Una panoramica sulle interferenze radio che degradano la qualità del segnale Wi-Fi e alcuni suggerimenti su come evitarle.

Le wireless LAN sono state standardizzate nel giugno 1997 dal Comitato IEEE. Lo standard include requisiti dettagliati per la trasmissione fisica dei pacchetti di dati attraverso le onde radio. Nel 1999, IEEE ha pubblicato le due versioni dello standard 802.11: 802.11a e 802.11b, nel 2003 è stato ratificato lo standard 802.11g e dal 2009 è in uso lo standard 802.11n.
Il nuovo standard, grazie alla tecnologia MIMO (Multiple Input-Multiple Output), consente di utilizzare antenne multiple su un unico apparato per inviare/ricevere dati contemporaneamente: in tal modo è possibile aumentare la banda disponibile. Risulta anche migliorata la propagazione del segnale Wi-Fi in quanto, l’uso specifico di più antenne integrate nello stesso apparato, consente di raddoppiare la copertura del segnale radio rispetto agli standard di riferimento precedenti.
Poiché i segnali radio vengono inviati via etere, è possibile che vengano rilevati anche da dispositivi o utenti non autorizzati ad accedere alla rete Wi-Fi compromettendo quindi la sicurezza della rete e delle informazioni veicolate al suo interno.
Le frequenze utilizzate per la propagazione via radio dei segnali sono intorno ai 2.4 GHz ed essendo state liberalizzate e non occorre richiedere licenze specifiche per l’installazione di punti di accesso Wi-Fi (Access Point), anche per uso domestico.
Tra le cause più comuni che incidono nella qualità delle reti Wi-Fi sono le interferenze radio. Queste possono essere generate da vari dispositivi, dal forno a microonde in ambito domestico ad altre reti Wi-Fi nelle vicinanze.


Le Cause e i Sintomi

Come già detto, sono diverse le cause che producono problemi di interferenza. Ad esempio, la disposizione fisica dell’ambiente in cui la rete è installata (muri e porte interferiscono riducendo la potenza del segnale e la velocità di trasmissione), i dispositivi elettronici presenti (telefoni cordless, cuffie wireless, dispositivi bluetooth), i sistemi di videosorveglianza con telecamere wireless che, spesso, utilizzano la frequenza di 2,4 GHz, la stessa utilizzata dalle reti Wi-Fi, la distanza fisica dal router o dal dispositivo che trasmette il segnale wireless, più è lontano più debole è il segnale e di conseguenza più soggetto ad interferenze.
Infine, ma non meno importante, la presenza di altre reti Wi-Fi che interferiscono con la vostra.
Quando nella vostra rete Wi-Fi rilevate problemi come campo di copertura ridotto e comunque molto inferiore a quelle specificate dal produttore del dispositivo, riduzione della velocità di trasferimento o interruzioni impreviste della connessione e prestazioni ridotte senza alcuna causa conosciuta, occorre sospettare che esistano problemi di interferenza.

Figura 1. Facendo il monitoraggio continuo della nostra rete Wi-Fi possiamo verificare quale rete nelle vicinanze influisce maggiormente sulla qualità del segnale.

Quando due reti Wi-Fi interferiscono tra loro

Se due reti Wi-Fi sono installate nelle vicinanze è molto probabile che si riscontrino problemi di interferenza. Se, ad esempio, usano la stessa frequenza (2.4 GHz o 5 GHz).
Gli standard 802.11g e 802.11b utilizzano la frequenza di 2.4 GHz; lo standard 802.11a utilizza la frequenza di 5GHz, mentre 802.11n può operare sia a 2.4 GHz e 5 GHz. Oppure utilizzano lo stesso canale di trasmissione o due canali vicini che si sovrappongono. Generalmente i router sono tutti predisposti per utilizzare il canale 6 creando così le premesse per generare delle interferenze (Figura 1).


Come identificare i problemi

Figura 2. Nella banda 2,4 GHz lo spettro di frequenza e diviso in 14 canali, mentre nella banda 5 GHz i canali disponibili vanno dal 34 al 165.

L’identificazione della sorgente che causa interferenze alla vostra rete Wi-Fi non è cosa semplice, ma se vi trovate in un’area con tanti reti Wi-Fi il problema può certamente essere ricercato in esse.
Per risolverlo, occorre munirsi di strumenti progettati proprio per questa applicazione come, ad esempio, Artisan Wi-Fi.
Con uno strumento specializzato per l’installazione e la manutenzione delle reti Wi-Fi è possibile individuare all’interno di un’area tutte le reti presenti, identificate ciascuna con il proprio SSID (cioè il nome identificativo della rete), il canale di trasmissione utilizzato, ecc. (Figura 2).
È importante osservare come il segnale di una determinata rete aumenta, diminuisce o scompare dallo schermo e, infine, analizzare i dati rilevati e confrontarli con le risposte alle seguenti domande:
– in quale spettro di frequenza si colloca la mia rete (5 GHz o 2,4 GHz)?
– posso modificare le impostazioni del mio router per farlo lavorare in uno spettro di frequenza meno affollato?
– quale canale utilizza la mia rete?
– quali canali sono utilizzate dalle reti Wi-Fi presenti nella stessa area?


Le soluzioni possibili

Figura 3. Per capire la qualità di una rete WiFi è importante valutare anche il livello di rumore presente per ottenere un buon rapporto segnale/rumore. Il test di rumore fornisce i valori dettagliati del rumore in entrambe le bande 2.4 e 5GHz.

Se il vostro router supporta lo standard 802.11n, potreste configurarlo per la frequenza di 5 GHz. Questa operazione comunque potrebbe creare altri problemi che è opportuno conoscere: L’area di copertura potrebbe ridursi perché il segnale è maggiormente assorbito da muri, porte e oggetti solidi. Se l’ampiezza dell’area di copertura è importante, questa soluzione non è la migliore. Inoltre, alcuni dispositivi della rete potrebbero non supportare questa frequenza operativa.
Se il cambio di frequenza non è possibile, allora occorre analizzare il segnale delle altre reti rilevate nella vostra area.
Se si rileva che il canale utilizzato dalla mia rete è lo stesso di quello utilizzato da altre reti vicine allora posso considerare di configurare il router per utilizzare un altro canale.
Per ultimo, può essere utile verificare le opzioni di configurazione del router. Alcuni di essi hanno la possibilità di lavorare in modalità protetta contro le interferenze.

Si ringrazia per il contributo Paolo Toponi della società CNS Srl, www.cnssrl.it