Dopo la prima tappa svolta a Bari con una sala piena come un uovo, per dirla con una metafora, a Roma si è tenuta la seconda che ha visto una partecipazione nutrita (ancorché molto meno numerosa di Bari, forse per il venerdì pomeriggio e per la pioggia).

Oltre duecento persone hanno potuto ascoltare gli interventi di saluto del sottosegretario Antonello Giacomelli, del commissario AGCOM Antonio Preto e del presidente della Fondazione Bordoni Alessandro Luciano.


Decreto fresco di approvazione

L’approvazione nel consiglio dei ministri di due giorni prima del decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/61/UE recante misure volte a ridurre i costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica, ha fornito ulteriori importanti argomenti per gli interventi. 

Confermata la volontà del governo di procedere allo sviluppo della rete a larga banda sul tutto il territorio nazionale con interventi pubblici volti a coprire anche le aree meno appetite dai privati (cluster C e D). Attività rafforzata anche dagli accordi Stato-Regioni avvenuto nei giorni precedenti. 

Obiettivo è la diffusione rapida di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità in linea con l’Agenda digitale europea che prevede per tutti gli europei (entro il 2020) un accesso a velocità superiori a 30 Mbit/s con livelli superiori a 100 Mbit/s per almeno il 50% delle famiglie dell’Unione Europea. 

Il decreto legislativo ha la finalità di regolamentare sia il settore impiantistico nella parte pubblica (strade, infrastrutture pubbliche, ecc.), sia all’interno degli edifici. Questa coesistenza di tipologie impiantistiche molto differenti tra loro rende forse più complessa l’interpretazione e l’applicazione delle regole. 

In ogni caso, AGCOM è pronta a farsi carico delle competenze che gli sono state assegnate dal Decreto appena approvato. Le controversie saranno risolte in tempi molto brevi (60 gg max). I proprietari o i condomini che si doteranno (diventandone titolari) di un impianto in fibra ottica e di un punto di accesso con caratteristiche conformi a quanto previsto nell’art. 135-bis, del DPR 380/01, avranno il “diritto e ove richiestone, l’obbligo di soddisfare tutte le richieste ragionevoli di accesso presentate da operatori di rete, secondo termini e condizioni eque e non discriminatorie, anche con riguardo al prezzo”. 

In pratica siamo in presenza di due distinte condizioni regolate da due distinti provvedimenti di legge: 
1) con il nuovo articolo 135-bis introdotto nel DPR 380/01 dalla legge 164/14: Obbligo di Realizzare negli edifici nuovi e in quelli sottoposti a determinate tipologie di interventi di ristrutturazione, una infrastruttura fisica multi servizio passiva con caratteristiche idonee ad ospitare impianti per le comunicazioni elettroniche, con lo scopo di ridurre i costi per le installazioni nel rispetto della neutralità tecnologica garantendo nel contempo il diritto inderogabile di libertà delle persone nell’uso dei mezzi di comunicazione elettronica. 

2) con il nuovo decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri del 10 febbraio 2016: viene regolamentato l’uso condiviso delle infrastrutture esistenti e delle infrastrutture nuove, stabilendo requisiti minimi ed assegnando ruoli ai diversi attori che concorreranno in modo sinergico al dispiegamento delle infrastrutture sul territorio. 

Al termine degli interventi di saluto (rivelatisi di grande consistenza) sono iniziati gli interventi prettamente tecnici previsti. 


Sinergia per la filiera

La dottoressa Donatella Proto, Dirigente Divisione II del MISE, ponendo in evidenza gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea e della strategia Italiana per la larga banda, ha evidenziato la necessità di un’azione sinergica di tutti gli attori della filiera per raggiungere tali obiettivi nel rispetto della neutralità tecnologica. Per evitare di essere travolti dalla tecnologia che arriverebbe “comunque”, è necessario superare il modello “costruisci e poi risolvi”, per passare ad un metodo che predisponga soluzioni per le comunicazioni elettroniche già nelle primissime fasi di progetto e costruzione degli edifici. 
Applicando la direttiva Europea che suggerisce misure volte a ridurre i costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità, la costruzione dell’edificio deve avvenire prevedendo gli spazi idonei ad ospitare gli impianti che assicurino connessioni a banda larga. 

Il dottor Sergio Pompei della Fondazione Ugo Bordoni ha illustrato le problematiche e le possibili soluzioni adottabili (anche attraverso il sito helpinterferenze.it) relative alle interferenze tra i segnali LTE (servizi a larga banda per i sistemi mobili) e DTT (televisione digitale terrestre) negli impianti televisivi che sono una delle tipologie di impianti per le comunicazioni elettroniche. L’utilizzo per i servizi LTE di frequenze precedentemente utilizzate per i servizi televisivi determina la necessità di interventi di mitigazione dei disturbi. Dalla relazione emergono i vantaggi derivanti dalla realizzazione di impianti d’antenna a regola d’arte poiché risultano più “protetti” dalle interferenze LTE.


Spazi adeguati

Claudio Pavan, presidente nazionale antennisti-elettronici di Confartigianato e segretario del sottocomitato 100D del CEI, inizia la sua relazione evidenziando come nel XVI secolo, l’architetto Andrea Palladio avesse sapientemente integrato nella costruzione di una villa una torre colombara. In pratica un “adeguato spazio” per la comunicazione utilizzante i colombi. Auspicando che gli architetti di oggi trovino soluzioni per integrare anche sotto il profilo estetico, gli spazi installativi necessari ad ospitare gli impianti per le comunicazioni elettroniche, ha elencato le numerosi leggi che da anni, se rispettate, avrebbero potuto assicurare le condizioni ideali per realizzare all’interno degli edifici quelle condizioni che la direttiva europea richiede oggi. 
Anche il CEI Comitato Elettrotecnico Italiano ha prodotto negli anni documenti tecnici validi per soddisfare il godimento del diritto inderogabile di libertà delle persone nell’uso dei mezzi di comunicazione elettronica. Un diritto sancito nel codice delle comunicazioni elettroniche nonché nell’articolo 21 della Costituzione Italiana. 

La descrizione sintetica della Guida CEI 306-22 che costituisce il compendio delle guide tecniche richiamate dal nuovo articolo 135-bis (introdotto nel DPR 380/01, testo unico per l’edilizia, dalla legge 164/14 con l’art. 6-ter) ha evidenziato l’adeguatezza dei documenti CEI per l’applicazione delle prescrizioni della legge. 
Viceversa, l’assenza e/o l’inadeguatezza della predisposizione di adeguati spazi installativi, determina l’impossibilità di realizzare impianti a regola d’arte oltre a limitare i diritti delle persone. 
Nelle Guide tecniche non si trovano soluzioni per ogni caso ma esempi e suggerimenti per stimolare intuizioni che aiutino ad elaborare di volta in volta la soluzione più idonea. 
La relazione si conclude con l’affermazione che la più efficace verifica sulla idoneità della “infrastruttura fisica multiservizio passiva” interna all’edifico, sarà rilasciata dalle persone residenti in un edificio multi unità, quando riusciranno a soddisfare senza discriminazioni o limitazioni ed a costi contenuti, ogni esigenza di utilizzo di mezzi per le comunicazioni elettroniche.


Conseguenze dirompenti

La relazione del Notaio ha descritto le conseguenze dirompenti che deriverebbero dalla non applicazione della norma. 
Conseguenze che coinvolgono in vari modi tutti i principali attori coinvolti nella compravendita, nonché in un preliminare di vendita, di una unità immobiliare facente parte di un edificio nuovo o sottoposto a ristrutturazione secondo i casi previsti nello stesso art. 135-bis. 
Conseguenze che potrebbero determinare criticità per la trascrizione dell’atto ma anche l’impossibilità di ottenere il rilascio del certificato di agibilità se non dopo avere realizzato (con costi elevati quando l’edificio è terminato) una infrastruttura fisica multiservizio passiva con i relativi accessi all’edificio.


Infrastruttura adeguata

Gli interventi che sono seguiti hanno tutti evidenziato come sia indispensabile la presenza di una adeguata infrastruttura per assicurare la realizzazione a regola d’arte delle diverse soluzioni impiantistiche, sia in fibra ottica, sia in rame, con un conseguente incremento significativo di opportunità di lavoro. Opportunità che richiedono interventi professionalmente qualificati e quindi un’esigenza formativa che deve essere soddisfatta con l’ausilio di agenzie formative che operino in collaborazione con le associazioni di categoria. 

L’intervento conclusivo del rappresentante di Sky si può considerare come una sorta di cartina torna sole, ha infatti messo in evidenza come i servizi di comunicazione elettronica siano integrati con modalità sia broadcast sia broadband, entrambi gestibili attraverso soluzioni impiantistiche evolute e possibili solo in presenza di un’adeguata infrastruttura fisica. L’assenza di adeguati spazi installativi penalizza tutti: l’utente finale che si vede limitare le possibilità offerte dalla tecnologia, l’operatore che si vede ridurre le opportunità di offrire servizi e gli installatori che perdono numerose occasioni di lavoro.