Il percorso multimediale Antonius dedicato a sant’Antonio – mostra pensata per accogliere turisti e pellegrini in visita alla Basilica del Santo a Padova – emoziona i visitatori sfruttando le potenzialità della proiezione immersiva. Nelle due sale del percorso sono stati installati otto videoproiettori laser Epson con ottica zero offset.


 Per accogliere turisti e pellegrini in visita alla Basilica del Santo a Padova e introdurli alla conoscenza della vita e delle opere di sant’Antonio è stato realizzato – grazie alla volontà di Pontificia Basilica di Sant’Antonio, Provincia Italiana di sant’Antonio di Padova e Messaggero di sant’Antonio – il percorso multimediale “Antonius”. 

 La mostra si compone di due sale in cui si sfrutta la videoproiezione immersiva e le potenzialità dei proiettori laser Epson EB-L1405U con ottica ultra corta (a specchio con zero offset) – oltre a display e pavimenti con contenuti interattivi – per informare ed emozionare i visitatori. 

 Il main contractor della realizzazione è stato Permasteelisa Group. La produzione dei contenuti è stata affidata a Mediacor di Torino, il percorso multimediale è stato realizzato con il supporto di 3P Technologies Srl di Saonara (Pd) che ha progettato, fornito e installato le tecnologie audio e video. 

 Ci raccontano di più padre Paolo Floretta, Officiatore della Basilica di Sant’Antonio, Umberto De Luca, responsabile area chiostri, Messaggero di sant’Antonio, Enrico Morbiato, sales account, 3P Technologies.    



La sfida: informare, emozionare, coinvolgere i visitatori  

«Il progetto – racconta padre Paolo Floretta – è nato tre anni fa con l’intento di ripensare in chiave attuale la precedente mostra sulla vita di sant’Antonio, realizzata nei primi anni settanta dal confratello Claudio Mattuzzi, recentemente scomparso. La mostra, che è rimasta nel tempo di grande efficacia, utilizzava genialmente una serie di sistemi elettromeccanici di estremo fascino, ma l’inevitabile obsolescenza delle tecnologie e gli adeguamenti richiesti dalle norme di sicurezza ne hanno imposto il rifacimento». Gli obiettivi a cui mirava il rifacimento – così come ce li ha raccontati padre Paolo Floretta stesso ed Enrico Morbiato – sono:   


La prima sala; parete di sinistra con proiezione inframezzata da schermi; parete di destra con proiezione immersiva realizzata con un proiettore Epson con ottica ultra corta a specchio zero offset

Informare: far conoscere la vita del Santo e il suo messaggio.  

Formare ed emozionare: fare in modo che il percorso fosse anche emozionale, un’esperienza, e dunque in grado di lasciare una traccia nei visitatori, qualcosa “da portare a casa”. 

«La tecnologia in Antonius – dice padre Paolo Floretta – doveva essere, ed è, una fonosfera: l’interazione sofisticata e sinergica fra suoni e immagini genera una combinazione in grado di immergere il visitatore in un mondo diverso».  

Poi aggiunge: «Volevamo che Antonius fosse un’estensione di un luogo di culto. Oggi di fatto rappresenta una preparazione spirituale affettiva a ciò che io come fruitore andrò a visitare dopo [la Basilica e gli altri tesori artistici del luogo – ndr], un modo per immergersi da subito in una relazione con sant’Antonio. È come se il visitatore stesse già pregando, anche se non se ne accorge, supportato da una tecnologia al servizio di un’esperienza spirituale».  

Coinvolgere tutti, anche i giovani: sfruttare le nuove tecnologie e l’immersività per interessare anche le fasce di età più giovani, particolarmente sensibili ai nuovi linguaggi multimediali. 

 Per riuscire ad emozionare e coinvolgere, a livello tecnologico diventa fondamentale da un lato puntare a un’alta qualità colorimetrica delle proiezioni («fondamentale soprattutto quando i contenuti proiettati riguardano la proiezione di opere d’arte dove i colori non possono essere diversi da come si vedono nella realtà», dice Floretta), dall’altro sfruttare le potenzialità dell’immersività: “Il video immersivo – spiega padre Paolo Floretta – aiuta ad alzare il livello emotivo, ad emozionare; l’arte diventa un invito a partecipare e le tecnologie che generano l’immersività realizzano questo invito, rendono fruibile l’arte e mettono in condizione il fruitore di diventare coprotagonista dell’opera, di partecipare in prima persona, di essere dentro le scene narrate. Questo allarga significativamente la base delle persone potenzialmente interessate; è un linguaggio più facilmente comprensibile a cui anche i più giovani risultano sensibili»   


La seconda sala di Antonius; il forte effetto immersivo è creato da sette proiettori Epson EBL-1105U (laser, 6mila lumen, con ottica ELPX01) che proiettano sulle pareti della sala

La soluzione: videoproiezione immersiva per raccontare vita e opere del santo  

Sul piano tecnologico, lo spazio si compone di due sale e un corridoio centrale che le unisce dove sono stati installati in tutto da 19 videoproiettori con tecnologia laser che vanno a sviluppare sulle pareti una luminosità di oltre 100mila Ansi lumen complessivi (a completare l’esperienza immersiva nella prima sala anche 6 monitor da 65 pollici con risoluzione 4K in posizione portrait e nel corridoio 3 unità di pavimento interattivo). Nello specifico: 

La prima sala misura 10 x 6 metri, è dedicata alla vita di sant’Antonio. «Durante la fase di progettazione – dice Umberto De Luca – ho suggerito che Antonio fosse ‘soltanto’ una voce, non lo si incontra direttamente, lo si incontrerà solo alla fine della mostra, nella seconda sala. Qui ci sono sei personaggi che raccontano la vita di Antonio in dieci minuti, una scelta minuziosa e oculata sia dei sei personaggi scelti che della loro narrazione. Le voci diventano un compagno di viaggio del pellegrino e del visitatore».  

L’arte diventa un invito a partecipare e le tecnologie che generano l’immersività realizzano questo invito – padre Paolo Floretta 

Nella prima sala sulla sinistra si estende una proiezione inframezzata da schermi; sulla destra una proiezione immersiva realizzata con un Epson EBL1405U laser, luminosità 8mila Ansi lumen, ottica ultra corta ELPLX01 a specchio, a zero offset; una tecnologia esclusiva di Epson che consente una proiezione a distanza molto ravvicinata – rapporto di tiro da 0,35:1 – priva delle limitazioni in termini di campo di proiezione che hanno altre ottiche ultracorte: «Grazie all’ottica ultra corta è stato possibile porre il proiettore a una distanza di soli tre metri e mezzo dalla parete per fare una proiezione di dieci metri di base» commenta Enrico Morbiato, che aggiunge: «L’effetto per il visitatore è essere coinvolto a 360°; la diffusione sonora multi-canale e immersiva garantisce un lobo di copertura preciso, rivolto soltanto al visitatore che si trova davanti alle immagini».  

Il corridoio misura 6 metri di lunghezza per 1,5 metri di larghezza; un pavimento interattivo che riproduce un ruscello e che rappresenta nel percorso di visita esperienziale del pellegrino un simbolico “guado” dalla storia della vita di Antonio all’attualità del suo messaggio.

Il pellegrino che visita la mostra e che esce con le lacrime agli occhi è senza dubbio la miglior conferma sulla qualità del lavoro svolto – Umberto De Luca

La seconda sala misura 15 x 7 metri, riporta le testimonianze dei frati, con le loro opere nate in base ai valori e all’ispirazione di sant’Antonio; il forte effetto immersivo è creato da sette proiettori Epson EBL-1105U  (6mila Ansi lumen, Laser, con ottica ELPX01) che proiettano sulle pareti della sala (mentre altri 9 proiettori gestiscono i contenuti proiettati sui pannelli che fuoriescono dalle pareti).

«Anche in questo caso – dice Morbiato – la sfida è stata quella di evitare che i visitatori presenti potessero creare ombre nelle proiezioni, una problematica risolta montando sui proiettori Epson da 6 e 8 mila Ansi lumen con tecnologia 4K enhancement le ottiche ultracorte a specchio con zero offset ELPLX01».


Qui sopra: il corridoio con pavimento interattivo che unisce le due sale della mostra. A destra: lo “spazio selfie” che chiude la mostra sfrutta dei tablet posizionati ad hoc dove i visitatori possono fotografarsi e conservare un ricordo della  visita

LA SCELTA DEI CONTENUTI ANCHE IN OTTICA FUTURE PROOF 

Antonius è da intendersi, spiega Umberto De Luca, come una tappa parte di un percorso più ampio che si completa con la visita in Basilica, «fondamentale sia dal punto di vista artistico che devozionale», il Museo Antoniano, l’Oratorio di San Giorgio, la Scoletta del Santo (complesso storico-artistico che si affaccia sul sagrato della Basilica di Sant’Antonio) e altri punti di interesse. Rispetto alla scelta dei contenuti, dice Umberto De Luca: «L’obiettivo era creare un’esperienza immersiva dove la persona potesse compiere un percorso di avvicinamento speciale con la figura di Antonio, un obiettivo a cui contribuisce il fatto che Antonio è solo una voce per tutta la prima parte del percorso; si lascia che ognuno continui a conservare, o sia libero di creare, un’immagine personale di Antonio».

Sullo stesso tema padre Paolo Floretta: «Si incontrerà Antonio, l’immagine del santo, solo alla fine; prima c’è solo la sua voce e quella della madre, del Priore del monastero agostiniano, del frate che lo ha raccolto spiaggiato in Sicilia e di altri che l’hanno conosciuto [sono le voci dei personaggi rappresentati nei display della prima sala -ndr]». Guardando al domani, il progetto è future proof: «La prima sala è dedicata alla vita di sant’Antonio, la seconda ai suoi miracoli viventi, alla testimonianza dei frati e alle loro opere nate sulla base dei valori ispirati al santo. Questa seconda sala potrà in futuro, in base alle esigenze o al target dei gruppi in visita, essere riutilizzata per proporre altre tipologie di contenuti legati per esempio a temi artistici. Questa flessibilità ci consente di pensare di creare un domani anche installazioni a pagamento, in grado di generare un ritorno economico».


Struttura autoportante e teli per la qualità delle immagini  

«Per garantire la resa delle immagini di alta qualità generata dai proiettori Epson – racconta Enrico Morbiato – sulle pareti abbiamo installato teli di proiezione, capaci di assicurare la miglior resa colorimetrica possibile e un rapporto di contrasto senza compromessi».

Un elemento critico da ricordare è poi l’installazione di una struttura autoportante per sostenere i videoproiettori; come racconta Enrico Morbiato, la pianta del museo e la disposizione delle pareti non consentiva di lavorare sui muri (che risalgono al XIV secolo), «è stato necessario realizzare una struttura interna autoportante removibile composta da americane alle quali ancorare i pannelli perimetrali e tutto l’hardware installato, dai videoproiettori, all’audio, alle luci. Una ‘stanza dentro la stanza’ che ci ha consentito di non toccare la struttura originale». 

Un aspetto che ha imposto al system integrator una particolare attenzione: «La videoproiezione su una struttura autoportante è più critica – sottolinea Morbiato – perché per definizione è soggetta a micromovimenti, piccole vibrazioni; abbiamo dovuto lavorare con attenzione per evitare che i limiti della struttura andassero a impattare sulle prestazioni della videoproiezione».


Sala 2: configurazione dell’impianto di videoproiezione

Software, sistemi audio, social   

Hanno concorso alla riuscita del progetto una serie di altri elementi tra cui ricordiamo: 

– la scelta dei software per la gestione dei contenuti e delle tecnologie. Con Watchout viene gestita la proiezione in edge blending; il sistema di controllo, invece, è di Crestron e permette la messa in onda automatizzata dei contenuti, il controllo di luci, tendaggi, la chiusura delle porte e la gestione di un sistema di sorveglianza per mettere in condizione un unico operatore di gestire lo show. «L’operatore – dice Enrico Morbiato – da una postazione dedicata e dotata di schermo touch, in caso di emergenza può sospendere lo spettacolo, diffondere messaggi attraverso una base microfonica oppure, ad esempio, regolare manualmente i parametri audio e video»;

– la scelta dei software per la gestione dei contenuti e delle tecnologie. Con Watchout viene gestita la proiezione in edge blending; il sistema di controllo, invece, è di Crestron e permette la messa in onda automatizzata dei contenuti, il controllo di luci, tendaggi, la chiusura delle porte e la gestione di un sistema di sorveglianza per mettere in condizione un unico operatore di gestire lo show. «L’operatore – dice Enrico Morbiato – da una postazione dedicata e dotata di schermo touch, in caso di emergenza può sospendere lo spettacolo, diffondere messaggi attraverso una base microfonica oppure, ad esempio, regolare manualmente i parametri audio e video»;

– la cura dell’audio. Il sistema audio della mostra genera un effetto spazializzato con una diffusione multicanale, creando una differenziazione tra il parlato dei personaggi che appaiono sullo schermo e gli effetti sonori in surround. La fonosfera immersiva fatta di colonna sonora ed effetti audio avvolge il visitatore durante il percorso. «Poiché è prevista la visita contemporanea di due gruppi – ricorda Enrico Morbiato – abbiamo insonorizzato gli ambienti per evitare disturbi acustici causati dai suoni provenienti dalla sala adiacente». 


La fiducia che ci è stata concessa ci ha permesso di muoverci con realtà di cui già conoscevamo la qualità, con cui potevamo fare squadra e creare una rete di valore – Enrico Morbiato


Lo “spazio selfie” che chiude la mostra sfrutta dei tablet posizionati ad hoc dove i visitatori possono fotografarsi e conservare un ricordo della visita

Rapporto cliente-fornitore e grado di soddisfazione 

Umberto De Luca racconta che il riscontro positivo dei visitatori si misura con l’emozione degli adulti e lo stupore dei bambini che vivono l’esperienza: «Ai più piccoli prima raccontavamo la vita di sant’Antonio con dei cartelloni cartacei, adesso li portiamo in mostra e seguono il percorso accompagnati solo da piccoli commenti da parte nostra. Li vediamo affascinati da quello che vedono». Riguardo gli adulti: «Il pellegrino che visita la mostra e che esce con le lacrime agli occhi è senza dubbio la miglior conferma sulla qualità del lavoro svolto».

È l’epilogo positivo di un progetto di installazione che ha note solo positive: «Tutte le figure che hanno collaborato si sono dimostrate grandi professionisti – commenta padre Paolo Floretta – hanno dimostrato pazienza e disponibilità encomiabili».

A proposito del ruolo di 3P Technologies, Enrico Morbiato conclude: «La capacità di lavorare con standard di qualità dettati dalla normativa UNI/PdR 4:2013 si è rivelato un vantaggio competitivo. Inoltre, abbiamo svolto anche il ruolo di contractor, per consigliare al cliente partner affidabili. La fiducia che ci è stata concessa ci ha permesso di muoverci con realtà di cui già conoscevamo la qualità, con cui potevamo fare squadra e creare una rete di valore per puntare alla qualità e alzare l’asticella, aspetti alla quale la committenza si è sempre dimostrata molto sensibile».


La seconda sala con contenuti differenti; in alto si nota la struttura interna autoportante dove sono agganciati i videoproiettori 

UNA MOSTRA FRUIBILE A TUTTI 

Il percorso è pensato anche per accogliere i visitatori internazionali; è disponibile un’audioguida in 9 lingue: inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, croato, arabo e russo. Una particolare attenzione è stata poi posta all’accessibilità per i diversamente abili: una traccia audio è stata appositamente studiata per i non vedenti; gli spazi sono privi di barriere architettoniche; audio guide e impianto sonoro sono tarati per evitare interferenze per i portatori di apparecchi acustici; la parte finale del percorso, lo “spazio selfie” che sfrutta dei tablet posizionati ad hoc, è predisposto per poter essere utilizzato anche da visitatori diversamente abili. 
La visita è organizzata in gruppo di 40 persone, che si alternano ogni 12 minuti, per un totale di 200 persone all’ora, a pieno regime. Per ogni giorno (8 ore) la capienza complessiva di 1600 persone. Per 250 giorni all’anni sono circa 400mila persone in totale, sempre a pieno regime. 


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