La Fondazione Bordoni descrive le attività di switch-off delle regioni Liguria Toscana, Umbria e Marche. Con il passaggio al digitale di queste regioni oltre il 75% della popolazione italiana non riceve più i programmi in analogico.

Nel 2011 le operazioni di transizione al digitale terrestre si sono svolte a partire dal mese di ottobre, secondo il calendario stabilito dal Dipartimento delle Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico (Tabella 1).

Lo svolgimento dello switch-off è stato reso particolarmente difficile dall’alluvione che ha colpito in autunno alcune zone della Liguria e della Toscana ed è stato necessario rinviare l’attività di transizione nelle aree più danneggiate, innanzitutto per non interferire con le attività di soccorso e con i primi interventi a favore della popolazione. Anche dopo la fase di prima emergenza, in alcuni casi i danni alla viabilità hanno reso difficilmente raggiungibile parte dei siti di trasmissione coinvolti. Con le operazioni di transizione del 2011, la percentuale della popolazione nazionale residente in aree in cui le trasmissioni in tecnica analogica sono definitivamente cessate è salita a oltre il 75%. L’evoluzione temporale del processo di digitalizzazione a livello nazionale, fino al completamento previsto per giugno 2012, è illustrata in Figura 1, assieme al progressivo ampliamento della popolazione interessata.


Il dividendo digitale e il quadro internazionale di utilizzo delle frequenze

La transizione al digitale è stata significativamente influenzata dal nuovo contesto determinato dalla destinazione alle comunicazioni mobili della banda a 800 MHz, il cosiddetto “dividendo digitale”.
Infatti, nel corso dell’anno è stato avviato il percorso di attuazione di quanto previsto nella Legge di stabilità per il 2011 (Legge n. 220 del 13 dicembre 2010), che ha portato all’espletamento della gara per l’assegnazione dei diritti d’uso per l’impiego della banda 800 MHz da parte del servizio mobile.

L’asta per le frequenze si è conclusa il 29 settembre e tre operatori radiomobili (Wind, Telecom Italia e Vodafone) si sono aggiudicati ciascuno una porzione di spettro pari a 10 MHz appaiati.
La disponibilità del dividendo digitale è in realtà una diretta conseguenza dell’attuazione del processo di transizione al digitale, che consente una maggiore efficienza nell’uso dello spettro e ha permesso per questo di liberare risorse spettrali da destinare ad altri servizi.
È stata la conferenza di Ginevra del 2006 (Radio Regional Conference 2006), che costituisce una delle pietre miliari per la definizione dello scenario di transizione alla televisione digitale terrestre, ad avviare il percorso proseguito con la Conferenza mondiale delle Radiocomunicazioni del 2007 (WRC-07), secondo il quale nella Regione 1, cui appartiene l’Europa, la parte alta della banda UHF che va da 790 MHz a 862 MHz può essere destinata al mobile.

L’Unione Europea con l’adozione del Programma europeo sulle politiche dello spettro radio (Radio Spectrum Policy Programme – RSPP) ha fatto proprio questo percorso prevedendo il rilascio del dividendo digitale in tempi ancora più rapidi e ha anticipato al 1° gennaio del 2013 la scadenza inizialmente fissata al 2015 dall’Accordo di Ginevra.
L’attribuzione del dividendo digitale in banda 800 MHz al mobile ha fatto sì che la transizione al digitale nelle Aree Tecniche d’interesse per il 2011, avvenisse senza l’impiego dei canali dal 61 al 69, corrispondenti all’intervallo di frequenze da 790 a 862 MHz, a differenza di quanto è accaduto per le Aree Tecniche digitalizzate negli anni precedenti. In queste ultime aree occorrerà attuare un processo di liberazione da completarsi in tempi utili in linea con i termini per rendere disponibili le frequenze al mobile.

Per la prima volta dall’avvio del processo di transizione in Italia, l’assegnazione dei diritti d’uso è avvenuta nel 2011 sulla base di graduatorie regionali, stilate in conformità a quanto disposto dai bandi emanati dal Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento Comunicazioni lo scorso agosto.
Le emittenti che hanno presentato domanda sono state inserite in una graduatoria predisposta attraverso il calcolo di punteggi derivati da precisi criteri: entità del patrimonio netto, numero dei lavoratori dipendenti, ampiezza della copertura della popolazione, priorità cronologica di svolgimento dell’attività nell’area. La definizione delle graduatorie ha consentito di procedere con l’assegnazione dei diritti d’uso ai soggetti classificatisi in posizione utile, nel rispetto di quanto disposto dal Piano dell’Autorità.

Tabella 1. Calendario della transizione
Figura 1. Evoluzione temporale del processo di digitalizzazione riferita alla percentuale di popolazione
Tabella 2. Canali non attivabili secondo la pianificazione dell’Agcom e relativi siti
Figura 2. Suddivisione della Liguria in zone per le Aree Tecniche 8 e 9

Tabella 3. Assegnazione frequenze nell’area tecnica 8
Tabella 4. Assegnazione frequenze nell’area tecnica 8
Figura 3. Suddivisione dell’Area Tecnica 9 in zone
Figura 4. Suddivisione dell’Area Tecnica 10 in Zone

La Delibera dell’AGCOM n. 423/11/CONS delinea l’utilizzo delle frequenze per il broadcasting locale ed è redatta prendendo in considerazione le problematiche di natura interferenziale nei confronti dei Paesi confinanti, che per il versante tirrenico hanno richiesto particolare cautela. Le aree di Liguria, Toscana e Viterbo richiedono, infatti, forte attenzione circa la potenziale interferenza nociva generata nei confronti delle zone francesi di Corsica e Costa Azzurra; le stesse considerazioni valgono per le Marche nei confronti della Croazia, anche se il panorama dell’emittenza televisiva in questa Regione risulta meno articolato rispetto a quello delle altre Aree Tecniche di interesse per il 2011.

La pianificazione dell’Autorità è stata elaborata sulla base delle attività di coordinamento bilaterale condotte dal Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento Comunicazioni, con il supporto dell’Autorità stessa. In tali sedi, l’Amministrazione francese ha avuto l’assicurazione da parte dell’Italia che, per questioni di compatibilità, i canali che nello schema di accordo in fase di definizione sono riservati per l’utilizzo in territorio francese, con riguardo in particolare alla Corsica e alla Costa Azzurra, non saranno pianificati su determinati siti individuati come potenziali maggiori interferenti. Pertanto la pianificazione delle Regioni Liguria e Toscana, compresa la provincia di Viterbo, prevede che da alcuni specifici siti non sia possibile irradiare in Italia alcuni dei canali assegnati alla Francia in sede di accordi internazionali. La Tabella 2 riporta i canali non attivabili ed i relativi siti; i canali non attivabili dipendono dal sito in considerazione, a seconda che risulti maggiormente impattante verso la Corsica (es. Monte Serra) oppure verso la Costa Azzurra (es. Pedona).

I numeri della transizione

Tabella 5. Assegnazione frequenze nell’area tecnica 9
Tabella 6. Assegnazione frequenze nell’area tecnica 9
Tabella 7. Assegnazione frequenze nell’area tecnica 10
Tabella 8. Assegnazione frequenze nell’area tecnica 10

Ai fini della transizione, l’Area Tecnica 8 è stata suddivisa in 15 zone (Figura 2). Il processo ha interessato 2245 impianti, 203 comuni e circa 1,4 milioni di cittadini. Sono state coinvolte nel passaggio 48 emittenti televisive tra nazionali e locali.

In Tabella 3 e in Tabella 4 è riportato l’elenco, con l’associazione emittente-canale, delle nuove assegnazioni digitali disposte dal MiSE per l’Area Tecnica 8, rispettivamente ordinato in base al numero del canale e alla denominazione dell’emittente.
Immediatamente dopo il completamento dello switch-off dell’Area Tecnica 8 si è avviato il processo di digitalizzazione dell’Area Tecnica 9, suddiviso in 17 zone (Figura 3).
La transizione nell’Area 9 ha interessato 2792 impianti, 471 comuni e più di 5 milioni di cittadini; le emittenti televisive coinvolte sono state in tutto 93, tra nazionali e locali.

In Tabella 5 e in Tabella 6 viene riportato l’elenco, con l’associazione emittente-canale, delle nuove assegnazioni digitali disposte dal MiSE per l’Area Tecnica 9, rispettivamente ordinato in base al numero del canale e alla denominazione dell’emittente.

L’Area Tecnica delle Marche è stata suddivisa in 11 zone (Figura 4). Il processo di transizione ha interessato 1092 impianti, 239 comuni e circa 1,5 milioni di cittadini. Sono state coinvolte nel passaggio 44 emittenti televisive tra nazionali e locali.

In Tabella 7 e Tabella 8 è riportato l’elenco, con l’associazione emittente-canale, delle nuove assegnazioni digitali disposte dal MiSE per l’Area Tecnica 10, rispettivamente ordinato in base al numero del canale e alla denominazione dell’emittente.

Come usuale, durante il periodo della transizione è stato attivato il call center per fornire assistenza agli utenti che chiamano il numero verde 800 022 000.
Il Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento Comunicazioni ha inoltre confermato anche per il 2011 la possibilità di accedere al contributi statali a sostegno delle fasce di utenza più deboli per l’acquisto di un decoder digitale interattivo. Le informazioni relative ai decoder eleggibili per il contributo sono disponibili sul sito
www.decoder.comunicazioni.it.

*a cura di Marina Boumis, Doriana
Guiducci, Andrea Neri e Guido Riva
della Fondazione Bordoni