


I vantaggi della distribuzione DVB-C

Un primo aspetto a favore della trasmissione su DVB-C nelle strutture ricettive è costituito dal maggior bit-rate processabile nella stessa banda di frequenza rispetto a quanto è possibile ottenere impiegando il DVB-T; ciò si traduce nella possibilità di offrire una maggiore varietà di programmi a costi più contenuti, grazie all’utilizzo dello stesso transmodulatore.

Infatti, mentre lo standard DVB-T è in grado di trasmettere fino a 31 Mbps, il DVB-C raggiunge i 52 Mbps; all’interno di ciascun canale da 8 MHz è quindi possibile ospitare più programmi e gestire meglio i contenuti a Definizione Standard (SD), Alta Definizione (HD), e i futuri Ultra Alta Definizione (Ultra-HD).

Ad esempio, stimando che un programma SD occupi 4 Mbps, un mux DVB-T può alloggiare fino a 8 programmi; invece, grazie alla transmodulazione DVB-C, il numero di programmi distribuibili con la stessa qualità di immagine sale a 13.

Un altro aspetto interessante riguarda il fatto che i segnali DVB-C generalmente vengono distribuiti in banda S o iper banda, da 230 a 470 MHz: ciò costituisce un vantaggio per la trasmissione, dato che al momento queste frequenze sono libere. Pertanto, all’interno dei contesti hospitality, è possibile distribuire nella banda S sia i programmi DVB-T, ricevuti da un’antenna tradizionale su banda III e UHF, sia i segnali transmodulati in DVB-C (da satellite e da DVB-T), rendendo disponibili contenuti di carattere nazionale, internazionale e multilingua.

È quindi possibile creare un numero maggiore di programmi, associando allo stesso flusso video contenuti audio in lingue diverse, elemento che consente di offrire un servizio maggiore alla clientela internazionale. Infine, la trasmissione in DVB-C consente di realizzare il miglior compromesso tra la robustezza del segnale e la quantità di informazioni trasmesse.



L’impianto DVB-C

Nella progettazione degli impianti via cavo l’headend riveste un ruolo cruciale poiché svolge la funzione chiave di trasformare i segnali satellitari e terrestri in standard DVB-C, realizzando, ove necessario, il decrypting con CAM e card per contesti hospitality.

Le caratteristiche principali di una buona centrale riguardano innanzi tutto l’affidabilità tecnologica, per ridurre al minimo i rischi di guasti che possano compromettere la corretta trasmissione dei dati all’interno dell’intera struttura. È preferibile, inoltre, scegliere headend flessibili, che consentano di trattare diverse tipologie di segnali in ingresso, siano essi criptati o meno, e di scegliere la tipologia di segnali in uscita, selezionando DVB-T o DVB-C.


Rappresentazione grafica (I-Q) dei simboli che modulano il segnale nel caso di modulazione 256QAM tipica del DVB-C.

Una buona centrale deve poi essere adattabile alle evoluzioni tecnologiche, come ad esempio il passaggio dalla qualità video in standard definition (SD) all’alta definizione (HD), dal bit rate di trasmissione fisso al bit rate variabile.

Infine, dal momento che la centrale viene tipicamente installata in luoghi poco accessibili, è importante che sia controllabile, monitorabile e aggiornabile da remoto.


Si ringrazia per il contributo
Fracarro Radioindustrie Spa. www.fracarro.com