La nuova pubblicazione edita dal CEI, disponibile dal febbraio 2014, è dedicata agli edifici residenziali e anticipa la Direttiva Europea 2014/61/EU.

La legge 1° marzo 1968 n. 186 crediamo possa essere considerata tra le leggi più brevi della Repubblica. È composta da due articoli, anch’essi brevi, due righe ciascuno. Nella tabella qui sotto viene riportato il testo completo:

Nel 1968 le Norme tecniche pubblicate dal CEI avevano origini prevalentemente Nazionali.
Con il trascorrere degli anni si è sempre più affermata la prassi per cui il CEI partecipa con i propri esperti ai lavori del CENELEC in Europa e dell’IEC per il livello Internazionale: le Norme così prodotte vengono recepite dagli enti normatori Nazionali (il CEI ed i corrispettivi delle altre nazioni).
Le Norme Nazionali sono l’esatta traduzione di quanto viene definito negli ambiti Europeo e Internazionale.
Proprio per questo, nella Legge 46/90 prima e nel DM 37/08 poi, viene ribadito l’obbligo di realizzare gli impianti a regola d’arte, ma il riferimento non è più limitato solo alle Norme CEI, viene esteso anche alle pubblicazioni degli altri paesi Europei ed Internazionali.
L’inevitabile complessità delle Norme di derivazione Europea e Internazionale è alla base della scelta indovinata del CEI di dar luogo alla realizzazione delle Guide Tecniche, che seguono la procedure delle Norma, per cui vale la regola del consenso e la prassi dell’inchiesta pubblica.
Tutte le Guide Tecniche CEI forniscono linee guida, consigli ed esempi, per facilitare la corretta applicazione delle specifiche Norme di derivazione Internazionale.


Guida CEI 306-2

La nuova Guida CEI 306-2, pubblicata a febbraio 2014, tratta il cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali.
Il comitato tecnico promotore è il CT 306: interconnessione di apparecchiature di telecomunicazione ma, al gruppo di lavoro hanno partecipato membri dei diversi comitati e sottocomitati. Tra i più rappresentati: CT 100, SC 100D, CT 64, CT 205, SC46, CT 310. Al termine dei lavori, il documento è stato posto in inchiesta pubblica come “Progetto C 1123” nel periodo 1° ottobre 2013 – 18 novembre 2013. Trascorsa la fase di IP, sono state raccolte le osservazioni pervenute ed il Gruppo di Lavoro si è riunito nuovamente per discutere la validità delle osservazioni.
Alcune sono state recepite come sono state presentate, altre con variazioni, altre ancora sono state respinte perché non pertinenti. Nel mese di febbraio 2014 la Guida è stata pubblicata.

Figura 1. Distribuzione bidirezionale (da e verso sottosuolo e tetto) di edificio e unità abitative. La figura è tratta dalla Guida CEI 306-2. La presenza di adeguati spazi istallativi, sia nelle parti comuni di un edificio sia all’interno delle diverse unità immobilari, consente di realizzare quanto viene richiesto dalla direttiva 2014/61/EU, cioè una “infrastruttra fisica interna all’edificio” con caratteristiche di predisposizione per l’alta velocità.

Il cablaggio degli edifici residenziali

L’obiettivo della guida è quello di permettere, a chi progetta, costruisce e cabla edifici residenziali, di applicare nel modo più razionale e corretto la molteplicità di norme sul tema del cablaggio per impianti di comunicazione elettronica negli edifici residenziali.

In pratica la Guida fornisce le indicazioni per sviluppare al meglio il progetto del sistema di cablaggio sia in edifici dotati di infrastrutture ottimali realizzate applicando i suggerimenti delle guide CEI 64-100/1, 2, 3 cioè la serie dove sono indicate le raccomandazioni per la predisposizione di adeguati spazi installativi con infrastrutture di supporto per le esigenze di connettività attuali ed adattabili per evoluzioni future. È opportuno segnalare che la Guida 306-2 terza edizione si aggiunge alle già citate Guide della serie 64-100 e alla Guida 100-7, tutte pubblicazioni del CEI dedicate agli impianti di comunicazione elettronica che si rivelano anticipatrici della direttiva Europea appena pubblicata, specificata più sotto, che ci auguriamo venga rapidamente recepita dal legislatore perché sia applicata anche in Italia. La direttiva in questione è la seguente: DIR/2014/61/EU misure volte a ridurre i costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità.
(http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32014L0061&from=IT)

Ne deriva, pertanto, che l’applicazione dei suggerimenti presenti nelle Guide CEI, riportate nella tabella sotto, oltre ad assicurare il rispetto della legislazione Italiana contribuiscono all’attuazione della direttiva europea (che dovrà essere recepita con un DM anche dall’Italia) per la riduzione dei costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità. A tal proposito invitiamo i lettori a consultare l’articolo “Le installazioni, nel rispetto della legge” apparso su Sistemi Integrati TV Digitale, volume 1, 2012.

È indubbio che:
– la predisposizione di adeguati spazi installativi;
– la realizzazione di infrastrutture per una topologia distributiva adeguata;
– la creazione di adeguati spazi idonei a facilitare gli interventi di manutenzione
sono aspetti presenti nelle Guide che, se applicati nella fase di costruzione dell’edificio o nei casi di ristrutturazione generale, assicurano il contenimento dei costi e non condizionano presenti e/o future esigenze degli utenti per l’accesso alle comunicazioni elettroniche ad alta velocità.


Edifici multi-unità a sviluppo verticale

Figura 2. QDSA interno all’unità abitativa, tratto dalla Guida CEI 306-2.

Di seguito riportiamo sinteticamente alcuni suggerimenti della Guida 306-2 per edifici multi unità a sviluppo verticale.

Il cablaggio di un edificio comprende un montante dedicato ai servizi provenienti da:
– reti di accesso cablate (fonia, dati, TV via cavo, ecc.)
– segnali broadcast (TV terrestre, satellitare, ecc.)
– segnali wireless (servizi dati, 3.5G/4G, Wi-Max, ecc.)
– eventuali segnali generati localmente.

Inoltre, risulta necessario poter disporre dei seguenti spazi:
– un locale tecnico alla base dell’edificio, dedicato ad ospitare i dispositivi di interfaccia con le reti di accesso cablate, direttamente in comunicazione con l’infrastruttura nella zona di suolo pubblico.
– uno spazio sotto tetto e facilmente accessibile, adeguato per alloggiare il terminale di testa per la gestione dei segnali provenienti dalle antenne (diffusione terrestre e satellitare).

I locali tecnici possono avere ubicazioni diverse in funzione della posizione delle antenne e degli ingressi delle reti cablate. In ogni caso, devono essere di dimensioni proporzionate alle dimensioni dell’edificio e facilmente accessibili dalle parti comuni senza creare servitù (vedi CEI 64-100/1).
Il quadro di distribuzione nel centrostella viene definito QDSA (Quadro Distribuzione Segnali Appartamento).
All’interno di ogni singola unità abitativa, la distribuzione dei segnali per le comunicazioni elettroniche deve avere una topologia a stella di dimensioni adeguate ad accogliere diversi mezzi trasmissivi anche contemporaneamente.
Appare evidente che un’infrastruttura interna all’edificio (parti comuni e unità abitative) dotate delle caratteristiche descritte, risulta in grado di assicurare ogni diversa tipologia e tecnologia per le comunicazioni senza alcun condizionamento per l’utente, compresi i servizi di comunicazione elettronica ad alta velocità che potranno essere integrati, senza difficoltà e a costi contenuti, anche in fasi successive alla costruzione dell’immobile.
È importante sottolineare che i diversi mezzi trasmissivi per i segnali di comunicazione elettronica (cavo coassiale, cavo a coppie, fibre ottiche), possono coesistere nella stessa infrastruttura di tubi corrugati e scatole. Pertanto, la realizzazione di infrastrutture adeguatamente dimensionate, facilitano tale coesistenza quando richiesta per soddisfare le esigenze di connessione ad alta velocità dell’utente.


Le soluzioni Wireless

Figura 3. Entrambi gli utenti hanno posizionato il router Wi-Fi in soggiorno. Il tablet nella cameretta riceve due segnali, sia del router (A) che del router (B). Dato che il table si trova più vicino al router (B), il segnale risulterà più potente, con conseguenze deleterie nel caso in cui il canale utilizzato fosse lo stesso per entrambi i router, o nel caso in cui uno dei due router utilizzasse uno dei canali adiacenti, che si sovrappongono in modo significativo (vedi Figura 2).
Figura 4. I canali Wi-Fi nella banda 2,4 GHz, risultano sovrapposti in modo significativo.

Nella Guida sono anche descritte soluzioni senza fili (wireless) che possono contribuire ad assicurare la connettività nelle situazioni particolari in cui il ricorso alla distribuzione cablata non sia praticabile per motivi legati alla tipologia dell’edificio. Ad esempio, gli edifici storici e di pregio dove non sia possibile realizzare una distribuzione cablata per ragioni estetiche e di costi. Peraltro, per questa tipologia di edifici, nella guida sono descritte anche soluzioni diverse come, ad esempio, le power line.
È importante ricordare che la soluzione senza fili più utilizzata (tipicamente con tecnologia Wi-Fi), negli edifici nuovi e nelle ristrutturazioni generali, non deve mai essere applicata in alternativa al cablaggio. Tale soluzione, infatti, deve essere pensata come elemento complementare, con il solo scopo di assicurare la connessione di prossimità per gli apparati mobili.


Problematiche relative alla funzionalità

Figura 5. Viene evidenziata la condizione per cui il tablet che si trova nella cameretta risulta connesso in modo ottimale grazie alla presenza di un access point collegato via cavo a coppie simmetriche ad una delle porte ethernet del router (i router più diffusi nelle abitazione hanno tipicamente 4 prese RJ-45 che consentono di realizzare una piccolla LAN domestica). In tal modo il segnale dell’AP, risulterà più alto del segnale diffuso dal router (B) presente nel soggiorno del vicino appartamento.

La Guida dedica ampio spazio alle soluzioni wireless ma descrive bene le problematiche relative alla funionalità quando il ricorso alla soluzione Wi-Fi non sia adeguatamente progettata.
La disponibilità di 13 canali nella banda ISM (2,4 GHz, frequenze utilizzate anche da apparati domestici come i TV Sender) determina condizioni tali per cui, in un edificio dove siano presenti soluzioni Wi-Fi in più unità immobiliari, risulta determinante la posizione dell’apparato, la tipologia degli arredi, la disposizione degli ambienti, ecc. oltre all’importanza del canale utilizzato fra i 13 disponibili.
Ad esempio, un collegamento ADSL realizzato con un router Wi-Fi, risulterà ottimo quando la distanza tra l’apparato mobile ed il router sia tale da assicurare un livello del segnale adeguato ad essere ben “interpretato”, senza cioè le interferenze di altri segnali occupanti lo stesso canale o canali adiacenti (interfernti perché presenti con livelli simili o più alti del segnale che si vuole ricevere).
Nelle Figure 3, 4 e 5 viene evidenziato uno tra i casi più tipici che possono determinarsi in unità immobiliari adiacenti.
Appare evidente che il posizionamento degli access point risulta determinante per assicurare una efficiente funzionalità delle connessioni. Nella Guida sono riportati suggerimenti sui criteri distributivi e sul posizionamento degli AP per le nuove costruzioni e per le ristrutturazioni.
Infine, vi sono interessanti indicazioni utili per gli edifici esistenti definiti ‘braunfield’ in contrapposizione con il termine ‘greenfiled’ utilizzato per identificare gli edifici nuovi.

Si ringrazia per il contributo Claudio Pavan,
Presidente Nazionale Antennisti Confartigianato
e Membro segretario SC 100D del CEI