La variante alla norma CEI 100-7 e la delibera AGCOM rappresentano due importanti elementi che disciplinano la progettazione e la realizzazione di un impianto di ricezione televisiva.

La porzione di banda UHF da 791 a 862 MHz è passata ai servizi di telefonia mobile LTE dall’inizio del 2013 ma le interferenze agli impianti di ricezione televisiva sono ancora inferiori rispetto alle previsioni. Tra gli installatori sta prendendo piede l’idea che le problematiche derivanti dalla coesistenza con i segnali televisivi siano state sovrastimate e che le importanti complicazioni derivanti dai possibili disturbi probabilmente non si presenteranno mai. Un errore da non commettere, un atteggiamento azzardato e incompatibile con la realizzazione o l’adeguamento dell’impianto allo stato dell’arte, così come la guida CEI prescrive.


Stazione radio base ancora ‘scariche’

In realtà è vero che il servizio LTE è partito durante il primo semestre del 2013 ma al rallentatore. Soprattutto, sono state utilizzate altre bande di frequenza dedicate ai servizi LTE (come quella a 1.800 MHz). A ciò va aggiunto che il numero di abbonati e di modelli di smartphone/ tablet compatibili con la banda a 800 MHz fino alla fine dell’estate 2013 erano davvero esigui. Della gamma Apple, ad esempio, solo gli iPhone 5s/5c e gli iPad. E quindi, le potenze irradiate dalle stazioni radio base sono ancora limitate a causa dell’esiguo traffico generato dagli abbonati. Certo, è plausibile che vi siano casi in cui gli utenti osservino interferenze: però, si tratta di interferenze per ora saltuarie; se a ciò si aggiunge che non si è al corrente del servizio “helpinterferenze” gestito dalla FUB, l’utente sceglie di convivere con il disservizio per evitare spese; un aspetto aggravato anche dal periodo di crisi che stiamo attraversando. La “prova del fuoco” avverrà quando il traffico delle stazioni LTE sarà più consistente e quando sarà meglio diffusa l’informazione sul servizio offerto per la mitigazione delle interferenze.


Gli interventi di mitigazione

Figura 1. Maschera che riporta la risposta in frequenza di un filtro LTE (caso tipico) ed esempio di curva di risposta.

È doveroso distinguere gli impianti d’antenna realizzati fino al 30 gennaio 2013 e quelli successivi, dal 31 gennaio 2013 in avanti. Gli interventi gratuiti (previa segnalazione sul sito www.helpinterferenze.it gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni) sono riservati agli impianti realizzati prima dell’entrata in vigore del DM 22-01-2013. Sorge spontanea una domanda: i nuovi impianti d’antenna realizzati dal 31 gennaio, sono realizzati come prescrive il DM 22-01-2013? Perché se così non fosse bisogna sapere che gli interventi di mitigazioni delle eventuali interferenze non potranno essere riconosciuti e pagati da Wind, Telecom e Vodafone. Doveroso segnalare che deve essere evitato l’inserimento di due o più filtri in cascata, ancorché conformi alle specifiche CEI 100-7 V1, anche se integrati all’interno di altri componenti dell’impianto (antenne, preamplificatori, amplificatori) poiché alterano i segnali in modo non compatibile con quanto richiesto dalle norme.


Guida CEI 100-7: variante 1

La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 25 del 30 gennaio 2013 del DM 22-01-2013, il Sistemi Integrati – Tv Digitale Volume 3 – 2013 7 decreto che definisce le regole tecniche per gli impianti d’antenna in sostituzione del precedente DM 11-11-2005, ha determinato la condizione di dover aggiornare i riferimenti presenti nella Guida CEI 100-7. Contemporaneamente, anche in considerazione di quanto emergeva dalle prime prove sul campo (previsto nella Guida al par. 7.1.3), si presentava la possibilità di ritoccare le specifiche del filtro tipico LTE. Il tavolo tecnico, nell’ambito del SC 100D, ha elaborato tali modifiche inserendole in un documento definito “Variante 1” pubblicata a luglio 2013. Le modifiche apportate definiscono più chiaramente i limiti che il filtro tipico deve rispettare per assicurare che i segnali LTE siano adeguatamente ridotti senza però danneggiare il canale 60. Questo canale è destinato ai servizi televisivi e deve poter essere ricevuto come ogni altro canale della banda UHF fino a 790 MHz. Infatti, il Decreto 4 maggio 2011 ha modificato il PNRF per i servizi di radiodiffusione televisiva limitando alla frequenza di 790 MHz la banda disponibile per tali servizi.


PN RF e PN AF

Per consentire una comprensione chiara, senza alcun dubbio è utile precisare la differenza che esprimono gli acronimi PNRF e PNAF. PNRF è l’acronimo di Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze e viene promulgato dal Ministero dello Sviluppo Economico (che ha accorpato anche il settore delle Comunicazioni). Il piano definisce i servizi tra cui vengono “ripartite” le frequenze. PNAF, invece, è l’acronimo di Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze, viene emanato dall’Autorità per le Garanzie nelle COMunicazioni (AGCOM). L’autorità delibera a chi assegnare e quali canali assegnare, rimanendo nell’ambito della Ripartizione stabilita dal Ministero.


Delibera AGCOM n° 451/13/CONS

La Delibera AGCOM n° 451/13/CONS comprende anche due allegat

Il 18 luglio 2013, l’Autorità ha emanato la delibera N. 451/13/CONS con cui introduce alcune significative modifiche alle assegnazioni. Il documento e i due allegati sono scaricabili a questo indirizzo.
Merita particolare attenzione l’articolo 2, comma 4 che recita:

[omissis]

il canale 60 è sostituito dal canale 55 nell’area tecnica 15. La completa sostituzione del canale 60 con il canale 55 sull’intero territorio nazionale è completata entro e non oltre il 30 giugno 2015; tale migrazione può procedere, in via prioritaria, dalle aree inizialmente interessate dal dispiegamento sul territorio dei sistemi trasmissivi per le reti mobili di quarta generazione, nella banda degli 800 MHz, in modo da ridurre al minimo le interferenze alla ricezione del Multiplex in oggetto. Il cambio nell’area 15 (Sicilia e Calabria) è avvenuto nel mese di settembre 2013, motivato prevalentemente per superare i problemi di interferenze con Malta. La migrazione su tutto il territorio nazionale avverrà lentamente: TIMB, l’operatore di rete interessato ha ribadito che il cambio di frequenza di trasmissione è un’operazione critica, che impatta sull’audience, e quindi deve essere gestita con estrema gradualità. Per questo motivo i canali di TIMB manterranno il canale 60 attivo fino alla scadenza del termine (30 giugno 2015). La prospettiva del cambio per il canale 60 ha fatto pensare che si potesse evitare l’inserimento del filtro con le specifiche definite nella Guida CEI 100-7: questa interpretazione è errata. Per realizzare un impianto allo stato dell’arte, fino a quando non verrà modificato il PNRF, il canale 60 rimane una frequenza utilizzabile per la radiodiffusione televisiva: pertanto deve continuare ad essere distribuito nell’impianto, ancorché poco utilizzato, assicurandone il transito dall’antenna fino alla presa d’utente. Indubbiamente, dopo il 30 giugno 2015, la sostituzione del canale 60 con il canale 55 ridurrà i casi di interferenze da canale adiacente, ma non eliminerà le problematiche derivanti dalla presenza di segnali LTE se avranno livelli tali da determinare la saturazione degli amplificatori d’antenna.

A cura di Claudio Pavan, Presidente Nazionale Antennisti Confartigianato e Membro segretario SC 100D del CEI, il Comitato che si occupa delle Norme e delle Guide per gli impianti d’antenna